domenica, giugno 19, 2016

ALIMENTAZIONE E BENESSERE ANIMALE: MA TU LO SAI COSA MANGI A TAVOLA?



Oristano 19 Giugno 2016
Cari amici,
Anche di recente sono apparse sui giornali (e sulla miriade di altri Media) situazioni scandalose di allevamenti di animali da carne condotti in pieno dispregio anche delle norme minime di conduzione. Se è pur vero che gli animali vengono allevati per l’alimentazione umana, è altrettanto vero che i vari tipi di allevamento (ovino, suino, bovino, avicolo e quant’altro) debbono, comunque, rispettare codici etici e comportamentali tali da evitare inutili sofferenze alle bestie, e avere un percorso di vita (anche gli animali ne hanno diritto) degno di tale nome.
Di recente il Parlamento europeo ha adottato un’ulteriore risoluzione non-legislativa volta a predisporre una strategia ancora più efficace in materia di benessere animale. Il quadro normativo in vigore, infatti, appare ancora inadeguato, ed è tempo di fare ulteriori passi per migliorare gli standard di benessere negli allevamenti degli Stati membri. Dopo un periodo di assoluta libertà, quando ogni allevatore poteva comportarsi a suo piacimento, nel 1965 con la pubblicazione del Brambell Report, fu enunciato il principio delle cinque libertà a cui gli animali avevano diritto: eccole. La prima: libertà dalla fame, dalla sete e dalla malnutrizione; la seconda: libertà di avere un ambiente fisico adeguato; la terza: libertà dal dolore, dalle lesioni e dalle malattie; la quarta: libertà di poter manifestare i propri comportamenti naturali; infine la quinta, libertà dalla paura e dal disagio, tutti principi che rappresentavano (e rappresentano tuttora) i cardini del benessere animale.
Da allora iniziò un lungo percorso di sensibilizzazione e progressiva consapevolezza, che portò nel 1976 alla stesura della Convenzione europea sulla protezione degli animali negli allevamenti e, nel 1978, alla Dichiarazione universale dei diritti dell’animale. Nel 1997 e successivamente nel 2009, con il Trattato di Amsterdam e il Trattato di Lisbona, furono identificati gli animali come esseri senzienti. Un passo dopo l’altro, si giunse finalmente all’elaborazione di una strategia articolata, che ha collocato l’Unione europea al primo posto nel campo dell’innovazione giuridica in materia di benessere animale. Ciononostante, il lavoro da fare è ancora molto, e la recente risoluzione adottata dal Parlamento europeo non può che essere vista con favore.
Eppure, nonostante tutto gli allevamenti intensivi continuano ad essere condotti in modo così barbaro da creare non solo disapprovazione ma orrore. L’unica speranza è che sia il consumatore a fare senza indugio la sua parte: egli deve evitare di stare (per risparmiare) dalla parte del produttore (che pensa solo al suo volgare guadagno) e pensare di più alla sua salute ed a quella del mondo che lo circonda. Su questa lunghezza d’onda già si intravvede l’interesse dei consumatori europei, che cominciano ad esigere una carne proveniente da allevamenti con elevati standard di benessere, scartando i prodotti degli allevamenti super intensivi, che, tra l’altro, forniscono una carne carica di sostanze pericolose anche per la salute umana.
A parte gli orrori degli allevamenti lager (che hanno coinvolto anche nomi noti dell’industria di livello internazionale), cominciano ad apparire sul mercato diversi esempi positivi, che fanno intravvedere quella che potrebbe diventare l’attività di allevamento degli animali da carne del futuro. Un ritorno al sano allevamento del passato (anche se per ora quasi impercettibile), comincia a vedersi: almeno il 5 % degli allevatori sta abbandonando i capannoni industriali per tornare alla vecchia fattoria. In Italia una piccola percentuale di impianti (soprattutto tra Emilia Romagna e Piemonte) si converte a pratiche etiche e sostenibili, superando in molti casi gli standard del biologico.
I tre più importanti settori di allevamento sono: quello bovino, quello suinicolo e quello avicolo. Indubbiamente il vero benessere, quello ideale, sarebbe quello di far pascolare o razzolare gli animali a terra, in piena libertà, anche se è difficile passare dal niente al tutto! Eppure qualche caso particolarmente interessante esiste, eccome: in Sicilia, per esempio, un certo Roberto Li Calzi, contadino-intellettuale con una particolare visione dell'agricoltura, intesa non soltanto come fonte di alimenti ma anche occasione per affermare la dignità dell'Uomo e il rispetto della Terra, ha messo in atto un suo curioso progetto denominato “Galline felici”.
Per realizzarlo, ha provveduto a comprare (ad un Euro l’una) uno certo numero dii galline, sottraendole a degli sfruttatori industriali che le allevavano in batteria. Le ha tirate fuori dalle gabbie che avevano la cresta afflosciata, dai colori spenti. Le ha quindi liberate in un grande spazio dalle parti di Agnone Bagni, tra Catania e Siracusa; qui le coccola, le nutre in maniera sana, le lascia scorrazzare serene per l’aia, insomma, le rispetta. In pochi giorni le creste spente hanno ripreso i cromatismi vivi, inturgidendosi e sollevandosi: una chiara dimostrazione di ‘ritrovata dignità’, da parte di questi pennuti salvati dallo sfruttamento seriale.
In tale opera di riscatto avicolo c’è tutta la filosofia di Li Calzi, contadino-filosofo che ha una visione panica dell’agricoltura. Mosso da questa formidabile spinta morale, ha creato un piccolo impero di economia sostenibile, grazie a una galassia di aziende siciliane pulite, tanto nelle pratiche agricole quanto in quelle relazionali, riunite in consorzio e che costituiscono già una seria e composita realtà agroalimentare. Una filosofia reale, pagante, non il semplice sogno di un uomo che non porta frutti.
Cari amici, cambiare in meglio, quando per anni si è arrivati perfino all’orrore, non è facile e ci vorrà del tempo, ma intravvedere già la luce fuori dal tunnel è molto importante. Per questo gran parte della responsabilità pesa anche sul consumatore, che deve agevolare il ritorno ad un allevamento più umano, scartando i prodotti che sani non sono. Solo col concorso di tutti, anche gli animali, nostri compagni di viaggio in questo mondo, potranno condurre una vita che valga la pena di essere vissuta.
A domani.
Mario


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