sabato, agosto 09, 2025

IL CORAGGIO DI FARSI MORDERE PER ANNI DAI SERPENTI VELENOSI! ORA IL SANGUE DI QUEST’UOMO PUÒ SALVARE VITE UMANE, CON LA CREAZIONE DI EFFICACI ANTIDOTI.


Oristano 9 agosto 2025

Cari amici,

Negli Stati Uniti c’è un uomo straordinario: si chiama TIM FRIEDE. Oggi Tim, americano  del Wisconsin, ha 57 anni ed è da sempre un appassionato di serpenti velenosi, che alleva da quasi 18 anni. La cosa davvero straordinaria è che si è lasciato mordere da loro circa 200 volte, e si è iniettato oltre 650 dosi di veleno, seppure calibrate nel tempo. Stiamo parlando di serpenti molto velenosi, come  taipan, mamba neri, cobra e bungari, dai quali, una volta estratti dalle teche dove li conserva, seppure con una certa cautela, si lascia mordere.

La sua storia, come hanno raccontato diverse riviste e giornali, è ritenuta davvero eccezionale, per il grave rischio corso di morire. Rischio che ha affrontato più volte negli anni, ma che ha consentito di sviluppare delle serie ricerche sulla preparazione di antidoti sicuri ed efficaci per i veleni. Basti pensare che ogni anno muoiono per avvelenamenti da morso di serpente tra 81mila e 138mila persone in tutto mondo, perlopiù nelle aree rurali dell’America, dell’Asia e dell’Africa, e circa 400mila subiscono amputazioni o disabilità permanenti per la stessa ragione.

Amici, Friede, non è uno scienziato o un uomo di laboratorio: è oggi un ex impiegato nel campo dell’edilizia, che sin da giovanissimo ha sognato di fare l’erpetologo (ovvero un esperto nello studio di rettili e anfibi); la sua esperienza è stata una vera e propria manna per la scienza, e oggi CENTIVAX, un’azienda impegnata nella produzione di vaccini ad ampio spettro, con cui collabora, gli ha fatto affermare con orgoglio, in un’intervista al New York Times: «Sono davvero fiero di poter fare qualcosa nella vita per l’umanità» e «per persone che probabilmente non incontrerò mai».

La curiosa storia di Friede iniziò prestissimo. Fu morso per la prima volta da un serpente, non velenoso, quando aveva cinque anni. Solo da adulto, però, cominciò a collezionare e allevare nel seminterrato di casa prima scorpioni e poi serpenti, arrivando ad un certo punto ad averne 60 velenosi. Il giorno dopo l’11 settembre 2001, turbato per l’attacco alle Torri Gemelle e per la recente morte di un amico, si lasciò mordere da due cobra. Perse conoscenza in breve tempo, e si risvegliò in ospedale, dopo quattro giorni di coma.

Quell’esperienza lo segnò. Sopravvissuto, decise di diventare una specie di “cavia”, e, lavorando soltanto di notte, da solo, cominciò a iniettarsi dosi calibrate nel tempo di veleno estratto dai suoi serpenti. Questo non gli evitò comunque altri incidenti, tra morsi accidentali, shock anafilattici, svenimenti e altro. Nel 2017 Friede conobbe l’immunologo JACOB GLANVILLE, fondatore e amministratore delegato di Centivax, e cominciò a collaborare con lui, che all’epoca stava studiando un particolare tipo di anticorpi detti “neutralizzanti ad ampio spettro”, utilizzati come base nella ricerca di vaccini universali contro i virus.

Glanville prelevò campioni del sangue di Friede per isolare gli anticorpi che il suo sistema immunitario aveva sviluppato nel tempo per contrastare i veleni. Guidato dallo stesso Glanville, il gruppo di ricerca scoprì che alcuni topi da laboratorio a cui venivano iniettate dosi di veleno di 19 diverse specie di serpenti, tra cui mamba e cobra, erano in parte o del tutto immuni se prima avevano ricevuto una combinazione di due potenti anticorpi presenti nel sangue di Friede, unita a una molecola sintetica in grado di bloccare le neurotossine (tossine che agiscono sulle cellule del sistema nervoso).

L’antidoto sperimentale, dunque, appare efficace, anche se funziona solo contro il veleno di 19 specie della famiglia degli elapidi, che, a sua volta, è solo una delle famiglie a cui appartengono le circa 650 specie note di serpenti velenosi: quello realizzato non è, quindi, da intendersi come una sorta di rimedio universale! È di certo, comunque, una scoperta significativa, perché la maggior parte degli antidoti oggi conosciuti funziona solo contro una o poche specie di serpenti di una determinata regione geografica.

Cari amici, indubbiamente è presto per dire di aver trovato la totale soluzione per un vero antidoto contro il veleno dei serpenti. La ricerca è ancora nelle fasi iniziali: l’antiveleno è stato testato per ora solo sui topi, e saranno necessari anni prima di arrivare alla sperimentazione umana. La strada è lunga, considerato anche che le specie velenose di serpenti sono tante: per esempio quello preparato non è ancora efficace contro le vipere e i serpenti a sonagli. Un grande GRAZIE, comunque, a Tim Friede, ed al suo straordinario coraggio!

A domani.

Mario

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