Oristano 6 Giugno 2016
Cari amici,
Che il verbo riciclare
in futuro avrebbe avuto sempre più importanza, l’ho già detto e ripetuto mille
volte, anche su questo blog. Certo, riciclare significa agire di fantasia e
competenza insieme, così come è avvenuto di recente da noi in Sardegna, dove
aziende innovative come la Edilana di Daniela Ducato hanno pensato di
trasformare gli scarti della lana (oltre che altri materiali come le alghe) in
materiali per l’edilizia. Ora un altro ‘pericoloso scarto’ è in procinto di essere
riciclato: il professor Abbas Mohajerani, ingegnere presso la Royal
Melbourne Institute of Technology University (RMIT), in Australia, si è posto come obiettivo quello di riciclare
gli scarti del fumo: utilizzando il gran numero di mozziconi di sigaretta in
circolazione (sparsi a valanga dappertutto) per costruire dei mattoni speciali,
più termici e isolanti.
L’equipe del docente
della School of Engineering australiana ha già condotto diversi esperimenti per
inglobare nel modo più consono gli scarti delle sigarette nella fabbricazione
dei mattoni di argilla cotta. Il prodotto risultante è “un mattone del tutto
simile a quello che si realizzava prima”, sostiene il professore, ma con delle chance
in più. Secondo la ricerca infatti inserendo nell’impasto circa l’1% di
mozziconi di sigaretta, si realizza un mattone più leggero e isolante. In
più, oltre al recupero di un pericoloso scarto, l’inclusione di questi
mozziconi all’interno dei mattoni consente di abbattere in maniera
significativa anche i costi energetici di produzione. Un doppio vantaggio.
L’idea del professore potrebbe apparire ad alcuni poco importante: è invece molto seria ed ecologica,
capace di risolvere non poche problematiche.
Se si prendono in considerazione anche solo le sigarette fumate in Italia in un
anno, si riesce a comprendere immediatamente la portata della scoperta. Ogni
cicca contiene non soltanto nicotina, ma anche polonio, gas tossici e catrame.
Moltiplicando i singoli mozziconi con l’intero consumo nazionale si avrebbero:
324 tonnellate di nicotina, 1.872 milioni di becquerel di Polonio 210, 1.800
tonnellate di composti organici volatili, 21,6 tonnellate di gas tossici e 1440
tonnellate di catrame e condensato. Non credo che queste siano cifre di poco
conto!
Con l’applicazione dell’idea
del professor Abbas Mohajerani quello che prima veniva considerato un
pericoloso rifiuto può diventare risorsa: sarà finalmente possibile dare una
seconda vita a questi pericolosi residui. “Ho sognato per anni la possibilità di
trovare metodi sostenibili e pratici per risolvere il problema
dell’inquinamento da sigaretta, ha spiegato Mohajerani;
circa 6.000 miliardi di sigarette vengono prodotte ogni anno e la maggior parte
di queste non viene correttamente smaltita”. Secondo gli esperti ben
1,2 milioni di tonnellate di mozziconi, contenenti metalli pesanti e componenti
chimici dannosi, finiscono irrimediabilmente nell’ambiente. Il dato, già
allarmante, è destinato ad aggravarsi ulteriormente nei prossimi anni.
“Queste cifre, come
commenta l’ingegnere, sono destinate ad aumentare di oltre il 50 per cento entro il 2025, a
causa principalmente della crescita della popolazione mondiale. Questa ricerca
dimostra che se solo il 2,5 per cento della produzione annuale di mattoni al mondo incorporasse l’1% di mozziconi di sigaretta, potremmo
compensare completamente la produzione annuale di sigarette a livello globale”.
La ricerca, di rilevanza mondiale, è stata pubblicata sul Journal of Waste
Management.
Come capita
praticamente in tutte le ‘nuove’ invenzioni, le critiche non sono mancate. In
tanti accusano il ‘professore’ di aver trascurato un dettaglio: un rifiuto
pericoloso resta tale se non viene correttamente trattato. Ma Mohajerani è
certo di aver risolto col suo progetto il problema. Il segreto risiede nel
processo di incorporazione delle cicche nei mattoni. Durante la cottura, i
metalli pesanti e le altre sostanze inquinanti vengono intrappolate e
stabilizzate nei mattoni, riducendo i problemi causati dalla lisciviazione. Il
prodotto risultante, quindi, è un super mattone, decisamente più leggero e con
migliori proprietà di isolamento. Il processo di produzione inoltre, conclude lo
scienziato, richiede fino al 58% di energia in meno rispetto ai processi di
tradizionali di fabbricazione.
A ben pensare, il
problema dell’inquinamento causato dai mozziconi di sigaretta abbandonati
ovunque a terra è molto più grave di quello che si pensa. Il degrado naturale
di questo rifiuto richiede moltissimi anni, durante i quali vengono rilasciate nell’ambiente
molte sostanze tossiche contenute in particolare nei filtri. Si tratta di
acetato di cellulosa, ma anche di arsenico, cromo, nichel e cadmio che col
tempo vengono lisciviati nel terreno. Diversi Paesi hanno cercato soluzioni per
lo smaltimento di questi rifiuti: in Italia, per esempio, attraverso le
ordinanze di alcuni Communi che prevedono multe superiori anche ai 500 euro per
disincentivare il fenomeno dei mozziconi abbandonati. Finora però i risultati
sono stati abbastanza scarsi. Ecco perché la ricerca di cui parliamo oggi appare
un po’ come l’uovo di Colombo.
Cari amici, il mondo,
non dimentichiamolo mai, non ha risorse infinite: è necessario che tutti, dico
proprio tutti, cerchino in tutti i modi di inquinare il pianeta il meno
possibile, incentivando il recupero di tutto quello che può creare un danno
ambientale. Nel caso esaminato oggi, se il progetto andrà felicemente in porto,
non solo avremmo dato una mano al problema dei pericolosi rifiuti del fumo da
smaltire, che si ridurrebbe di molto, ma in aggiunta potremmo anche risparmiare
una bella fetta di energia, alleggerendo un po’ anche la nostra bolletta in
futuro!
Grazie amici, a domani.
Mario
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