Oristano
8 Giugno 2016
Cari amici,
Ieri con il mio post
sulle numerose Sub-Regioni storiche che la Sardegna vanta fin dagli albori
della sua civiltà, (per chi vuole rileggerlo ecco il link: http://amicomario.blogspot.it/2016/06/la-sardegna-e-le-sue-sub-regioni.html
) ho riepilogato le 30 suddivisioni che ancora oggi connotano zone che, seppur
vicine, sono cresciute esprimendo usi, costumi e tradizioni abbastanza
differenti, che ancora oggi creano curiosità e interesse. Nel mio post
precedente mi sono limitato data lunghezza e la complessità dell’argomento, ma soprattutto per non correre il rischio di annoiarvi, ad elencare questi
ambiti con i comuni di appartenenza, senza mettere in evidenza né le diverse
specificità né la loro storia. Proprio per questo voglio rimediare con il post di oggi.
Le 30 Sub-Regioni in
effetti hanno ciascuna la propria storia, sono in possesso di specificità che
meritano di essere evidenziate, in quanto di diversa formazione. Proviamo
allora, seppure in maniera sintetica, ad esaminarle singolarmente, seguendo lo
stesso ordine alfabetico usato ieri.
ANGLONA.
Prende
nome dall’antica Curatoria appartenente al Giudicato di Torres (o Logudoro),
quando la Sardegna era divisa in quattro Giudicati: Torres o Logudoro, Gallura,
Arborea e Cagliari. È posta al confine tra Logudoro e Gallura, affacciata sul
Golfo dell'Asinara; l’Anglona è bagnata da un fiume importante: il rio Coghinas.
Il territorio presenta numerose testimonianze archeologiche: dai reperti
dell’età neolitica alle interessanti testimonianze medievali, oltre a belle chiese
romaniche perfettamente conservate. Il suo centro è Castelsardo.
BARBAGIA.
Collocata nel cuore della Sardegna, il suo territorio è suddiviso a sua volta,
come detto ieri, in 4 parti. Abitata in modo particolare da pastori, poco inclini e
aperti al dialogo con quelli della pianura e delle coste, gli appartenenti a questa Comunità in passato diedero
parecchio filo da torcere anche ai romani, che li definirono ‘barbari’, da cui
discende il termine Barbagia. La subregione ha il suo centro nel massiccio del Gennargentu,
e confina con le Baronie. Il suo capoluogo principale è Nuoro.
BARIGADU.
Il Barigadu (dal latino "valicare") è un territorio d'altopiano dell’Alto
Oristanese; ricco di vegetazione, trova un importante elemento
di vita nel lago Omodeo, imponente invaso creato negli anni '20 dallo sbarramento del
fiume Tirso, considerato il più grande bacino artificiale in Italia e uno dei più
estesi in Europa. Abitato fin da epoca antichissima, questo territorio mostra resti
archeologici importanti, tra cui anche una foresta pietrificata, formatasi 30
milioni di anni fa. Numerose le testimonianze nuragiche: Domus de Janas, betili
e nuraghi. La regione assunse particolare rilievo in età romana e bizantina,
per la presenza a Fordongianus di un importante presidio militare destinato a
fronteggiare le scorrerie barbaricine.
BARONIE.
Hanno costituito durante il medioevo la parte meridionale del Giudicato di
Gallura e sono state suddivise nel periodo aragonese in Baronia di Posada e
Baronia di Galtellì e Orosei. Il territorio delle Baronie spazia dalla catena
calcarea del Montalbo sino al massiccio del Tuttavista, in un’area
caratterizzata da corsi d’acqua come l’Isalle e il Cedrino e vaste pianure alluvionali.
Nel Monte Albo è documentata la presenza umana a partire dal neolitico, con la
domus de janas di Mannu'e Gruris che presenta una porta scalpellata con quattro
celle interne. Diverse sono le grotte presenti in tutto il massiccio che sono
state utilizzate dall'uomo come rifugi naturali. Una di queste è la grotta di
Bona Fraule nel comune di Siniscola, dove il ritrovamento di materiale pregiato
come spade e pugnali di ferro fa pensare ad una sua utilizzazione come luogo di
culto.
