lunedì, agosto 18, 2025

TUTTI POSSIAMO SBAGLIARE, PER CUI IN TANTI CADIAMO IN ERRORE. IL COMPORTAMENTO ERRATO, PERO', DEVE SERVIRE PER MIGLIORARCI.


Oristano agosto 2025

Cari amici,

L’uomo non è un essere “INFALLIBILE” ma imperfetto, per cui capita spesso che possa commettere degli errori. Ma, dopo aver sbagliato, sarebbe alquanto utile fare una seria riflessione, cercare di capire le motivazioni che lo hanno portato a compiere l’errore, arrivando ad accettarlo e imparando da esso. Risulta, infatti, inutile arrovellarsi il cervello con pericolosi sensi di colpa: il fatto è accaduto e non si può certo tornare indietro. Restare schiacciati dall’errore,  mantenere vivo il senso di colpa non aiuta, mentre accettarlo, metabolizzarlo, serve ad evitare di ripeterlo in futuro. Ecco un esempio che può far comprendere meglio il problema. È una curiosa storia, in parte vera.

Si racconta che una scimmietta golosa, osservando un'arancia racchiusa nella cavità di una zucca, ci infilò la zampa per afferrarla, ma restò incastrata. Lei, ostinata, pur di mangiarsi il frutto non lasciò la presa, e in questo modo venne catturata! La storiella ha un fondo di verità: in Indonesia usano questo sistema per catturare le scimmie. Amici, come spiega Luca Stanchieri, life and corporate coach, psicologo e scrittore, «L'immagine della scimmietta rappresenta la difficoltà che molto spesso incontriamo a lasciar andare le cose. Possono essere convinzioni sbagliate, un rimpianto, un risentimento, una paura, una vecchia ferita».

Gli esperti si sono chiesti: “Ma per quale motivo non riusciamo a dimenticare, tormentandoci e non accettando l’errore commesso”? Una delle possibili cause e la nostra insicurezza di fondo, il timore di valere poco e di essere rifiutati dagli altri. “Così ci arrocchiamo in una posizione di difesa”, aggiunge l'esperto. Ad esempio, lasciar andare... un'amicizia che ci ha deluso succede a tanti, forse per un errore di valutazione, o semplicemente perché nel tempo le persone cambiano; ma in questo caso perché ostinarci, insistere per cercare di far andare avanti, comunque, le cose? Farlo significa andare incontro a una frustrazione maggiore.

Le problematiche di questo tipo sono tante. Ad esempio sui luoghi di lavoro. A volte lavoriamo troppo, ma rallentare, lasciar perdere... quel lavoro che ci assorbe troppo non è facile! “Non vengo a cena perché devo finire una pratica”, “sono in ritardo, ero bloccato in una riunione”, questi e molti altri i motivi addotti da chi non riesce a lasciar perdere. «Spesso sul lavoro ci si sente sotto pressione perché ci si concentra più sulla paura di sbagliare o di deludere qualcuno, che sugli obiettivi da raggiungere» conferma Luca Stanchieri. Cosa bisognerebbe fare, dunque? Ecco il consiglio di Stanchieri. Basterebbe riorganizzare il lavoro in modo razionale: non tutto può essere urgente, ci sarà sicuramente un'attività che può essere rimandata. Si può fare una lista con le priorità della settimana, lasciando uno spazio per un eventuale imprevisto. Il problema è il capo che approfitta della tua disponibilità? Creati in ufficio un angolo tutto tuo, personalizzando la tua postazione con oggetti che ti ricordano che hai una vita anche fuori di lì . “Marcare” il territorio ti serve a mettere dei paletti a te stesso, innanzitutto, e di conseguenza anche agli altri.

L’ansia della perfezione, quella che ci fa riflettere troppo sugli errori commessi, è davvero pericolosa: appanna la lucidità, mina l'autostima e toglie tutte le energie. Risultato: vivere continuamente sotto pressione ed essere spesso scontenti. Lasciar andare... ecco la risposta! Vedere il bicchiere mezzo vuoto, questa la soluzione. È importante imparare, invece, a gustarsi il bicchiere mezzo pieno. Lo si può fare utilizzando di più i cinque sensi. Quali emozioni ci regala gustare il primo caffè della mattina, oppure indossare il profumo preferito o guardare un bel panorama fuori città? Proviamo ad ascoltare i nostri sensi, cercando di trarre piacere da ogni nostro singolo stimolo!

Amici, riuscire ad essere sempre positivi, esorcizza il rischio di cadere in depressione, e lo stesso sistema immunitario ne esce rinforzato. Lasciar andare... i sensi di colpa, ecco, questo è l’obiettivo! Il senso di colpa non è raro, è qualcosa che tutti abbiamo provato. Può sorgere per non aver aiutato un amico nel momento del bisogno, per non essere stati più presenti in famiglia o per mille altri motivi, ma non succede solo a noi, succede a tanti, quindi continuare a rimuginare pensieri del tipo: “come sarebbe stato se avessi fatto…, o non avessi detto.... ", è oltremodo sbagliato.

Cari amici, dobbiamo, con grande convinzione, prendere atto che i sensi di colpa si possono e si debbono superare! Come superarli? Lo possiamo fare attraverso l'azione e quindi con un gesto concreto di riparazione. E se non fosse più possibile recuperare l’errore commesso nei confronti della persona a cui abbiamo fatto un torto, proviamo a renderci utili verso chi vediamo in difficoltà: questa azione ci farà sentire più leggeri e di certo ci consentirà di recuperare l'autostima!

A domani.

Mario

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