Oristano 23 Giugno 2016
Cari amici,
C’è chi vive la sua vita
ipotizzando di costruire una nuova famiglia e chi, invece, con grande disponibilità e altruismo,
decide di “servire” in umiltà la grande famiglia umana, mettendosi a
disposizione di tutti. Farlo sicuramente non è facile, anzi, credo sia possibile solo
con l’aiuto di Dio nostro Padre, che chiama, sceglie, le persone più adatte, le
persone speciali, a cui affidare un compito di grande impegno e responsabilità. Questo eccelso servizio si effettua diventando
Presbiteri, Sacerdoti capaci di portare avanti e continuare la Missione di
Salvezza portata nel mondo da Gesù Cristo. Si, ho detto prima che Dio “chiama” gli eletti, in
quanto lo svolgimento dell’oneroso servizio sacerdotale presuppone una scelta ed una chiamata, alla quale segue, dopo
attenta riflessione, l’accettazione da parte del designato, espressa con una parola semplice ed allo
stesso tempo efficace: un SI espresso con la parola “Eccomi”.
Quando Domenica sera ho visti e
sentito Paolo, al quale mi lega una sincera amicizia, pronunciare con fermezza
il suo Eccomi, gli brillavano gli
occhi, che esprimevano quella gioia interiore che solo i chiamati posseggono. È stata una
Domenica davvero speciale quella vissuta da Paolo e da tutti noi, e ve la voglio proprio raccontare.
Domenica pomeriggio 19 Giugno la
Cattedrale di Santa Maria Assunta era gremita fino all’inverosimile; in tanti
erano in attesa di assistere a questo gioioso “matrimonio” di Paolo con la
Chiesa, rito celebrato dal nostro Arcivescovo Mons. Ignazio Sanna che ha
presieduto la cerimonia di Ordinazione Presbiterale di Paolo Baroli, che si presentava al suo Vescovo vestendo ancora i panni di Diacono. Una
cerimonia da lungo tempo attesa, in quanto era trascorso oltre mezzo secolo
dall’ultima analoga ordinazione di un oristanese nella nostra splendida Chiesa
Cattedrale. L’Ordinazione precedente risaliva infatti al 1961, quando il 9 di
Luglio due nuovi presbiteri ricevettero l’ordinazione: erano Mario Carrus e
Sergio Pintor, il primo diventato successivamente Vicario generale
dell’Arcidiocesi Arborense ed il secondo Vescovo di Ozieri.
La lunga attesa però è ora finita
e Don Paolo, dopo la consacrazione, è ora pronto ad iniziare il suo ministero
apostolico. La partecipata cerimonia è iniziata alle ore 18,00 in una
Chiesa stracolma. Nei primi banchi a destra i familiari di Paolo (in primis
padre, madre e fratello) ed a sinistra le autorità. Al canto d’ingresso
“Signore da chi andremo…” si è snodato il corteo del clero, composto da un
grande numero di sacerdoti, diaconi e chierici, chiuso dall’Arcivescovo e dal
cerimoniere. Paolo non è salito subito sull’altare come tutti gli altri, ma è
rimasto giù, vicino ai genitori, in attesa della “chiamata”.
Dopo il rituale rito di apertura
col segno della croce, da parte di Monsignor Sanna, la cerimonia è proseguita col
“Kirie” e con il “Gloria in excelsis Deo”, cantati dal coro della Cattedrale
diretto da Nicola Lentis. Dopo l’ascolto della Parola e del Vangelo, prima
dell’omelia dell’Arcivescovo, si è dato il via alla parte iniziale della
particolare liturgia dell’Ordinazione, che prevede che l’ordinando, dietro
invito del Diacono, si presenti al Vescovo rispondendo
“Eccomi” alla chiamata. Dopo la presentazione del candidato (effettuata dal
Rettore del Seminario che ne garantisce la preparazione), l’Arcivescovo ha
interrogato Paolo, per l’ufficiale accertamento sia della preparazione che
della sua ferma disponibilità e volontà a diventare sacerdote per sempre. Al
termine Mons. Sanna ha tenuto la sua omelia.
