giovedì, luglio 17, 2025

IL CURIOSO SIGNIFICATO DELLA PAROLA “SCRUPOLO”. DI ORIGINE LATINA, QUESTO TERMINE STAVA AD INDICARE QUEL FASTIDIOSO SASSOLINO NELLA SCARPA...


Oristano 17 luglio 2025

Cari amici,

Nel nostro linguaggio corrente, ci capita spesso di usare la parola "SCRUPOLO". È questo un termine le cui origini sono datate, perché la parola deriva dal latino “Scrupulus”, che stava ad indicare quel fastidioso sassolino appuntito che, una volta insediatosi tra il piede e i sandali, creava non poco fastidio. Il significato attuale di questa parola, consultando un vocabolario, assume invece il significato di "avere un dubbio o un'esitazione che ci morde la coscienza, relativamente a qualcosa da noi fatta che ci rimane in dubbio che sia giusta o sbagliata". Ma come si è arrivati ad utilizzare in senso virtuale questa antica parola?

Amici, nell’Antica Roma i famosi soldati, chiamati legionari, erano avvezzi a lunghissime camminate, durante le quali marciavano senza sosta per molte miglia. All’epoca indossavano dei sandali aperti in cuoio, e, considerate le strade dell’epoca, capitava spesso che degli insidiosi sassolini si infilassero nelle loro CALIGAE, i loro sandali militari. Queste minuscole pietre appuntite, che si incastravano tra la suola e il piede, provocavano loro un fastidioso disagio costante. Il soldato, a quel punto, aveva solo due strade da percorrere: sopportare il dolore e continuare la marcia, oppure fermarsi per togliere il sassolino, rischiando, però, la punizione per aver rallentato il viaggio della truppa.

In realtà erano entrambe soluzioni pericolose, insomma, una scelta difficile da effettuare! Loro erano l’ultima ruota del carro, e pagavano sempre di persona le conseguenze, mentre i loro capi, a partire dai senatori, tribuni e altri uomini di potere, viaggiavano comodamente a cavallo o seduti in un carro! Per loro non vi potevano essere dei possibili “Scrupulus” capaci di creare fastidiosi problemi, in quanto non avevano di certo sassolini da sopportare nei calzari! Ai grandi, di ieri e di oggi, i fastidi (quelli sempre in capo alla gente comune) vengono sempre risparmiati, senza Se e senza Ma. Ecco da dove nasce l’idea che chi ha potere  spesso "non ha scrupoli": perché non sente il fastidio morale che rallenta le persone comuni.

Col passare del tempo, lo “Scrupolo”, da pietra vera, fastidiosa e appuntita, ha assunto una “veste figurata”, diventando quel piccolo disturbo della mente o della coscienza. Si, amici, un “sassolino interiore”, che ci tormenta e non ci lascia vivere tranquilli, che ci punge e ci riempie di dubbi, martellandoci e preoccupandoci. Dubbi che non tormentano solo nei nostri giorni, in quanto questa metafora era già ben viva e attiva nell’antica Roma. Cicerone, per esempio, parlava di "Crupulus conscientiae", il sassolino della coscienza, dove anche i piccoli dettagli potevano diventare fonte di preoccupazione.

Amici, viviamo nel Terzo Millennio, e usiamo quotidianamente al termine “SCRUPOLO”. Ma, oggi, con quale significato? Questo proverbiale "sassolino nella scarpa", seppure virtuale, resta, oggi come ieri, capace di turbare le nostre coscienze. Lo scrupolo ci fa sentire gravemente inadempienti nei confronti delle leggi morali e religiose, dei nostri doveri di cittadini e di cristiani. Avere degli scrupoli è diventato un serio problema psicologico che procura grandi sofferenze: ansia, inquietudine: un continuo esame sui nostri pensieri, azioni e omissioni! Insomma, un sassolino virtuale che ci crea momenti di profondo sconforto.

Cari amici, col tempo, quella piccola pietra aguzza che si infilava nei sandali dei soldati romani. è diventata un grande simbolo di coscienza: si è trasformata in un dubbio interiore, che ci punge quando abbiamo fatto qualcosa che non ci sembra giusta. E così che è nato questo campanello d’allarme, questo avviso! "Avere degli scrupoli" è diventato un segno di grande sensibilità morale. Ovviamente nelle persone dotate di vero senso di responsabilità, perché, in fondo, chi non ha scrupoli non sente neanche quel piccolo, scomodo sassolino dell’etica nella scarpa della coscienza.

A domani.

Mario

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