Oristano
28 Giugno 2016
Cari amici,
Un recente studio,
pubblicato sull’American Journal of Preventive Medicine, ha scoperto che
consumare pesce almeno una volta alla settimana, non solo aiuta a tenere pulite
le arterie con i suoi Omega 3, ma aumenta il volume della nostra ‘materia
grigia’, ovvero il nostro cervello. A sostenerlo sono i ricercatori della University of Pittsburgh School of Medicine.
La notizia, mai diffusa prima, risulta di grande importanza perché, in
particolare nell’età senile, il cervello tende a perdere man mano le sue
facoltà. I dati di questa ricerca sono stati estrapolati dall’analisi di circa
260 persone che, oltre a fornire tutte le informazioni sulle proprie abitudini
alimentari, si sono sottoposte ad una risonanza magnetica al cervello.
Stando a quanto
sostengono i ricercatori un consumo regolare di pesce può aiutare in maniera
naturale a proteggere la salute del cervello, difendendolo da patologie quali
la demenza e l’Alzheimer. Mangiare pesce (meglio se cotto alla griglia o al
forno) aumenta dal 4 al 14% il volume delle aree cerebrali connesse alla
memoria e alla cognitività. Il pesce fritto, al contrario, per molte altre
ragioni non ci fa bene, anzi ci fa malissimo, in quanto compromette i contenuti
di vitamine e acidi grassi. Dunque la miglior cucina è quella prima detta: al
forno o alla griglia, senza superare determinate temperature troppo alte (come
le fritture appunto) e per poco tempo.
Pesce dunque cibo
salutare, ma che va utilizzato in maniera sana e corretta, tale da evitare sia i
rischi derivanti dal consumo del pesce crudo, che quelli del calore eccessivo
che ‘brucia’ le parti a noi utili. In questo modo si mantiene il gusto naturale
del pesce e, soprattutto, si fa il pieno dei preziosi nutrienti, primi fra
tutti gli omega 3. Questi acidi grassi, che si trovano in abbondanza in pesci,
crostacei e frutti di mare, come ben sappiamo hanno effetti antiossidanti e
migliorano anche la composizione delle membrane delle nostre cellule cerebrali.
Salmone e pesce
azzurro, così come acciughe, sgombri e sardine, sono particolarmente ricchi di Omega
3 e si dovrebbero mangiare almeno una volta alla settimana. Nella dieta settimanale
si possono introdurre anche i frutti di mare (anche se sono meno ricchi di
omega 3), così come le le seppie, i calamari e i polpi, anche se più difficili
da digerire per la diversa qualità delle loro proteine. Il pesce è cibo ben più
leggero della carne, tant’è che i nutrizionisti consigliano di introdurre il
pesce nell’alimentazione dei bambini fin dalla prima infanzia: durante lo
svezzamento almeno due o tre volte la settimana.
Eppure non sempre si
riesce a portarlo in tavola con questa frequenza, perché ai bambini in effetti non piace
molto. Ma questo alimento risulta fondamentale nell’infanzia e nell’adolescenza,
perché ricco di sostanze preziose per la crescita e lo sviluppo del cervello. Il
pesce fa bene ai bambini perché contiene quei grassi essenziali, i polinsaturi a catena
lunga, fra cui l’acido linoleico e i loro derivati, gli Omega 3. Questi grassi sono importanti
perché non vengono prodotti dall’organismo, ma devono essere assunti tramite
l’alimentazione. Attraverso di essi passano tutti i segnali che le cellule del
cervello trasmettono quando devono memorizzare e passare gli ordini ai muscoli.
Il pesce, poi, è in
grado di sostenere bene lo sviluppo dei bambini, poiché è fonte primaria di proteine
ad alto valore biologico. Un etto di merluzzo apporta 17 gr di proteine, contro
i 20 forniti da un’analoga quantità di vitello. Il pesce è anche utile per
proteggere i denti dalla carie e per regolare il funzionamento della tiroide.
Sapete perchè? Sono le vitamine (in particolare quelle del gruppo B,
che regolano il funzionamento del sistema nervoso, sono funzionali alla protezione della cute, della
vista e dei tessuti), e i sali minerali, tra cui il fosforo, il calcio, il
ferro e il fluoro e lo iodio, che ci danno questa protezione. Infine, il pesce rinforza anche le nostre ossa perché contiene
la vitamina e provitamina D, fondamentali per assorbire il calcio durante la
fase della crescita. Cosa davvero importante
è scegliere pesce freschissimo e di provenienza sicura. Stiamo attenti all’etichetta:
essa deve indicare anche il metodo di conservazione e la data di scadenza. Il
pesce, sviscerato e lavato si può conservare in frigorifero per non più di 2
giorni. Ma questo non è tutto.
Recenti studi
hanno messo in evidenza che per una donna, consumare in gravidanza grandi
quantità di questo alimento agisce positivamente sullo sviluppo cerebrale del
feto. Questo grazie agli acidi grassi Omega 3 di cui dicevamo prima. L’ultima
conferma arriva da uno studio dell’Università di Granada pubblicato sul Journal of Clinical Nutrition e
condotto sui campioni di sangue prelevati da oltre 2mila donne alla ventesima
settimana di gestazione e dal cordone ombelicale dei feti. Insomma, si potrebbe
dire che se vuoi un figlio “smart” non hai che da mangiare tanto pesce in
gravidanza!
Cari amici, bando alle
chiacchiere! Il pesce è sicuramente un alimento eccezionale, che tutti dovremmo
consumare in buona quantità, diminuendo di pari passo la carne che, spesso,
mangiamo in eccesso. Alimentarsi, non dimentichiamolo, non è solo soddisfare i
nostri “appetiti”, ma anche dare il giusto carburante al nostro organismo!
Ciao, a domani.
Mario
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