Nella Sua lucida riflessione, dopo il
saluto alle autorità presenti, l’Arcivescovo si è soffermato in particolare sul
contenuto del Vangelo di Luca (Lc 9, 18-24). Il brano in parola parla di Gesù
che, interrogando i suoi discepoli, pone loro questa domanda: “Le folle, chi
dicono che Io sia?”. La risposta è: “Il Battista, altri dicono Elia, altri uno
degli antichi profeti che è risorto”. Ma Gesù li incalza ancora: “Ma Voi, chi
dite che Io sia?”. A questa domanda Pietro risponde: “Il Cristo di Dio”. Alla
il Signore, dopo averli ammoniti severamente di non riferirlo a nessuno,
aggiunge: “Se qualcuno vuole venire dietro di me, rinneghi se stesso, prenda la
sua croce e mi segua. Chi vuole salvare la propria vita la perderà, ma chi
perderà la propria vita per causa mia, la salverà”.
Gesù, dunque, fa capire a Pietro
ed agli altri che la risposta che Essi han dato, che Lui era il Cristo, il
Messia, potevano averla avuta solo dal Padre; il popolo, invece, nella
convinzione di trovarsi di fronte ad un grande profeta, immaginava magari di
poter lucrare, suo tramite, nuovo e maggiore potere terreno. Mons. Sanna ha poi
aggiunto che il sacerdote, erede dei primi apostoli, non è altro che un
“Sacerdos alter Christus”, ovvero un celebrante che opera in luogo di Cristo,
in Sua vece. Egli nel suo Ministero si identifica in Cristo, per cui deve
essere attento agli altri con la stessa passione del nostro Salvatore. Il
sacerdote, insomma, deve essere sempre uno che si gioca tutto, fino in fondo,
donandosi e donando sempre agli altri: offrendo pace, tranquillità, coraggio e
speranza. Chiudendo l’omelia l’Arcivescovo si è rivolto a Paolo
incoraggiandolo, e, dopo aver ricordato i loro primi incontri, una dolce
commozione lo ha pervaso, velandogli lo sguardo e facendogli quasi mancare la
parola.
La cerimonia è quindi ripresa.
Alle numerose domande poste a Paolo ed alle sue risposte tutte affermative,
hanno fatto seguito le Litanie dei Santi. A seguire l’imposizione delle mani,
fatta dall’Arcivescovo sul capo di Paolo (gesto ripetuto da tutti i presbiteri
presenti) e la successiva preghiera di Ordinazione; la vestizione di Paolo con
gli abiti sacerdotali è avvenuta mentre il coro ed il popolo dei fedeli
intonava il canto “Tu es sacerdos in aeternum…”. Risalito sull’altare Paolo ha
ricevuto l’unzione crismale, la consegna del pane e del vino e l’abbraccio di
pace. Tutti i presbiteri presenti sull’altare hanno ripetuto con Lui
l’affettuoso abbraccio della pace.
La liturgia eucaristica è
continuata con l’offertorio, a cui è seguito il rito di comunione, durante il
quale i presenti hanno cantato “Io son la vite, Voi siete i tralci…”. Dopo la
Comunione e il rito conclusivo, i fedeli hanno intonato lo speciale canto
finale “Lo spirito del Signore è su di me…”.
Cari amici, Paolo è ormai sacerdote a tutti gli effetti, e Don Giuseppe, Parroco della Cattedrale, dopo aver ringraziato tutti della loro calorosa presenza, ha letto ai fedeli il telegramma del Santo Padre che esprimeva a Paolo le Sue felicitazioni. Al termine della bella cerimonia tutti hanno potuto salutare il nuovo sacerdote nel giardino del Museo Diocesano, dove era stato allestito un piacevole rinfresco.
Cari amici, Paolo è ormai sacerdote a tutti gli effetti, e Don Giuseppe, Parroco della Cattedrale, dopo aver ringraziato tutti della loro calorosa presenza, ha letto ai fedeli il telegramma del Santo Padre che esprimeva a Paolo le Sue felicitazioni. Al termine della bella cerimonia tutti hanno potuto salutare il nuovo sacerdote nel giardino del Museo Diocesano, dove era stato allestito un piacevole rinfresco.
Lunedì 20 Giugno Paolo ha celebrato
la Sua Prima Messa in Cattedrale alle ore 18,00. Ho partecipato anche a questo
solenne inizio del suo Ministero sacerdotale, unitamente ai cavalieri e dame
della Delegazione oristanese dell’Ordine Equestre del S.S. di Gerusalemme. Ho
chiesto a Paolo di pregare per tutti noi, e sono certo che lo farà. Anche noi
pregheremo per Lui perché il suo nuovo Ministero sia ricco di frutti copiosi.
Mario
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