venerdì, agosto 01, 2025

ECCO IL PIU ANTICO DOLCIFICANTE SARDO: “S'ABBAMELE”. DERIVATO DAL MIELE, È UTILIZZATO FIN DAL PERIODO NURAGICO.


Oristano 1° agosto 2025

Cari amici,

Da sardo verace, voglio iniziare anche i post di agosto parlando della nostra isola. La Sardegna, terra ricca di una civiltà ultra millenaria, è patria di abitanti che conoscono profondamente la natura in tutte le sue particolarità. L’uomo (e il sardo non è da meno) da millenni ha sempre consumato con piacere le sostanze dolci. Sicuramente le api furono tra le prime a procurargli questo piacere, e da allora, "questo dolce piacere" continua, senza mai attenuarsi, anche oggi. Con la sua intelligenza, però, l’uomo non si limitò a consumare quello che la natura gli offriva già pronto, ma iniziò a fare delle modifiche, come ad esempio sperimentando la fermentazione della frutta, ricavando gustose bevande alcoliche. Ebbene, fermentando la frutta, ottenne, per esempio, la sapa, ricavata dall’uva o dai fichidindia, così come il vino dall'uva; quanto al prodotto delle api, pensò non solo di consumare il miele, ma anche di utilizzare i sottoprodotti dell’alveare, facendoli fermentare. Vediamo come.

Fin dall’epoca nuragica, l’uomo sardo, già prima dell’introduzione delle arnie costruite in sughero (su casiddu), e poi di quelle successive, utilizzava il miele prodotto dalle api selvatiche, che in quei tempi si auto-costruivano l'alveare negli incavi dei tronchi d’albero. Ebbene, siccome l'uomo aguzza sempre l'ingegno, una volta estratto in modo rudimentale il miele contenuto, visto che i favi avevano ancora un buon contenuto di sostanze dolci residue, cercò di estrarre queste sostanze facendo bollire i favi. Questo succo, una volta fermentato, prese il nome di ABBAMELE, ottenuto dalla bollitura lenta e artigianale dei dolci residui dell'alveare. L'Abbamele in sostanza è un decotto di miele e polline, con ottime proprietà antibiotiche, antisettiche, antiinfiammatorie, antivirali e antimicotiche.

Indubbiamente il prodotto ricavato risultò alquanto gradito dall’uomo ancora primitivo: era un ottimo dolcificante, ma anche una prima fonte di ebbrezza, per l’alcool contenuto prodotto dalla fermentazione! Da questo primordiale idromele (il miele era ritenuto preziosissimo, per cui vi era la necessità di non perderne nemmeno una goccia), è poi derivata la lavorazione tecnica da cui si ottenne S’ABBAMELE (noto anche come abbattu, s’acuamebi o saba ‘e meli…), un prodotto dalla storia antichissima che è rimasto radicato ed esiste ancora oggi nella tradizione sarda.

Ma come si prepara oggi questo antico dolcificante? Un’esperta come Anna Maria Cabiddu, produttrice di miele sul lago di Mulargia (la sua azienda si chiama Cuore di Mulargia), ci ha gentilmente spiegato come fare. Per prima cosa bisogna recuperare dal favo fino all’ultima goccia di miele, in genere se ne ottiene un ulteriore 20%, ricco di polline e propoli, e separarlo dai rimasugli di cera. Per farlo i pezzi di favo tagliati si immergono in acqua intorno ai 50°C, facendo sciogliere la cera che potrà quindi essere poi rimossa, e quello che rimane è acqua (in sardo ”abba”,  e miele: “ABBAMELE”, per l’appunto.

Il liquido così ricavato viene messo a bollire per ore, fino a far evaporare l’acqua in eccesso e, come per tutti i mosti cotti, consentirà di concentrare il sapore e caramellizzare gli zuccheri, dando al prodotto finale un fantastico gusto caramellato dal leggero aroma tostato. A questo punto entra in gioco la fantasia del produttore: si può aromatizzare l’Abbamele con scorze d’arancia, di limone, con la mela cotogna o un mix di questi o altri ingredienti, aggiunti rigorosamente a non più di mezz’ora dalla fine della bollitura, per mantenerne intatti gli aromi.

Amici, se in passato, per millenni, s’Abbamele era il cibo dei meno abbienti, oggi s’Abbamele è apprezzato anche negli ambienti di alto livello, per le sue grandi potenzialità gastronomiche. Il suo gusto, profondo e complesso, dai molteplici toni dolci, in perfetto equilibrio e con una elegante nota amara, risulta qualcosa con un gusto straordinario! Un prodotto abbinabile ad una grande varietà di prodotti: insomma, un gusto difficile da trovare con un altri ingredienti. S’Abbamele è un prodotto straordinario: lo possiamo abbinare sia con i piatti dolci che con quelli salati; è perfetto con formaggi freschi e stagionati, sparso su gelati e seadas, o con carne di maiale e, ovviamente, con i salumi tipici della Sardegna!

Cari amici, oggi S’ABBAMELE è un Prodotto Agroalimentare Tradizionale sardo (PAT), un prodotto di nicchia della Sardegna, ricavato seguendo le regole tradizionali, codificate da più di 25 anni; fu iscritto nei Prodotti Agroalimentari Tipici nel 2010. È oggi un prodotto eccellente, che merita di essere conosciuto non solo nella nostra Isola ma anche nel resto d’Italia! Insomma un prodotto che, noi sardi in particolare, dovremmo conosce e FAR CONOSCERE meglio, perché spesso siamo noi sardi che conosciamo poco i nostri prodotto d’eccellenza!

 A domani.

Mario