La Germania sta pensando di uscire dall'Euro...
Oristano
26 Aprile 2018
Cari amici,
La notizia come una
bomba ad orologeria sta iniziando a serpeggiare in Europa: prima lentamente e poi in modo sempre
più veloce; in Germania, visto e considerato che la “Grosse Koalition” che la Merkel con difficoltà è riuscita a ricucire sembra non funzionare a dovere, un pool di
economisti spinge per far uscire la Germania dall’Euro. Inizialmente la notizia ha avuto l'effetto di una bomba, ma, a ben pensare, l’idea in realtà non è
poi così peregrina.
Si perchè nell'eventualità che l'uscita si concretizzasse, per i tedeschi il ritorno al Marco porterebbe un introito, una “buonuscita” davvero da record, liquidata dalla BCE. Per i tedeschi questa prospettiva sarebbe davvero allettante, in quanto garantirebbe alla Bundesbank, la loro Banca Centrale, di portare a casa una buonuscita da 900 miliardi di Euro! Per quanto misteriosa possa apparire, questa è una realtà garantita dai trattati, anche se poco conosciuta dai più. Ma prima di capire il perché, vediamo meglio i motivi della disaffezione tedesca e i meccanismi previsti, nell’eventualità di uscita dal sistema Euro.
Si perchè nell'eventualità che l'uscita si concretizzasse, per i tedeschi il ritorno al Marco porterebbe un introito, una “buonuscita” davvero da record, liquidata dalla BCE. Per i tedeschi questa prospettiva sarebbe davvero allettante, in quanto garantirebbe alla Bundesbank, la loro Banca Centrale, di portare a casa una buonuscita da 900 miliardi di Euro! Per quanto misteriosa possa apparire, questa è una realtà garantita dai trattati, anche se poco conosciuta dai più. Ma prima di capire il perché, vediamo meglio i motivi della disaffezione tedesca e i meccanismi previsti, nell’eventualità di uscita dal sistema Euro.
Tutti sappiamo della
faticosa alleanza raggiunta tra la CDU e l’SPD, che ha consentito ad Angela
Merkel di restare ancora al timone del Governo tedesco, accordo che tuttavia stenta a decollare.
L’insofferenza tra i due schieramenti, nonostante la formale alleanza raggiunta,
continua. I media quotidianamente definiscono la “Grosse Koalition” inadatta, confusionaria e continua fonte di “conflitti”.
Conflitti che non trovano d’accordo nessuna delle due parti, un po’ su tutto: dai problemi dell'Islam a quelli relativi alla sicurezza, dalle spese dello Stato sociale, al supporto alle famiglie preda della disoccupazione.
Conflitti che non trovano d’accordo nessuna delle due parti, un po’ su tutto: dai problemi dell'Islam a quelli relativi alla sicurezza, dalle spese dello Stato sociale, al supporto alle famiglie preda della disoccupazione.
Seppure ampiamente navigata,
Angela Merkel fatica a trovare la quadra. Di recente, nell’intento di
rasserenare i bollori di entrambi gli schieramenti, ha convocato gli esponenti
del suo Governo lontano dai rumori e dal caos cittadino: li ha portati “in
clausura” nel castello di Meseberg, poco fuori Berlino. Un tentativo certamente
encomiabile considerata anche la sua abilità politica, ma dalla gran parte dei due schieramenti dall’esito incerto, senza reale efficacia.
I timori di rottura appaiono certamente
reali, concreti. Il Paese sta attraversando momenti di grande insofferenza, non
condividendo buona parte delle politiche che la Merkel in questi anni ha
portato avanti, a partire da quella verso gli immigrati. Poi, altro problema non secondario, la mancata condivisione delle "politiche dello spreco" che i parsimoniosi tedeschi attribuiscono a molti altri Stati (compreso il nostro), infastiditi sempre di più dall'osservare i conti pubblici
saccheggiati dagli Stati-Cicala,
come vengono definiti gli Stati spreconi che fanno parte dell’Unione Europea. Promotori
del dissenso tedesco in particolare, gli economisti e gli alti esponenti della
finanza, che ipotizzano proprio l’idea rivoluzionaria, di “Uscire dall’Euro”.