CAMPIDANO
DI CAGLIARI. È la sub-regione storica della
Sardegna sud-orientale. Anticamente il territorio apparteneva al Giudicato di
Cagliari, ed in particolare alle curatorie di: Cagliari, Decimo, Gippi, e
Nuraminis. Le sue vicende storiche ruotano intorno ad un importante elemento
geografico: l'acqua; proprio questo favorì la nascita, fin dal Medioevo, degli abitati di Quartu, Quartucciu, Monserrato e Selargius. Il suo capoluogo è Cagliari, che è anche quello
della Sardegna.
CAMPIDANO
DI ORISTANO. È la sub-regione della Sardegna
occidentale. Il suo territorio apparteneva anticamente al Giudicato di Arborea,
dove operavano le curatorie di: Campidano di Milis, Campidano Maggiore (o di
Cabras), Campidano di Simaxis, Usellus, Montis, Bonorzuli. La struttura
ambientale di questo territorio si fonda sul sistema delle zone umide costiere
che si estendono dal centro del Golfo di Oristano alla penisola del Sinis, fino
a comprendere il compendio sabbioso di Is Arenas. L’importanza del suo Golfo
(sicuro e riparato approdo) ha fatto sì che nel tempo si sviluppassero tre
distinti centri urbani fin da epoca fenicia, Neapolis, Othoca e Tharros. Nel
Medioevo, invece, la città di Oristano ha rappresentato la concentrazione della
popolazione in un unico centro urbano, sede del Giudicato d'Arborea.
GALLURA.
La Gallura (Gaddùra in gallurese), comprende la parte nord-orientale
dell'isola: dal fiume Coghinas che la delimita a ovest, passando poi per il
massiccio del Limbara, che ne delimita la parte meridionale, fino al massiccio
del monte Nieddu a Sud-Est, nel comune di San Teodoro. Il territorio gallurese
include anche la rinomata Costa Smeralda in comune di Arzachena, sulla costa
orientale. La natura prevalentemente montuosa del territorio gallurese, è ricca
di rocce granitiche levigate dal vento, dalla pioggia e dal mare, specie sulle
coste, sculture naturali di forme bizzarre come quella dell'Orso nei pressi di
Palau. È ricca di boschi di querce e sughere, la cui lavorazione costituisce
una delle principali attività produttive. Capoluogo è Tempio.
GERREI
E SARRABUS. Il nome attuale Gerrei risultava in uso, come
"Jerrei" già nel 1190. Sul termine Gerrei sono accreditate diverse
ipotesi di origine mesopotamica: con il significato di "passaggio”.
L'origine del nome Sarrabus, invece, ha diverse interpretazioni: tra queste si
accredita l'origine dalla degradazione del termine "Saeprus", nome
originario dell'importante fiume già citato da Tolomeo e che attraversa la zona
con l'attuale nome di Rio Picocca. I due territori sono confinanti e legati fin
dall’antichità: facevano parte del Giudicato di Cagliari e in particolare alle
curatorie di Sarrabus, Colostrai e Gerrei. Rispetto alla vastità del
territorio, la zona è poco popolata, con una densità di molto inferiore a
quella nazionale (25 abitanti/km²). Caratteristica peculiare della zona è la
grande varietà di caratteri geo-morfologici: da punte come il Massiccio dei
Sette Fratelli (1.023 m) o a quella del Cardiga (676 m), si arriva rapidamente,
attraverso valli boschive (baccus), a quote al livello del mare o con scarpate
scoscese o con spiagge, stagni, piccole pianure alluvionali. Il Flumendosa è il
fiume principale ed attraversa il Sarrabus da nord-ovest verso sud-est. Le vie
di comunicazione ricalcano le vecchie strade Puniche e Romane.
GOCEANO.
Il Goceano, in latino Gothianus, probabilmente deve il suo nome ai gruppi di
Goti che "ivi si stabilirono", come scrisse lo storico Fara nel XVI
secolo. Questa sub-regione (Sa Costèra in sardo) comprende il tratto del bacino
superiore del fiume Tirso, di fronte al quale si affaccia la catena montuosa che
porta il nome della regione stessa, che comprende i rilievi montuosi di monte
Rasu (1259 m) e punta Masiennera (1157 m). Il Goceano vive prevalentemente di
agricoltura e pastorizia. Il territorio è caratterizzato dalla presenza del
Castello di Burgos, edificato nel 1134 dal giudice di Torres Gonario II,
maniero che era considerato nel Trecento "uno dei più forti e validi
castelli della Sardegna". Nel 1339 il re di Sardegna Pietro il Cerimonioso
nominò Mariano d'Arborea conte del Goceano. Questi abitò a lungo nel castello
con la famiglia, anche dopo l'ascesa al trono d'Arborea, e promosse lo sviluppo
della contea.
