Oristano
10 Novembre 2018
Cari amici,
Il detto che “Per far
conoscere bisogna mostrare”, possibilmente nel modo migliore, è una
verità ormai assodata, in particolare nel mondo commerciale; un prodotto se vuoi venderlo bene devi prima farlo conoscere! Questa logica vale anche per i numerosi paesi dell’interno della nostra Sardegna, ricchi di saperi e sapori, ma in gran parte sconosciuti appema fuori dalle proprie mura. Eppure in
questi ultimi anni alcune Amministrazioni lungimiranti hanno capito l'importanza del "rendere noto" il loro ricco patrimonio di conoscenza, organizzando mostre e sagre, capaci di dare un concreto segnale di presenza, capacità e vivacità del loro paese. Manifestazioni destinate proprio a far conoscere
e di conseguenza vendere gli straordinari prodotti del loro territorio.
Sicuramente una strada non solo percorribile ma consigliata a tutti, perché facendo conoscere i prodotti, le bellezze, la storia e la cultura di ogni centro anche piccolo, possiamo davvero allontanare lo spettro dello spopolamento che tristemente incombe, in particolare nei nostri centri minori.
Sicuramente una strada non solo percorribile ma consigliata a tutti, perché facendo conoscere i prodotti, le bellezze, la storia e la cultura di ogni centro anche piccolo, possiamo davvero allontanare lo spettro dello spopolamento che tristemente incombe, in particolare nei nostri centri minori.
Quella del “mostrare”,
però, è una politica che, a mio avviso, è valida solo in una prima fase: un “primo tempo”, a cui deve necessariamente
seguire un “secondo tempo”. Cerco di spiegarmi meglio.
La seconda fase, in realtà, consiste nel perfezionare la prima. Per rendere economicamente valida e fruibile la produzione locale mostrata a "sos istranzos", per far sì che essa possa diventare vera e costante ricchezza tale da contribuire a creare reddito e lavoro, contribuendo in modo reale al ripopolamento di quel centro, è necessario fare un'attenta analisi di come migliorarla. Un esempio lo ha dato proprio Desulo, che, a mio avviso, dopo aver percorso per bene la prima parte con le mostre e le sagre, ha deciso di passare alla seconda fase, avviando un serio programma di ricerca sulle proprie produzioni, nell'intento di migliorarle. Lo ha dimostrato proprio nella sagra di quest'anno 2018.
La seconda fase, in realtà, consiste nel perfezionare la prima. Per rendere economicamente valida e fruibile la produzione locale mostrata a "sos istranzos", per far sì che essa possa diventare vera e costante ricchezza tale da contribuire a creare reddito e lavoro, contribuendo in modo reale al ripopolamento di quel centro, è necessario fare un'attenta analisi di come migliorarla. Un esempio lo ha dato proprio Desulo, che, a mio avviso, dopo aver percorso per bene la prima parte con le mostre e le sagre, ha deciso di passare alla seconda fase, avviando un serio programma di ricerca sulle proprie produzioni, nell'intento di migliorarle. Lo ha dimostrato proprio nella sagra di quest'anno 2018.
Si, amici, l’eco
della bella manifestazione “La montagna
produce 2018” si è appena conclusa, con qualcosa di più delle precedenti edizioni. La sagra che, alla pari di quelle degli altri centri, diversamente note
con i vari appellativi di “Autunno in Barbagia”, ha
portato a Desulo un numero crescente di visitatori, tra i quali molti turisti, che hanno potuto
in questo modo conoscere e assaporare gli straordinari prodotti della montagna, frutto
del lavoro degli abitanti di uno dei paesi fra i più alti della Sardegna con i
suoi 888 metri d’altezza sul livello del mare, a un tiro di schioppo da Punta
La Marmora, la vetta del Gennargentu che raggiunge i 1.834 metri.
