martedì, luglio 22, 2025

LA STORIA DELL'ORO DI ITALIA E GERMANIA, DEPOSITATO NEGLI USA PRESSO LA FEDERAL RESERVE. SU QUEST’ORO PENDE DA TEMPO UNA RICHIESTA DI RESTITUZIONE…


Oristano 22 luglio 2025

Cari amici,

Che la circolazione monetaria sia da lungo tempo “agganciata e garantita dalle riserve auree del Paese”, è una realtà che continuiamo a portarci appresso. Tra i diversi Paesi, la Germania e l’Italia sono (dopo gli Stati Uniti) i Paesi con la più grande riserva aurea. Le gran parte delle riserve auree di questi 2 Paesi, sono depositate presso la FED, il cui valore è equivalente a 245 miliardi di dollari, cifra di non poco conto. Ebbene, questo trasferimento negli USA dei lingotti d’oro, effettuato da Germania e Italia a suo tempo, fu motivato da “ragioni di sicurezza” e diversificazione. Col passare del tempo, però, e con il costante modificarsi delle situazioni verificatesi in campo internazionale, certe decisioni prese possono e debbono essere riviste aggiornate all'oggi.

La Germania in particolare, infatti, visti certi preoccupanti motivi di natura socio-economica, iniziò a riportare una parte del suo oro a casa nel 2013, continuando a valutare la possibilità di riportare a casa ulteriori tranche delle sue riserve. Anche l'Italia, sebbene abbia una parte consistente del suo oro custodita in altre sedi (come Fort Knox), ha da tempo ipotizzato di voler rimpatriare una parte delle sue riserve. Già nel 2019 la premier Meloni (che all’epoca stava all’opposizione) lanciava da Facebook l’appello: «Rimpatriare subito l’oro italiano!».

Come accennato prima, col trascorrere del tempo le tensioni tra Stati e le incertezze geopolitiche cambiano in continuazione, creando pericolosi scenari, per cui certe decisioni prese ieri, oggi sono da rivedere, ovvero da modificare. Sono trascorsi decenni, da quando l’Italia e la Germania decisero di conservare negli Stati Uniti i lingotti d’oro della loro riserva aurea, quantificato, come detto prima, in un valore superiore ai 245 miliardi di dollari. Si tratta, come appare chiaramente,  di uno dei tesori più preziosi al mondo, la cui custodia negli Stati Uniti oggi non è più considerata così sicura come un tempo.

Con il recente ritorno di Trump alla Casa Bianca, l’alleato americano non appare più così sicuro come un tempo. Certe sue decisioni hanno allarmato i mercati, creando una crescente sfiducia nei confronti della politica monetaria americana adottata da Donald Trump. Il suo recente scontro con Jerome Hayden Powell, Presidente della Federal Reserve, ha inevitabilmente riacceso il dibattito inerente la restituzione dell’oro dei Paesi europei, scontro prontamente ripreso dal Financial Times, sulla necessità concreta di riportare nel continente europeo quelle riserve auree. La Germania ora preme più fortemente dell’Italia, considerato che la Meloni ha un feeling particolare con Trump.

Amici, i dubbi sulla tenuta del dollaro crescono ogni giorno (ma anche le pressioni su euro e yuan), e, di fronte alla nuova, violenta guerra, scatenata con i dazi da Trump sui mercati, si è tornati al vecchio rifugio: fidarsi solo dell’oro! Si, nel nuovo millennio, il mondo è davvero cambiato, e di conseguenza anche le risposte politiche date dalle nazioni coinvolte. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è costituita proprio dalle dichiarazioni controverse di Trump nei confronti della Federal Reserve (FED), la cui indipendenza, imparzialità e capacità di operare senza interferenze politiche, è stata messa fortemente in discussione dal Presidente Trump.

Amici, una decisione, quella del Presidente Trump, che ora pesa come un macigno sulle preoccupazioni in capo ai Governi europei. Più che preoccupazione si tratta di paura: quella di una possibile politicizzazione dell'oro, che potrebbe diventare un forte strumento di pressione economica nelle mani di Washington, paura che di giorno in giorno sta diventando più concreta. In particolare in Germania le richieste di riportare l’oro depositato presso la FED sono recentemente aumentate, alimentate dalle preoccupazioni presenti nei mercati internazionali.

In Germania l’ex  eurodeputato della Die Linke e ora membro del partito di estrema sinistra BSW Fabio De Masi, ha sottolineato le «forti argomentazioni» in favore del rimpatrio delle riserve auree, parlando di una questione che riguarda la sicurezza nazionale e la sovranità monetaria. «L’oro è una risorsa strategica e va custodita con la massima attenzione, soprattutto in un periodo di crescente incertezza geopolitica», ha dichiarato il politico italo-tedesco. Anche Michael Jäger, Presidente dell'Associazione dei Contribuenti Europei, ha sollevato preoccupazioni in merito: «Siamo molto preoccupati che Trump possa interferire con l'indipendenza della Federal Reserve».

Cari amici, il Governo italiano, invece, al momento appare molto tiepido nei confronti del problema, forse per il rapporto di amicizia che lega la Premier Meloni al Presidente Trump. Mentre i tedeschi premono per riportare quanto prima in patria l’oro depositato alla FED, la Presidente Meloni, nonostante le vecchie promesse, nicchia, evitando di prendere posizione, ovvero "pretendere la restituzione del nostro oro"! Purtroppo, il pericolo socio-economico paventato non è teorico ma reale, e, restare inerti, può crearci dei seri problemi, non solo di natura economica.

A domani.

Mario

1 commento:

Giovanni ha detto...

La vedo dura! La FED non mollerà con facilità quell'oro e uno si dovrebbe domandare: perché? Perché quell'oro custodito negli USA avrà sul suo groppone innumerevoli vendite o prestiti fatti a terzi all'interno del sistema bancario internazionale. La quantità di oro nominale è all'incirca 100 volte la quantità di oro effettivo e se l'Italia riuscisse a farlo rientrare chissà quanti proprietari di oro nominale si presenterebbero davanti alla Banca d'Italia affermando che quell'oro è di loro proprietà!