Oristano 22 dicembre 2024
Cari amici,
La saggezza dei sardi è ampia e antica, in quanto si è lentamente forgiata nel tempo! I lunghissimi anni di dominazioni non hanno, però, mai abbattuto i sardi, la cui resilienza è diventata nei secoli coriacea e proverbiale. Essendo
un popolo saggio, la sopportazione è stata superata in mille modi, quasi sempre
ironici, che a volte sono stati espressi in versi, taglienti come la lama della onnipresente “leppa”, oppure
in metafore, in modi di dire e proverbi, tutti impregnati di grande, ironica
saggezza. Oggi voglio riflettere con Voi su una antica espressione popolare,
usata in particolare nel Sud dell’isola: “IN SU CORRU DE SA FURCA”, detto
che, tradotto letteralmente, significa “Nel corno della forca”.
È questa un’espressione
che per i sardi racchiude in sé, al suo interno, secoli di storia, sofferenze, dominazioni e vessazioni, un'esternazione tagliente, che però è frutto di una cultura di grande
saggezza, accompagnata, come è da sempre per i sardi, da un pizzico di caustica ironia, che
caratterizza da sempre l’animo del resiliente popolo sardo. A ben pensare, chi non conosce
a fondo i sardi si meraviglia non poco nel sentire questo detto, non capendo
cosa veramente intenda dire chi pronuncia questa espressione colorita, usata nelle occasioni più diverse, in particolare nel Sud dell’isola.
Entrando nei dettagli, la menzionata forca, sa “FURCA” (o Sa
Frucca, a seconda delle zone) non è riferita a quell'attrezzo agricolo (il forcone) in auge nella civiltà contadina, ma a quel tristissimo strumento di morte col quale, nei tempi passati, venivano
impiccati i sardi rivoltosi, colpevoli di non rispettare le leggi degli invasori.
Ovviamente quella richiamata nel detto è una forca metaforica, seppure
riferita a quel luogo terribile, tanto temuto, e purtroppo sempre presente nella memoria. Insomma la FORCA utilizzata come metafora di un luogo di pena, di condanna, insomma di un posto proprio sgradito. Vediamo alcuni esempi che aiutano a capire il reale significato
di questo ironico, antico detto.
Facciamo l’esempio di due
amici cagliaritani che passeggiano; ad un certo punto uno dei due dice: “Oh
Tore, ma aundi mi ses portendi a fai custa passillara? In su corr’e sa furca?”
Detto che, tradotto, suonerebbe più o meno così: “Oh Salvatore, ma dove mi stai portando per fare questa passeggiata? Nel corno della forca?”. Insomma, un modo
per negare il gradimento ad una località poco nota, lontana, magari difficile da
trovare e da raggiungere. Facendo un altro esempio, se Giorgio volesse chiedere
a Osvaldo dove si trova una certa strada o una località poco nota, potrebbe scherzosamente
dire: “E innui esti custu logu, in su corr’e sa furca?” (E dove si troverebbe questo posto, nel corno della forca?), sottintendendo
che quel luogo, alla persona che pronuncia la frase, appare così remoto da far pensare di essere quasi impossibile da trovare. In
sintesi, l’espressione “In su corru de sa furca”, ancora oggi risulta usata dai sardi per indicare un posto irraggiungibile o, comunque sgradito e difficoltoso da
raggiungere.
Amici, a completamento di
quanto ho detto prima sull’uso metaforico della “Forca”, strumento che racchiude in sé secoli di sofferenza, dominazioni e vessazioni, accomunare quell’antico,
terribile strumento di morte, per secoli usato senza pietà dai dominatori, è diventata per i sardi una specie reazione-liberazione. I sardi, grazie alla loro abilità espressiva, adorano le metafore: sono un modo forte di accomunare, idealmente, come in questo caso, il triste strumento di morte con ciò che fa paura, che non si conosce o che non è gradito. Mettere
insieme, metaforicamente, la forca con l'ignoto che preoccupa, è un modo per esorcizzare il male di oggi rapportandolo a quello di ieri! Ecco l’accostamento ironico tra qualcosa che oggi non
gradito con l’antico strumento di morte qual
era la forca!
La forte psiche dei
sardi, forgiata da secoli di resilienza, ha creato nel tempo espressioni
fortemente ironiche, che sono servite di certo a minimizzare il male patito. La
violenza esercitata dallo strumento della forca, col suo fascino malevolo, ha
creato, come abbiamo detto, accostamenti col vivere corrente. Il “corno della
forca”, usato metaforicamente dai sardi, rappresenta anche il concetto di
limite, di confine ultimo dello spazio conosciuto. È come se, usando
l’espressione “In su corru de sa furca”, i sardi volessero dire: “Siamo
andati così lontano che abbiamo raggiunto il punto dove finisce il mondo noto e
inizia l’ignoto”.
Si, amici, L’ironica
mente dei sardi, forgiata da anni di resilienza, riesce ad accostare, in modo
poetico, seppure triste e allo stesso tempo macabro, strumenti di tortura e luoghi poco graditi
e difficilmente accessibili. Nel linguaggio corrente dei sardi c’è anche il
termine “Curruncoi”, che, letteralmente trasdotto, vuol dire angolo sgradito; credo
che sia anch’esso un termine usato, come abbiamo detto prima, alla stessa
stregua del “Corno”, ma con il concetto di confine di uno spazio. Ebbene, tornando all’espressione
“Su corru de sa furca”, i sardi usano in
mille modi, anche per indicare pesanti carichi di lavoro, situazioni complicate o imprese
particolarmente difficili. Per esempio, se un impiegato stanco ed esasperato
sbottasse dicendo: “Questo lavoro mi sta portando in su corru de sa furca”,
potrebbe significare che il suo carico di lavoro è diventato troppo pesante,
che lo sta spossando in modo tale da portarlo al limite della sopportazione.
Amici, prima di chiudere,
voglio ricordare a Voi che gran parte delle espressioni sarde prima ricordate, sono
sfoghi usati anche nella versione “FRASTIMU”, ovvero in maledizioni
in salsa isolana. Quando qualcuno vi augura “Bai a su corru mannu de sa furca”, vi sta praticamente dicendo,
in modo poco gentile, di andare (anzi vi sta mandando…) a quel paese! Insomma,
il popolo sardo ha saputo trasformare le difficoltà della sua difficile storia
usando con grande ironia un linguaggio fortemente ironico, alquanto ricco e immaginifico!
Cari amici, io, da sardo
verace, credo che l’espressione “IN SU CORRU DE SA FURCA” sia una
perfetta sintesi della forte resilienza dei sardi, stemperata con grande ironia
con queste colorite espressioni. Ironia che è frutto di anni di lotta contro i
popoli che l’hanno calpestata; lotta spesso persa, ma che denota la capacità dei sardi di sorridere anche
nelle avversità, trasformando il macabro in umorismo, e creando spesso versi
poetici capaci di lenire la durezza della vita. I sardi sono un popolo unico,
forte e resiliente, che è stato capace, da sempre, di vincere tutte le avversità!
A domani.
Mario
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