giovedì, maggio 24, 2018

ORISTANO: UNO SPETTACOLO TEATRALE PER RIBADIRE IL NO AL GIOCO D’AZZARDO. VENERDÌ 25 MAGGIO ALL’AUDITORIUM DEL TECNICO MOSSA, ORGANIZZATO DALLA CARITAS DIOCESANA.


Oristano 24 Maggio 2018
Cari amici,
Anche Oristano ha deciso di contribuire alla difficile lotta contro il gioco d’azzardo. In prima fila, con grande determinazione, ha deciso di entrare in campo la CARITAS Diocesana, che ha organizzato per domani, Venerdì 25 Maggio, alle ore 11,00 presso l’Auditorium I.T.C. Lorenzo Mossa, in via Carboni 10 a Oristano, un interessante convegno con spettacolo teatrale, per ribadire in modo forte il No alle slot machine, protagoniste ormai, sia nei piccoli che nei grandi centri, del pericoloso e diffuso gioco d’azzardo.  Sono invitati a partecipare tutti i cittadini (l’ingresso è gratuito e aperto a tutti), come ha fatto sapere la Direttrice della Caritas Diocesana Arborense, Giovanna Lai.
Protagonista dell’incontro la Compagnia di Milano ITINERARIA TEATRO, che dal 1994 mette in scena spettacoli di “Teatro Civile”, che affrontano temi cruciali e pericolosi, che mettono in ginocchio le famiglie, stimolando in modo concreto, sia negli adulti che nei giovani, la presa di coscienza sulle terribili conseguenze delle devianze, come quella del gioco d’azzardo. Su questo tema la Compagnia ha realizzato e portato nelle sale di molte zone d’Italia uno spettacolo dal titolo “GRAN CASINÓ – STORIE DI CHI GIOCA SULLA PELLE DEGLI ALTRI”. Lo scorso 18 Settembre lo spettacolo è approdato anche alla Camera dei Deputati, mettendo in evidenza, in modo chiaro, le responsabilità delle Istituzioni per questa dilagante piaga sociale che, in Italia, ha raggiunto cifre altissime e messo sul lastrico tante famiglie.
Il gioco d’azzardo è un terribile vizio, che da sempre ha offuscato la mente dell’uomo. Esso infatti risale agli inizi dell’umanità; inizialmente un modo di scommettere, di interpretare il futuro, quasi a voler scoprire il volere divino. A farla da padrone nel gioco, all’inizio furono i dadi (i più antichi furono rinvenuti in Cina, databili ad oltre 5.000 anni fa. Fin dal 4.000 a.C., infatti, in Egitto, India e Giappone è certo che si usavano i dadi, fabbricati a mano in modo approssimativo, ricavati dalle ossa degli animali; il gioco era praticato anche dai Sumeri, dagli Assiri e dai Babilonesi.
Nelle epoche successive il gioco d’azzardo veniva praticato in Grecia (anche in modo eccessivo) ed anche a Roma, dove però era vietato per ragioni di ordine pubblico e quindi non poteva essere praticato pubblicamente. Lo si praticava, a porte chiuse, alla chiusura dei pubblici locali, dove si giocava senza risparmio; si puntavano molti sesterzi sulle corse delle bighe e delle quadrighe, oltre che sulle lotte dei gladiatori. I giocatori, nella speranza di vincere, si rivolgevano alla dea Fortuna; per questo essi scaramanticamente giocavano d’azzardo solo nei giorni fasti, facendo sacrifici e pregando la dea.
Arrivati nell’età moderna, il gioco d’azzardo diventò d’élite, con la creazione di prestigiosi casinò, di lotterie miliardarie e quant’altro, consentite e avallate anche dallo Stato, che con gli introiti percepiti poteva impinguarne le finanze. Tutte le varie possibili scommesse, infatti, sono tassate: dalle lotterie al totocalcio, fino ad arrivare alle slot machine. Queste sono ormai definite come “La peste del millennio”, essendo dislocate in tutti i punti abitati, anche i più modesti. Da questa pericolosa stuazione, dunque, ne discende la necessità di trovare antidoti per trovare rimedio a questo terribile “vizio rovina famiglie”, che continua a mettere sul lastrico un crescente numero di persone fragili, contribuendo a fornire ricchi incassi alle società di gestione delle macchine, spesso legate a clan poco puliti.
L’iniziativa della Compagnia di Milano ITINERARIA TEATRO, appare pertanto non solo utile ma encomiabile, da apprezzare in quanto le opere teatrali messe in campo sono in grado di mettere il dito nella piaga: far riflettere e, anche se con difficoltà, cercare di distogliere le persone finite nel vortice del vizio del gioco.  
“Gran Casinò- Storie di chi gioca sulla pelle degli altri”, è un’opera scritta da Fabrizio De Giovanni (recentemente insignito del Premio Nazionale Enriquez 2016 come Miglior Attore e Migliore Drammaturgia teatrale), uno spettacolo che ha l’obiettivo di informare gli spettatori e stimolare le loro coscienze sulla grande pericolosità del gioco d’azzardo.
Cari amici, sono certo che saremo in tanti ad andare ad assistere a questa interessante pièce teatrale, perché sarà proprio la presenza di un numeroso pubblico il miglior sostegno a chi è contagiato dal tarlo del vizio del gioco, una forte presenza che potrà far riflettere e convincere il giocatore a salvare se stesso e la famiglia.
Tutti insieme, allora, domani 25 Maggio alle ore 11,00 all’Auditorium del Mossa, per gridare tutti insieme “Basta con le slot, basta distruggere la famiglia ingrassando i malefici artefici del gioco”!
A domani.
Mario

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