Oristano 1 Giugno 2016
Cari amici,
Iniziare il primo post
di Giugno con una riflessione sull'indifferenza credo sia, considerati i tempi, assolutamente doveroso. Ho già avuto occasione
su questo blog di parlare di indifferenza. L'ultima volta l'estate scorsa (era il 26
di Luglio), e rimarcavo che questo male è da considerarsi a tutti gli effetti
l’ottavo vizio capitale: male oscuro, capace addirittura di risultare peggiore
degli altri sette vizi (http://amicomario.blogspot.it/2015/07/lindifferenza-certamente-lottavo-vizio.html).
Non passa giorno ormai
che i giornali, nel raccontare i fatti e i misfatti della nostra vita, non
rimarchino il crescente aumento dell’indifferenza, male dilagante che coinvolge
tutti: giovani e vecchi, uomini e donne, contagiando pure i bambini, che
copiano il comportamento dei più grandi.
Ogni giorno assistiamo
a scene che, pur apocalittiche, paiono diventate di ormai acquisita normalità: ci
lasciano indifferenti i migranti che muoiono nei nostri mari a centinaia (in particolare i bambini), le
guerre sanguinose ammantate da motivazioni religiose che ogni giorno fanno
centinaia di vittime, l'assuefazione alla violenza e alla brutalità che
hanno contagiato la vita delle nostre metropoli.
I filmati delle varie
telecamere sparse nei centri urbani, mettono in evidenza, giorno dopo giorno,
non tanto il fatto criminale in se, quanto la terribile indifferenza dei
passanti, che, pur assistendo ad un pestaggio, ad un atto di aggressione o di
stupro, non muovono un dito, limitandosi a voltare la faccia dall’altra parte.
Credo che neanche David Riesman nello scrivere il suo libro “La folla solitaria”
abbia immaginato comportamenti così straordinariamente alieni, impossibili da
concepire in un contesto umano civilizzato. Eppure questi comportamenti sono
diventati più che l’eccezione la regola.
Ho deciso di
riprendere con Voi oggi l’argomento indifferenza, proprio per ribadire tutto il mio orrore, di
fronte ad un fatto che non riesco in nessun modo a comprendere, figuriamoci a
giustificare! Mi riferisco all’orribile fine di Sara Di Pietrantonio, la ragazza di 22 anni,
morta tra le fiamme in via della Magliana a Roma. Dagli atti dell’inchiesta
risulta che la povera giovane in preda alle fiamme ha chiesto aiuto, ma, come riportano in modo documentato gli inquirenti,
nessuno si è fermato a soccorrerla, evitando anche di chiamare le forze dell'odine. «Se qualcuno si fosse fermato, o
avesse chiamato gratuitamente il 113, Sara sarebbe ancora viva», ha
commentato amaramente la Dr.ssa Maria Monteleone, sostituto procuratore aggiunto della
Procura di Roma. Credo che un fatto così drammatico, così orribile, avrebbe meritato ben altra attenzione.
Ad ucciderla, e a darle
fuoco ancora viva, è stato il suo ex ragazzo, Vincenzo Paduano. Sara Di
Pietrantonio è morta così a 22 anni, sabato notte, tra le fiamme, alla
periferia di Roma, in via della Magliana. Il ragazzo dopo uno stringente interrogatorio
è crollato ed ha confessato. Del resto, le telecamere in funzione nella zona in
cui la macchina della ragazza è stata incendiata lo inchiodavano. Cari amici, a turbarmi fortemente (ma non credo di essere io l’unico) non è tanto l’efferatezza e la
brutalità del delitto, quanto il fatto che mentre tutto questo succedeva sono
passate in auto non poche persone che, pur rendendosi conto della tragedia
l'hanno volutamente ignorata, preferendo continuare per la loro strada anziché fermarsi a prestarle
soccorso.
È questo, dunque, l’evoluto
mondo del terzo Millennio? Credo che non vi siano parole per commentare l’aridità
raggiunta dai nostri sentimenti, sempre più spinti verso un egoismo animale, di
hobbesiana memoria. Mentre la ragazza nella piazzola di sosta in preda alle
fiamme gridava al mondo di essere aiutata, le auto continuavano a correre veloci sulla
loro strada, freddamente incuranti della richiesta di soccorso, ed i loro occupanti, chiudevano occhi
bocca e orecchie, per non vedere, sentire, parlare. Un comportamento talmente egoistico che nessuno potrà mai giustificare. È questo il vero volto dell’indifferenza, dell’egoismo
terribile di una società malata, dove la solidarietà è da tempo scomparsa.
Indifferenza, dunque, ottavo
vizio capitale, come è stato già fortemente ribadito, espressione assoluta dell’egoismo
più spinto, indegno della specie umana. Questo fatto della terribile morte di Sara, avvenuta tra l'indifferenza generale,
dovremmo meditarlo in tanti: è una lezione che dovrebbe servire a farci
comprendere che l’uomo sta tornando indietro, sta riportando se stesso verso
quel Far West primordiale, quando era “Homo homini lupus”. Guai se l’uomo si
lascerà vincere dall’indifferenza, sarebbe davvero la fine! Nel caso di Sara,
pensate, sarebbe bastato poco per salvarle la vita: sarebbe bastata una
chiamata. Ma così non è stato.
Cari amici, i pericoli della vita di oggi spesso ci
costringono a pensare che non è il caso di fare gli eroi; comportamento protettivo che però non mette in conto che un
giorno o l’altro potrebbe capitare anche a noi. Le nostre paure ci portano allora
a voltarci dall’altra parte: di fronte ad uno scippo, ad una rapina, ad un'aggressione nei confronti di una povera ragazza. Ignorare la violenza che ci circonda, questo sembra essere diventato il nostro tran tran quotidiano. E, cosa ancora più terribile, non facciamo nemmeno la cosa più
semplice: chiamare col nostro cellulare le forze dell’ordine.
Allora, amici miei, Non
facciamo vincere l’indifferenza! Spero vivamente che
comportamenti aridi e alienanti di questo tipo scompaiano dalla nostra mente e dal nostro cuore, perché
un mondo così privo di altruismo, così votato all’egoismo più
spinto, porterà l’uomo all’autodistruzione, anche in tempi certamente vicini.
Vinciamo dunque le nostre paure, ricreiamo quella 'vita sociale' di pacifica convivenza dove episodi di questo tipo non
succedano mai più…
A domani.
Mario
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