sabato, agosto 23, 2025

RICCHEZZA, ALTRUISMO E DEMOCRAZIA. QUANDO IL DENARO PORTA ALLA VIOLAZIONE DELLE REGOLE FONDAMENTALI DI CONVIVENZA SOCIALE, MINANDO LA DEMOCRAZIA.


Oristano 23 agosto 2025

Cari amici,

Che l’UOMO RICCO non sia molto propenso ad aiutare gli altri, in specie i più bisognosi, è purtroppo una triste realtà. Gli studi di psicologia sociale evidenziano che la persona ricca non solo agevola ma addirittura riduce, fino a negare l’aiuto agli altri, ritenendosi un soggetto di un livello superiore, che si colloca “al di sopra” delle norme che regolano la vita sociale. Che il ricco usi questo comportamento poco umano nei confronti degli altri, è noto fin dai tempi biblici, ed è confermato anche dalla frase che troviamo nel Nuovo Testamento (precisamente nel Vangelo secondo Matteo (19:24), Marco (10:25) e Luca (18:25)): "È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago che un ricco entri nel regno di Dio".

Una frase significativa, che Gesù, usando l'immagine iperbolica del cammello e dell’ago, utilizzava per sottolineare la difficoltà - per chi è attaccato alle ricchezze - di abbandonare le proprie sicurezze materiali ridandone in parte agli altri; un modo per sottolineare quanto sia arduo per un ricco entrare nel regno dei cieli. Col passare degli anni la psicologia sociale ha studiato e analizzato gli svariati, numerosi modi che la ricchezza, in particolare quella molto grande, utilizza per influenzare i comportamenti delle persone che la possiedono, arrivando alla conclusione che «i miliardari non sono come noi, in quanto molto diversi».

Sul comportamento anomalo dei grandi ricchi sono stati effettuati molti esperimenti dagli studiosi di psicologia sociale, evidenziando che - come la povertà ha degli effetti psicologici e comportamentali tangibili - così li ha anche la ricchezza, che rende le persone meno propense a immedesimarsi con le persone comuni, praticando l’egoismo del possesso e dimostrando meno generosità e compassione. Chi è ricco finisce per convincersi di meritarsi quella ricchezza, indipendentemente dal fatto che spesso non è farina del proprio sacco, ma il risultato di circostanze fortuite, come per esempio il fatto di essere nati in una famiglia alquanto agiata.

Si, amici, i ricchi finiscono per convincersi di meritarsi la ricchezza posseduta, quindi di avere più voce in capitolo su tutto. Un comportamento, questo, che possiamo definire di “Darwinismo sociale”, nel senso che i ricchi si considerano persone più forti e valide, quindi capaci di prevalere (e dominare) nella società. Questo modo di pensare è la giustificazione ideologica preferita da chi ha uno status sociale più alto. La questione di per sé sarebbe poco più di una curiosità antropologica se non fosse che nella realtà del mondo attuale le diseguaglianze economiche sono sempre più macroscopiche, tanto che da anni sono in costante aumento!

In questo mondo sbilanciato, con un crescente numero di “poveri”, si rafforza una classe globale di iper-privilegiati nelle cui mani passa il destino del mondo! Un esempio? Negli Stati Uniti gli ultraricchi hanno di fatto occupato il governo! Il dominio degli ultraricchi sta arrivando a situazioni terrificanti. Ecco un esempio eclatante. I super ricchi, che potrebbero permettersi benissimo di pagare molte tasse, fanno di tutto per pagarne meno delle persone normali, mettendo a rischio il Welfare praticato dagli Stati ai meno abbienti.

Uno degli esempi recenti può fare chiarezza. Elon Musk, per esempio, che «ha abbastanza soldi da poter, se lo desiderasse, porre fine alla fame nel mondo e avere ancora miliardi da spendere», e Bezos, che «potrebbe eliminare i senzatetto in America e rimanere comunque una delle persone più ricche del mondo», invece di impegnarsi per risolvere questi problemi pressanti che affliggono oggi la maggior parte delle persone nel mondo, si appassionano a grandiose utopie futurologiche, come la conquista dello spazio!

Amici, la logica conseguenza di questa situazione crea anche un serio pericolo: una “deriva antidemocratica”. Ecco il credo imperante: «Perché gli uomini “più adatti” dovrebbero sottomettersi alle tasse, alle regolamentazioni? Perchè chi è superiore non è tenuto a rispettare le regole! Non sorprende, dunque, il fatto che molti dei miliardari della tecnologia siano seguaci delle teorie di Curtis Yarvin, il teorico del tecno-feudalesimo, nuova filosofia che vuole abolire la democrazia e «superare la nostra fobia dei dittatori», per trasformare le attuali Repubbliche in Stati-azienda imperiali, in cui l'amministratore delegato-sovrano governi lo Stato come una «società per azioni, senza tener conto delle opinioni dei residenti» (questo il ritratto di Curtis Yarvin fatto da Luca Angelini).

Amici, il pericolo creato dalla super-ricchezza è dietro la porta! È facile, anche per le persone comuni, pensare che chi ha fatto fortuna negli affari abbia più numeri degli altri per governare. Ma dirigere la cosa pubblica richiede competenze del tutto diverse da quelle che servono a dirigere un'impresa. Gli imprenditori devono massimizzare i loro profitti, pensando prima di tutto al loro guadagno. Chi governa uno Stato deve, invece, comporre interessi diversi, cercando di trovare risposte che tutelino la collettività e aiutino la maggior parte dei ceti più bassi. La democrazia è un sistema di governo, che, per quanto imperfetto, muove da un presupposto semplice: costruire un sistema che dia strutturalmente voce agli interessi di tutti, che non si limiti a dare più spazio ai bisogni delle "persone selezionate". La filosofia di Governo di un Stato, è l'antitesi della psicologia praticata dai miliardari!

Negli ultimi anni abbiamo assistito ad una enorme accumulazione della ricchezza senza precedenti. E, volgendo uno sguardo agli USA, abbiamo visto entrare nel governo miliardari come Musk, uno degli uomini più ricchi del mondo. Ciò dimostra come la democrazia, come noi oggi la conosciamo, sia già ad alto rischio. Continuando di questo passo, la Democrazia potrebbe cadere molto prima di quanto possiamo pensare…

Cari amici, credo che non ci sia nient’altro da aggiungere…

A domani.

Mario

 

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