MANDROLISAI.
Questa sub-regione, detta anche “Barbagia del Mandrolisai” fu in passato una
Curatoria del Giudicato di Arborea. La tipica parlata di questa zona è chiamata
"Limba de Mesania". In questa sub-regione si trovano le più alte cime
montuose delle Barbagie e, al confine con l'Ogliastra, precisamente tra Desulo
e Arzana, si trova Punta La Marmora, la vetta più elevata del Gennargentu e
dell'Isola. Risulta ben praticata la coltivazione della vite: vi si realizza
l'omonimo vino, prodotto da un uvaggio di vitigni autoctoni di Bovale Sardo,
Cannonau e Monica.
MARGHINE.
Questa sub-regione ha per centro principale Macomer. Si estende a nord dell'altopiano
di Abbasanta e ricade per intero nella provincia di Nuoro; Tra le cime più alte
del suo territorio si distinguono il Monte Santu Padre (1.030 metri), Punta
Lammeddari (1.118 metri) e la più alta, Punta Palai, che si eleva a quota 1.200
metri. Verso nord-ovest si estende l'altopiano di Campeda, posto ad
un'altitudine media di 650 metri. In questa zona si trova Mulargia, piccolo
centro frazione di Bortigali; è il paese più alto del Marghine, posto ad un'altitudine
di 700 metri. Nella parte nord-orientale si estende Foresta Burgos, gestita
dall'Ente Foreste della Sardegna. Nella zona si trovano numerosi nuraghi,
alcuni dei quali sono nuraghe Orolo, nuraghe Ponte, nuraghe Santa Barbara,
nuraghe Santa Sabina, nuraghe Orolio e nuraghe Corbos.
MARMILLA.
Il nome "Marmilla" proviene dalle vaste colline tondeggianti,
somiglianti verosimilmente a mammelle (su una si trova il castello di Marmilla
a Las Plassas). Altra ipotesi è quella secondo la quale vista la presenza di
molte paludi nella zona, il paesaggio poteva apparire punteggiato da
"mille mari". Questo territorio ha per capoluogo Ales e risulta
abitato fino dai tempi più antichi, come testimoniano i numerosi monumenti di
età nuragica presenti nella zona (villaggio nuragico di Su Nuraxi a Barumini,
nuraghe Cuccurada a Mogoro, complesso di Genna Maria a Villanovaforru, fortezza
di Su Mulinu a Villanovafranca, santuario nuragico di Santa Vittoria a Serri). Del
periodo cartaginese resta la fortezza di Santu Antine a Genoni, mentre in età
romana rivestirono una certa importanza i centri di Biora (l'attuale Serri) e
Valentia (l'attuale Nuragus). Nel periodo giudicale la regione appartenne al Giudicato
d’Arborea (curatorie di Marmilla e di Part'e Alenza) e al Giudicato di Cagliari
(curatorie di Siurgus).
MEJLOGU
O MEILOGU. Il suo nome significa "luogo di mezzo":
infatti si trovava esattamente al centro del giudicato di Torres. In questo
territorio si trova la cosiddetta valle dei Nuraghi dove spicca l'importante
zona archeologica del nuraghe Santu Antine, definito ‘reggia nuragica’ per la
sua imponenza e per la sua eleganza. Nel 1421 il re Alfonso V d'Aragona donò
l'intera Incontrada del Meilogu a
Bernardo Gilalberto de Centelles. Oggi conta 17 paesi riuniti nell’Unione dei
comuni del Meilogu.
MONREALE.
Il Monreale, o Campidano di Sanluri, è una sub-regione della Sardegna
sud-occidentale. Anticamente il territorio del Monreale apparteneva al
giudicato d’Arborea, di cui occupava la parte meridionale della curatoria di
Bonorzuli. Vi è ubicato il castello di Sardara, o castello di Monreale, che fu
la più importante roccaforte del giudicato arborense.
MONTACUTO.