Dal’ 1 al 4 Novembre Desulo,
questo centro
modesto (ha poco più di 2.300 abitanti) posto a due passi dal Gennargentu, ha aperto le proprie “Cortes” ai visitatori
registrando numeri
davvero eccellenti. A Desulo questo importante evento annuale che invita 'sos istranzos' alle proprie “Cortes apertas”, prende il nome di “La Montagna Produce”, in quanto le produzioni ricavate sono di grande eccellenza. E proprio l'idea di valorizzarle al meglio che quast'anno a fatto aggiungere a quest'incontro annuale un interessante "di più".
Il ricco programma 2018
comprendeva mostre e fiere dei prodotti tipici della montagna, lavorazione e
degustazione del torrone, esibizioni corali e rassegne d’organetto e folkloristiche
di vario genere. Desulo è paese ricco di storia, cultura e tradizioni, dove
visitare il rione di “Ovolaccio”, per esempio, significa immergersi nei luoghi
calpestati dal poeta Montanaru; visitatissimo il nuovo museo multimediale a Lui
dedicato, così come la sua antica casa. Molto apprezzato anche il folclore, con
la presentazione di splendidi costumi e straordinarie rappresentazioni di balli
sardi come “Su ballu tundu”.
Quest’anno però, come
accennato prima, Desulo ha inteso fare un bel passo avanti: riflettere sulle
opportunità di sviluppo delle produzioni della montagna, a partire dal castagno.
Per farlo, Sabato 3 Novembre, nella Sala convegni del caseggiato scolastico, ha
organizzato una Giornata di studio appositamente dedicata: “Multifunzionalità e valorizzazione dei prodotti del castagno”. Questa giornata formativa è stata organizzata di
concerto con l’Agenzia regionale Laore e UniNuoro, l’Università nuorese.
I partecipanti al
Convegno, davvero numerosi, hanno potuto ascoltare le relazioni di Gianni Battacone
e Fabio Madau dell’Università di Sassari e di Ciriaco Loddo di Laore; i lavori,
coordinati da Fabrizio Mureddu del Consorzio Universitario nuorese, hanno visto
alternarsi al podio anche Barbara Argiolas, Assessore al Turismo della Regione
Sardegna, e Gigi Littarru, Sindaco di Desulo, più altri.
La risultante delle
proposte messe sul tappeto nel Convegno è stata soprattutto quella di puntare
sulla qualità, certificando i prodotti della montagna, creando sane filiere
suinicole, utilizzando per bene i frutti del bosco, come castagne e ghiande,
queste ultime in grado di dare un’alimentazione eccellente ai suini. Il castagno, inoltre, è un'ottima
fonte di impollinazione per le api, tanto che dal polline si ricava un ottimo miele.
Le castagne, inoltre, oggi si prestano anche ad usi in precedenza sconosciuti, come la
fabbricazione di birra di castagne, già realizzata a Guspini da un nativo di Desulo,
Antonio Zanda. La Regione, ha detto Barbara Argiolas nel convegno, può contribuire svolgendo l’importante
ruolo di supporto ai vari centri, occupandosi della informazione/comunicazione all’esterno,
anche fuori dall’Isola.
Infine, Tonino Costa di
Laore ha accompagnato gli ospiti alla degustazione, che comprendeva tutta una
serie di pietanze realizzate con le castagne, accompagnate da birra e liquori, sempre a base di
castagne. Il tutto, come sempre, innaffiato con i vini del Mandrolisai.
Cari amici, il “passo
avanti” fatto da Desulo io lo ritengo un fatto importante, che anche altri
centri potrebbero (anzi dovrebbero) seguire. Il futuro delle nostre zone
interne dipende da quello che saremo capaci di fare per far conoscere davvero i
nostri prodotti unici, i quali, uniti alla salubrità e alla bellezza dei luoghi, della
nostra storia, cultura e tradizioni, porebbero davvero creare quel volano di sviluppo
che da tempo sogniamo in Sardegna. Se vogliamo possiamo cambiare in meglio il nostro destino, con serietà e determinazione.
A domani.
Mario
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