lunedì, luglio 21, 2025

L'UOMO E IL SEGRETO DELL'IBERNAZIONE. UN ESEMPIO DA PRENDERE IN CONSIDERAZIONE: QUELLO DELLE RANE DEI BOSCHI (DETTE ANCHE RANE DEL GHIACCIO).


Oristano 21 luglio 2025

Cari amici,

Che l’uomo da tempo cerchi di bloccare la morte con L’IBERNAZIONE è cosa nota, anche se per il momento ogni tipo di esperimento non è andato a buon fine. Gli scienziati per ora sono riusciti a congelare, e far successivamente tornare alla temperatura normale, embrioni e spermatozoi, ma non abbiamo ancora la certezza se e quando saremo in grado di congelare e, poi, scongelare senza danni un intero corpo umano o un cervello. La scienza non sa, perciò, i possibili effetti negativi della crioconservazione. Gli studi continuano, e certi esempi che ci vengono dalla natura possono darci una mano.

Per esempio, c’è una rana, “LA RANA DEI BOSCHI DELL'ALASKA” (Lithobates sylvaticus), detta anche rana di legno, che ha sviluppato una straordinaria capacità: quella di “CONGELARSI” durante l'inverno, e poi, sopravvivere al congelamento, tornando alla vita in primavera. Questa rana applica praticamente un processo naturale di ibernazione, una specie di  “Congelamento controllato”. Quando le temperature si abbassano fortemente, la rana del legno si rintana in un luogo riparato e inizia a congelare.

Il processo di congelamento controllato inizia con la riduzione delle funzioni vitali: piano piano rallentano la respirazione e il battito cardiaco, arrivando a fermarsi quasi completamente; anche il metabolismo si riduce al minimo. Per evitare danni, però, aumenta la produzione di crioprotettori: la rana, infatti, produce elevate quantità di glucosio e urea, che agiscono come "antigelo" naturale, proteggendo le cellule dal congelamento e dai danni. In parole povere, entra lentamente in atto il processo di “Disidratazione parziale”. Gli organi interni si disidratano solo parzialmente, riducendo in questo modo il rischio di danni causati dal ghiaccio.

Durante tutto il lungo inverno la rana dei boschi dell'Alaska resta in questa particolare fase di congelamento, aspettando il tepore primaverile per ritornare lentamente alla vita. Con il ritorno della primavera avviene lo scongelamento: la rana gradualmente riprende le sue funzioni vitali, il cuore ricomincia a battere ed essa si risveglia, come dopo un lungo sonno, pronta a riprendere le sue attività. Questo fenomeno appare all’uomo straordinario: perché questa rana è uno dei pochissimi vertebrati al mondo che possiede la capacità di congelarsi e successivamente scongelarsi!

Considerato che l’uomo da anni effettua studi sulla possibilità, anche per il genere umano, di avvalersi di una simile possibilità, il meccanismo utilizzato da questa rana risulterebbe estremamente utile per le possibili, future applicazioni sul corpo umano. Applicazioni che, in campo medico, risulterebbero utilissime, come l'ibernazione e la crioconservazione di organi per trapianti, la cui conservazione, oggi, risulta difficile da posporre nel tempo.  

Si, amici, se un giorno, forse non lontano, gli organi umani potranno essere conservati a lungo termine per i trapianti, e potranno quindi essere custoditi in vere e proprie banche, il merito sarà proprio di queste rane boschive, che popolano l’intero Canada e la parte settentrionale degli Stati Uniti. Come lo sarà anche, se un giorno per ora molto remoto, gli uomini potranno essere ibernati e riportati in vita in epoche successive. Le ricerche continuano senza sosta anche in Italia, dimostrate anche dai recenti esperimenti compiuti su topi e maiali.

Il ricercatore John Costanzo dell’università di Miami nell’Ohio, ha affermato che è essenziale arrivare a capire il funzionamento del particolare “paraflu naturale” di cui sono dotate queste rane, che riesce a ridurre il loro metabolismo al minimo, o addirittura lo sospende. A differenza degli embrioni, che sopravvivono anche due anni, gli organi umani possono essere conservati col ghiaccio - ma non congelati - solo poche ore: 48 al massimo un rene, 4 un cuore. «Se riuscissimo a fare come le rane boschive - ha commentato Costanzo - ci si aprirebbero nuove frontiere». Si potrebbero trapiantare organi dopo mesi o almeno settimane. Si potrebbero fermare un cervello colpito da ictus o il cuore di un infartuato e operare su di essi, e poi «resuscitare» i pazienti. Oppure, pensate, ibernare una persona e risvegliarla anni dopo!

Cari amici, arrivare a comprendere questo particolare fenomeno, che è un vero e proprio "miracolo biologico", significa, ancora una volta, prendere atto delle straordinarie capacità della natura, che l’uomo – per ora - conosce solo in minima parte!

A domani.

Mario

Nessun commento: