Cari amici,
Il 2 Giugno si festeggia la nascita della Repubblica, ma, sotto certi aspetti, c'è poco da festeggiare quando manca il lavoro! Si parla
tanto di miglioramenti, di ripresa, di diminuzione delle enormi percentuali di
inoccupati (in particolare giovani), ma di soluzioni veramente efficaci ancora
non se ne vedono. Il Jobs Act, tanto strombazzato come un provvedimento
straordinario, capace di ricreare le migliori condizioni per avviare al lavoro
i tanti giovani disoccupati, ancora non ha espresso che in minima parte i suoi
effetti, anche se alcune innovazioni previste non sono state ancora messe in atto.
Una di queste, per
esempio, è la nuova Agenzia per il lavoro (L'ANPAL), prevista dal Jobs Act per
favorire ulteriormente l'occupazione, che dovrebbe entrare a regime, essere resa
operativa, in questo mese di Giugno. Lo conferma il Presidente dell'Agenzia,
Maurizio Del Conte, che spiega all'ANSA le modalità operative della nuova
struttura. Per iniziare la sua attività l’Anpal assorbirebbe il personale
dell'Isfol e di Italia Lavoro (ne avrà le quote). I centri per l'impiego invece
resteranno per ora ancora in capo alle Regioni, fino all’esito del referendum
costituzionale, in quanto fino ad allora non è possibile apportare alcun cambiamento. Questo
significa però che l'Anpal, per il momento, non potrà fare azioni dirette sul
territorio.
Per ora, dice Maurizio Del
Conte, «Possiamo verificare i livelli essenziali ovvero che i servizi che
vengono resi ai disoccupati rispettino gli standard. Abbiamo il potere di
monitoraggio e valutazione. La nostra missione più importante comunque sarà
quella sull’assegno di ricollocazione, una vera e propria presa in carico del
disoccupato. Il nostro obiettivo è fare sì che le persone si rivolgano ai
centri per l’impiego perché sono utili. Deve esserci un sistema che accolga il
disoccupato e lo accompagni. Una delle prime cose da fare è mettere in
funzione un sistema informativo per far incontrare domanda e offerta».
La nuova Agenzia, oltre
il compito di favore l’occupazione, avrà anche quello di effettuare un maggior
controllo sui disoccupati, in particolare quelli che rifiutano opportunità di
formazione e lavoro, preferendo continuare a ricevere l’indennità di
disoccupazione. In questo caso per loro ci sarà una “tolleranza zero”. L’ANPAL,
in questo senso, potrà verificare infatti in tempo reale le condizioni esatte
di ogni persona che non si presenta ad un corso di formazione o a un colloquio
di lavoro; questo grazie a una maggiore sinergia con l’INPS, l’Ente che eroga gli
assegni (sussidi) di disoccupazione. Potrà richiedere di conseguenza all’INPS,
quando necessario, di togliere almeno una parte dell’aiuto.
Anche per l’assegno di
disoccupazione sono previste delle novità: si chiamerà NASPI e per poterlo percepire, chi è stato licenziato o ha dato le
dimissioni per giusta causa, dovrà fare l’iscrizione all’ANPAL tramite i Centri
per l’impiego (che ancora fanno capo alle strutture regionali). Dalla data di
licenziamento o dimissioni, il Centro per l’impiego avrà 2 mesi di tempo per
convocare il disoccupato e quest’ultimo avrà 15 giorni per presentarsi, pena la
perdita di 1/4 dell’assegno di disoccupazione. In quel frangente, il
disoccupato dovrà anche firmare un programma di ricollocamento e sarà seguito
da un tutor fino all’effettiva ricollocazione.
In attesa che anche i
Centri per l’impiego vengano gestiti direttamente estrapolandoli dalle Regioni,
l’ANPAL si occuperà però di monitorare la loro attività, in modo che i servizi
forniti ai disoccupati siano conformi agli standard previsti. Inoltre, l’ANPAL
terrà anche un albo delle Agenzie private di lavoro. Per la prima volta in
Italia, nasce un sistema informativo unico delle politiche del lavoro, che,
collegando le banche dati pubbliche, incrocerà una serie di dati: dalle
comunicazioni obbligatorie ai sussidi ed alle schede anagrafiche dei centri per
l'impiego, rendendo così più trasparente il mercato. Sarà compito dunque di chi
cerca lavoro farsi parte attiva, mediante la compilazione di una dichiarazione
telematica di immediata disponibilità (la “Did”); successivamente ci sarà la
fase di profilazione e la firma di un patto di servizio personalizzato.
Se non ci saranno altri
ritardi e intoppi burocratici, l’ANPAL debutterà dunque a fine Giugno. «La
grande novità - spiega il Presidente, professore di diritto del Lavoro
alla Bocconi, Maurizio Del Conte - è il legame, stretto, tra i sussidi e i
servizi per il lavoro, rafforzando la condizionalità. La disoccupazione non
sarà più, come adesso, una sorta di parcheggio retribuito, ma l'interessato
dovrà attivarsi e se rifiuterà un'offerta congrua di lavoro perderà assegno di
ricollocazione e Naspi». I primi passi dell'ANPAL, aggiunge Del Conte, «coincideranno
con il debutto della nuova infrastruttura informativa; poi si emanerà il
decreto di accreditamento online degli Enti, che da regionali diventano
nazionali, e con criteri che guardano alle competenze (e non più alle singole
strutture). Stabiliremo anche la nozione di offerta congrua, che fa scattare la
condizionalità. Tutte le informazioni saranno condivise e ciò aiuterà,
ugualmente, operatori pubblici e privati».
Cari amici, con l’entrata
in vigore, alla fine di Settembre scorso, del D.Lgs. 150/2015, uno degli ultimi
decreti applicativi che fanno parte della “Jobs Act”, la legge delega per la
riforma del lavoro approvata dal Parlamento nel dicembre 2014, il mercato del
lavoro si avvia a vivere una fase nuova e sotto certi aspetti in parte anche rivoluzionaria.
È giusto che certi privilegi (in particolare di quelli che ‘sfruttano’ l’assegno
di disoccupazione) cadano e che, invece le risorse siano davvero destinate a
chi sfortunatamente è stato privato del lavoro. Chissà, se davvero abbiamo
imboccato la strada giusta….
Ciao a domani.
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