Il Montacuto è una regione storica della Sardegna di circa 35.000 abitanti,
gravitante intorno alla cittadina di Ozieri. Deve il suo appellativo
all'omonima collina, sita in territorio di Berchidda, che nel Medioevo fu sede
di un importante castello.
MONTIFERRU.
Subregione della Sardegna centro-occidentale, prende il nome dal massiccio
di origine vulcanica omonimo. La massima elevazione è quella del monte Urtigu
(1050 m s.l.m.). Abitata fin da epoca nuragica, ne presenta ancora evidenti
tracce: dagli splendidi nuraghi alle tombe dei giganti, alle domus de janas;
dell'epoca punica e romana rimangono i resti di città e terme, mentre del
periodo medioevale, possiamo ammirare chiese romaniche e castelli. Della prima
industrializzazione, invece, restano i segni di quella che forse è stata una
delle caratteristiche peculiari del Montiferru: la civiltà agro-industriale
che, sfruttando l'energia dei corsi d'acqua, portò alla costruzione di mulini e
gualchiere.
NURRA.
La Nurra (nome forse derivato da Nure, antica città della Sardegna di epoca
romana situata nelle vicinanze del lago di Baratz e di Porto Ferro), è una
sub-regione storica del nord-ovest della Sardegna, situata nel quadrilatero
compreso fra Alghero, Sassari, Porto Torres e Stintino, tra il Golfo
dell'Asinara a nord-est, il Mar di Sardegna ad ovest, dal Riu Mannu a est e dai
rilievi del Logudoro a sud-est. Le sue vaste pianure hanno fin dall'antichità dato vita a
coltivazioni e allevamenti.
OGLIASTRA.
L'Ogliastra (Ollastra o Ozzastra in sardo) è una regione storico-geografica
situata nella Sardegna centro-orientale (conosciuta in passato anche come
Barbagia Trigònia). L'Ogliastra è abitata dall'uomo sin dal neolitico. Ai
Fenici, invece, si attribuisce la fondazione dei primi villaggi costieri, in
funzione del commercio marittimo. Ed è proprio ai Fenici che potrebbe farsi
risalire la fondazione di Sulci Tirrenica, ubicata nella costa ogliastrina, nei
pressi di Tortolì. Nel XII secolo tutta l'Ogliastra faceva parte del Giudicato
di Cagliari. Per tutto il periodo spagnolo, il Feudo ogliastrino continuò a
essere chiamato Giudicato d'Ogliastra.
PARTEOLLA.
Il Parteòlla è una regione storica della Sardegna sud-orientale. Il territorio
corrisponde a quello della curatoria di Dolia del Giudicato di Cagliari. Il
nome Parteolla deriva dal fatto che la Curatoria (o partes) di Dolia era detta
anche parte Olla. Situata nel Basso Campidano, ha come capoluogo Dolianova e
anticamente è stata anche sede della diocesi.
PLANARGIA.
La Planargia è una sub-regione della Sardegna nord-centro-occidentale compresa
tra la bassa valle del fiume Temo e il versante settentrionale del Montiferru;
attualmente, dopo lo scorporo dalla provincia di Nuoro, si trova in Provincia
di Oristano. La Planargia, che deve il suo nome all'andamento principalmente
alto-pianeggiante del territorio, offre al visitatore ed all'escursionista la
possibilità di spaziare dalla collina verdeggiante alla costa dal mare blu
della Riviera del corallo. Il centro principale è Bosa, una delle sette città
regie della Sardegna.
QUIRRA.
Quirra o Salto di Quirra (Chìrra o Sartu de Chìrra in sardo) è una sub-regione
storica situata nella Sardegna centro-orientale. Nel 1327 venne istituita da
Don Alfonso d'Aragona la Contea di Quirra (diventerà poi Marchesato). Il
Marchesato comprendeva i seguenti feudi: Encontrada de Sarrubus, Baronia de San
Miguel, Baronia de Monreal, Encontrada de Marmila Judicate de Ollastre.
Quest'ultimo comprendeva il castello di Lotzorai e i villaggi di Tortolì,
Arbatax, Lotzorai, Girasole, Lanusei, Elini, Arzana, Tertenia, Ilbono, Ulassai,
Osini, Gairo, Jerzu, Perdasdefogu e Villaputzu. La Contea risultò legata alle
sorti delle famiglie Carroz e Centelles. Oggigiorno questa sub-regione si trova
a cavallo tra la Provincia dell'Ogliastra e la Provincia di Cagliari.
