Oristano
5 Giugno 2016
Cari amici,
Un vecchio proverbio
sostiene che è inutile che tu possieda dei grandi e spesso unici tesori, se non
li mostri, se non li valorizzi: puoi possedere anche un brillante unico al
mondo, ma se nessuno conosce il suo valore potrebbe essere scambiato per un
coccio di vetro! Noi sardi, credetemi, possediamo non pochi tesori nella nostra
Isola, ma essi risultano in gran parte poco noti, poco reclamizzati, poco valorizzati. Sembra una
fatalità, però, la Sardegna e noi sardi, anziché essere collocati al centro del mondo
(economico, sociale, imprenditoriale, e così via), siamo relegati in periferia,
agli ultimi posti in classifica, come le classiche cenerentole. Questa mancata valorizzazione,
però, non è da attribuire agli altri ma a noi stessi, in quanto le colpe
stanno proprio in casa nostra!
Uno di questi “tesori nascosti”
è certamente un grande vino, il Vernaccia, prodotto da un vitigno millenario,
unico e inimitabile, che proprio per la nostra scarsa capacità e intraprendenza
commerciale è stato messo da parte, accantonato come qualcosa di antico,
obsoleto di cui nessuno si cura, e langue in un limbo che certamente non
merita. Pochi davvero, finora, quelli che hanno cercato di farlo uscire dal
letargo, che hanno avuto il coraggio di reclamizzare e propagandare le qualità
e la bontà di questo vino straordinario, la cui coltivazione nella Valle del
Tirso si perde nella notte dei tempi, forse anche in epoca precedente a quella
nuragica.
Ebbene, recentemente però qualcosa
si è mosso: un’azienda che potrei definire ‘pioniera’ nel cercare di diffondere,
addirittura oltre oceano, questo grande nostro prodotto vinicolo, è partita all’attacco
dei mercati americani. È l’Azienda
Agricola della Famiglia Orro, che a Tramatza, pochi chilometri da Oristano,
continua da generazioni la produzione artigianale della “Crannatza”, nobile vino da uve del ceppo Vernaccia di Oristano,
prodotto seguendo le antiche tecniche tramandate di generazione in generazione.
Quest’azienda, dal 20 al 31 Maggio, ha partecipato ad una importante missione commerciale
a Chicago, che ha visto coinvolte diverse aziende sarde, che hanno ben operato
in sintonia con diversi operatori economici di Chicago.
Il 25 Maggio, presso
l’istituto di cultura italiana a Chicago, l’Azienda Orro ha presentato un’interessante
relazione dal titolo “Il Vernaccia di
Oristano, il vino millenario della Sardegna”. Grazie alla disponibilità
dell’Istituto, della direttrice Dott.ssa Alberta Lai (di origine Sarda) e del
suo staff è stato possibile presentare, ad una numerosa platea, le diverse bontà del
territorio oristanese e in particolare il vino Vernaccia di Oristano; la
relazione ha riepilogato il percorso di questo antico vitigno, dall’epoca
nuragica fino ad oggi: le ultime scoperte in campo scientifico, la particolare
tecnica di vinificazione in botte scolma sotto l'azione dei lieviti flor e i
metodi di invecchiamento. Alla platea, al termine della relazione, è stata
offerta una degustazione guidata di Vernaccia di Oristano, in abbinamento ai
Mostaccioli, sempre di Oristano.
La missione
imprenditoriale di questa azienda familiare sarda a Chicago è stata capitanata
dalla Buon Gusto LLC, azienda di
importazione e di distribuzione per Chicago, gestita di Fabio Pibiri, anche lui
di origini Sarde. La ‘missione americana” è stata una grade occasione d’incontro
con i vari ristoratori italiani presenti nella grande città americana, che
hanno così potuto inserire alcune produzioni sarde presso i loro locali; è
stata anche l’occasione per organizzare delle cene Sarde, rivolte ai clienti
dei ristoranti, che hanno riscosso grande successo.
Inoltre, grazie
all’istituto Italiano di Cultura di Chicago e alla Buon Gusto è stato
realizzato un gran buffet finale a base di prodotti sardi; protagonisti: Vernaccia
di Oristano e Nieddera, differenti stagionature di formaggio pecorino, olive e
creme vegetali, pane carasau, mirto e aperitivo a base di mirto. Lo
straordinario apprezzamento espresso dai partecipanti fa ben sperare, mettendo in
risalto il fatto che per poter concretamente vendere i nostri prodotti,
dobbiamo ‘svegliarci’, far sì che essi vengano conosciuti, messi in mostra e
fatti apprezzare.
Cari amici, credo che
quello messo in atto dalla Famiglia Orro sia un esempio da seguire con grande caparbietà.
Il grande Vino Vernaccia, non è il solo prodotto sardo che nel tempo è
praticamente caduto nell’oblio, restando relegato a fare da bella statuina,
come se fosse un prodotto destinato solo alla memoria, ai ricordi. Eppure sono
convinto che per questo vino straordinario ci possa essere un futuro di grande spessore.
Il suo destino non solo non è segnato, ma potrebbe tornare pienamente in auge
quanto e più dei vecchi tempi, quando era considerato il re dei nostri vini.
Quando ero ancora
ragazzo (parlo degli anni 60 del secolo scorso) questo vino regnava
incontrastato nei tavoli dei bar dell’epoca. Servito ancora giovane (spesso
miscelato al 50% con la gazzosa), era l’aperitivo principe di un’economia che
cercava di superare il tragico ‘fermo’ portato dalla guerra. Successivamente, una volta
raggiunti i vari livelli di maturazione in botte, il Vernaccia iniziava
il suo lento percorso di gradimento, fino a toccare le vette eccelse di invecchiamento,
che gli diedero nel tempo lustro e fama. Poi, come per molti altri prodotti, giunsero i
tempi magri dell’abbandono, soppiantato da altri prodotti che, pur definiti
aperitivi, vini da dessert o da meditazione, mai raggiunsero livelli
paragonabili a quelli di questo nobile vino.
Amici miei, i sardi, purtroppo, salvo
rare eccezioni, non sono mai stati fieri difensori dei propri prodotti d’eccellenza; oggi
possiamo dire che il Vernaccia è ridotto a semplice ‘prodotto di nicchia’, apprezzato
solo dai veri intenditori. Ben venga, dunque, questo tentativo di rilancio
fatto da una seria azienda familiare, che continua orgogliosamente a produrre nel
pieno rispetto delle antiche tradizioni. Un plauso di cuore alla famiglia Orro,
che con tanta passione cerca di difendere la bontà di un prodotto
straordinario!
A domani.
Mario
1 commento:
Grazie Mario per le bellissime parole. È un lungo percorso ma passo dopo passo speriamo di riuscire a ridare a questo meraviglioso vino e alla nostra isola il posto che si meritano. Maura
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