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SA MACCHINA BECCIA |
Oristano 3 luglio 2025
Cari amici,
Il luminoso passato minerario
della Sardegna ebbe come fulcro il territorio dell’Iglesiente, che, fin dal
Neolitico, fu considerato un grande centro metallifero. Quegli importanti siti minerari
hanno una storia davvero molto antica, tanto che, nel periodo romano, furono
fondate due città minerarie: Metalla e Plumbea, che venivano sfruttate per
estrarre argento e piombo. Successivamente, con alterne vicende, l’attività mineraria
continuò fino agli inizi di questo millennio, in quanto l’attività estrattiva
era diventata nel campo protagonista indiscussa nell’isola.
L'attività mineraria in
Sardegna, soprattutto nell'area del Sulcis-Iglesiente, raggiunse, come
accennato prima, il suo picco nei primi anni del XX secolo, per poi declinare progressivamente a partire dagli anni '70 del secolo scorso. Le miniere,
lentamente ma inesorabilmente, furono gradualmente chiuse, ed ebbero come
ultima protagonista la miniera di carbone di Monte Sirai, in territorio di
Carbonia, che chiuse i battenti nel 2018. Oggi l’Iglesiente è muto testimone di
un passato minerario glorioso riconosciuto in tutto il mondo.
Amici, ho fatto questa
premessa non solo per riflettere sul nostro passato minerario, ma soprattutto
per evidenziare il triste abbandono di questi importanti luoghi minerari, che
in passato furono fonte di ricchezza e posti di lavoro per migliaia di sardi.
Un abbandono che non ha risparmiato nemmeno quegli importanti gioielli architettonici,
quelle costruzioni che, necessarie in passato, oggi avrebbero potuto costituire
pezzi importanti per lo sviluppo turistico della nostra isola, catalizzando
flussi importanti di visitatori, vista anche la vicinanza del mare, con spiagge
di grande, rara bellezza. Ecco un
esempio eclatante: "SA MACCHINA BECCIA".
Nelle campagne tra
Iglesias e Gonnesa, svetta ancora, con grande orgoglio, una imponente
costruzione solitaria che a prima vista appare come un castello; i rari passanti
che si avventurano in quelle campagne si domandano: a cosa poteva servire
quella grande costruzione da dove spuntano i merli simili a quelli di un antico
castello? Domande lecite, in realtà, perchè un così grande fabbricato, alto,
severo, con merli proprio da castello e proporzioni da cattedrale, non è facile
capire a cosa serviva!
Questo simil castello,
amici, non è né l’uno né l’altro! Non serve a celebrare il sacro, né a
difendere nessun sovrano e nessun regno! Quell’antica struttura era parte
attiva di una miniera, poi diventata “Sa Macchina Beccia”. Fu progettata da
un estroverso ingegnere, che decise di darle un’impronta architettonica
insolita per la sua funzione; era il cuore di un sistema estrattivo imponente,
capace di sollevare dai sotterranei il minerale che alimentava l’economia del
territorio.
Amici lettori, ciò che
oggi sorprende non poco è il suo abbandono, il triste destino che un fabbricato
così importante di certo non meritava! Ciò dimostra l’attuale, classico, menefreghismo
nei confronti del nostro passato! Quel triste “gettare via” cose importanti, è dimostrata, in questo caso, da questo fabbricato, la cui triste, isolata presenza e decadenza, fa interrogare il passante che si pone non poche domande. Si, perché questa
massiccia, teatrale, costruzione del passato, immersa in un paesaggio dove
appare quasi fuori luogo, fa riflettere e pensare!
Si, “Sa macchina Beccia” è
il relitto di un’epoca industriale in cui persino un pozzo minerario poteva
trasformarsi, per le capacità di un intelligente costruttore, in un’opera
visionaria. La struttura è oggi è vuota e silenziosa, in parte diroccata, e sembra
voler mostrare al mondo l’abbandono senza pietà dell’uomo che non rispetta e
onora il passato! La si può raggiungere solo a piedi, seguendo un antico sentiero
che serpeggia tra ruderi e antiche tracce minerarie. All’arrivo il visitatore resta
ammutolito: il finto castello si staglia contro il cielo, come se fosse stata
lasciato lì da un’altra epoca o da un’altra civiltà. Un oggetto architettonico
misterioso, fuori luogo, fuori tempo!
Cari amici, è incredibile
ma vero! La Sardegna ha diversi gioielli millenari, oltre ad un'immensità di costruzioni nuragiche, di cui poco si sa, e che –
a chi di dovere – non sembra proprio importare, in particolare se parliamo delle monumentali costruzioni lasciateci dalla Civiltà nuragica! Anche SA MACCHINA BECCIA, quella costruzione
un po’ cattedrale, un po’ fabbrica e un po’ castello, con tanto di merli in
stile medievale, resta muta e semisconosciuta, lasciata in triste abbandono, tanto che presto
andrà in totale disfacimento. Credo che chi ci governa dovrebbe ritrovare saggezza e rispetto per il passato, un passato che non si deve mai dimenticare, in quanto andrebbe apprezzato, riscoperto e utilizzato! Non credo
di dover aggiungere altro!
A domani.
Mario
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