ROMANGIA.
La Romangia è una regione storica della Sardegna nordoccidentale. È composta
dai comuni di Sorso e Sennori, e da una piccola parte del territorio del comune
di Sassari. Il nome Romangia è verosimilmente una derivazione di origine
romana. Era infatti consuetudine dei romani definire i territori conquistati
Romània. La Romangia fu un'antica curatoria del Giudicato di Torres. Il suo
territorio era composto oltre che dai paesi soprannominati anche da antichi
villaggi oggi non più esistenti, come Gerito, Uruspe e Gennor, Paliano, Taniga
e altri. Notevoli le zone archeologiche del territorio.
SARCIDANO.
La sub-regione del Sarcidano (Sarcidanu in sardo) è un altopiano che si estende
tra i territorio del Campidano, della Marmilla e della Barbagia. I fiumi
presenti nel territorio, appositamente sbarrati, formano i laghi di Is Barrocus
o San Sebastiano, del Mulargia, del Flumendosa. Isili è la capitale, famosa per
i suoi manufatti in rame, mentre a Nurri e Orroli si producono macine da mulino
in basalto locale, attività questa, ormai quasi scomparsa nel resto della
Sardegna. Nel territorio sono presenti numerose testimonianze archeologiche
come i nuraghi Is Paras ad Isili, dove tra l’altro, si trova anche un
interessante museo dedicato alla lavorazione del rame.
SARRABUS.
Vedi “GERREI E SARRABUS”.
SASSARESE.
Il Sassarese (lu Sassaresu o su Tatharesu), è una sub-regione della Sardegna
nord-occidentale, nota in passato anche come "territorio Turritano".
Comprende la città di Sassari, capoluogo di provincia e seconda città per
importanza in tutta l'isola dopo Cagliari, ed i comuni di Cargeghe,
Codrongianos, Florinas, Ittiri, Muros, Osilo, Ossi, Ploaghe, Porto Torres,
Putifigari, Tissi, Uri, Usini. Gran parte di questo territorio appartiene al
comune di Sassari, i cui confini spaziano dalla costa nord alla parte ovest
(Lago di Baratz, Porto Ferro).
SULCIS-IGLESIENTE.
(Meurreddìa-Igresiènti in sardo) è una regione storica della Sardegna
sud-occidentale comprendente, come suggerisce il nome stesso, il territorio del
Sulcis e dell'Iglesiente. Anticamente il territorio apparteneva al Giudicato di
Cagliari, ed in particolare alle curatorie di Cixerri, Sulcis e Nora. La
subregione, che comprende anche le isole di Sant'Antioco e San Pietro, è
conosciuta soprattutto per l'attività estrattiva di molti minerali nel
territorio di Iglesias e per quella riguardante l'estrazione del carbone nel
Sulcis, delle cui numerose miniere carbonifere oggi è operativa solo quella di
Nuraxi Figus, frazione del comune di Gonnesa.
TREXENTA.
La Trexenta è una sub-regione situata nella parte settentrionale della
provincia di Cagliari e comprendente circa 13 comuni, con capitale Senorbì. Abitata
da epoca antichissima, ne è testimonianza il nuraghe Piscu di Suelli. Nel
medioevo il Distretto di Trexenta
faceva parte del regno di Calari, uno dei giudicati della Sardegna. Il toponimo
Trexenta potrebbe derivare dal plurale neutro latino "trecenta", ad
indicare forse qualche misura agricola (per esempio trecenta iugera,
equivalente a circa 75 ettari, o a qualche altra misura maggiore) o l'esistenza
di trecento entità (per esempio granai, aziende agricole, fortezze o altro). Oppure
il nome Trexenta potrebbe ricordare i trenta o trecento villaggi che la
leggenda dice la popolassero nei tempi antichi e della maggior parte dei quali
si è perso anche il nome, ma di molti dei quali restano testimonianze, fino
alla grande crisi demografica del 1300, quando diversi centri furono
effettivamente abbandonati.
Cari amici, forse sono
stato un po’ troppo lungo, ma descrivere in poche parole 30 sub-regioni,
credetemi, non è stato facile. Spero, comunque di non avervi annoiati e
soprattutto che qualcosa delle mie ricerche possa risultare utile a qualcuno…
Grazie dell’attenzione,
a domani.
Mario
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