Gli economisti in
particolare risultano essere i più influenti. Con in testa figure come quelle di
Hans-Werner Sinn e Karl Konrad del Planck-Institut, oltre al potente Presidente
del Consiglio dei Saggi economici, Christoph Schmidt, dominano l'opinione pubblica con motivazioni che
trovano buon accoglimento. Uno dei motivi più penetranti, che colpiscono maggiormente,
è l’eventuale prevalere della linea politica della condivisione dei rischi tra tutti i Paesi che compongono l’Unione.
Condivisione che si concretizzerebbe con la temuta emissione degli Euro Bond, che verrebbero messi in
circolazione per rilanciare la debole economia di nazioni come l’Italia, la
Grecia e la Spagna, solo per citare gli Stati più bisognosi, titoli garantiti in solido da tutti
gli Stati.
Questa ipotesi, già
circolata in passato e sempre bloccata da Berlino, potrebbe tornare in auge e
la Germania teme ora di diventare “garante” della solvibilità degli Stati-cicala,
finora incapaci di superare le difficoltà in cui si trovano, visto il
fallimento delle politiche di austerity sempre predicate dall’Unione e mai realmente
concretizzate. Ecco uno dei motivi principe per cui ora i tedeschi pensano di abbandonare l’euro,
ovviamente in maniera indolore! Per farlo ovviamente cercheranno di apportare (senza danni per loro, ovviamente) le
necessarie modifiche alle attuali regole europee, in quanto i regolamenti
attuali non prevedono gli specifici meccanismi per poter abbandonare la moneta
unica.
Oggi l’unico concreto meccanismo di rottura è quello che passa
dall’articolo 50, che prevede l’uscita dall’Unione Europea tout court, lo
stesso usato dal Regno Unito per poter effettuare la Brexit. L'obiettivo dei
tedeschi sarebbe invece quello di uscire dall’euro restando però
contemporaneamente dentro l’UE, per non penalizzare le esportazioni e dunque le
proprie aziende.
Cari amici,
indubbiamente l’ipotesi che circola con insistenza in Germania, appare, nel
resto dell’UE, a dir poco dirompente, quasi un’esplosione nucleare; a ben
pensare, però, per quanto all’apparenza sembri poco credibile, la prospettiva che
la Germania possa uscire dall’euro esiste, e ai tedeschi vantaggi né porterebbe non pochi!
Si, agli esperti tedeschi appare una prospettiva più che allettante, perché nel caso si realizzasse, la Banca centrale tedesca, la Bundesbank, otterrebbe dalla BCE, come accennato prima, una favolosa buonuscita: ben 900 miliardi di Euro! Molti si chiederanno, ma per quale motivo? Quale la ragione di un esborso così stratosferico? La ragione c’è, anche se molti non conoscono i particolari meccanismi che regolano i rapporto dell’UE con i singoli Stati, con particolare riferimento all'Import-Export.
Si, agli esperti tedeschi appare una prospettiva più che allettante, perché nel caso si realizzasse, la Banca centrale tedesca, la Bundesbank, otterrebbe dalla BCE, come accennato prima, una favolosa buonuscita: ben 900 miliardi di Euro! Molti si chiederanno, ma per quale motivo? Quale la ragione di un esborso così stratosferico? La ragione c’è, anche se molti non conoscono i particolari meccanismi che regolano i rapporto dell’UE con i singoli Stati, con particolare riferimento all'Import-Export.
Nel settore
Import-Export, il meccanismo tecnico-contabile in vigore nell’Unione è regolato
dai cosiddetti Saldi Target 2, che funzionano
in un certo modo; ogni volta che c’è l’importazione di un prodotto tedesco da
parte di uno altro stato membro UE, la Banca centrale tedesca matura un credito contabile Export, che alimenta in positivo il conto della
Bundesbank. Essendo le esportazioni tedesche massicce, sono in grado di alimentare
alla grande non solo l’avanzo commerciale ma anche creare un massiccio credito contabile della Bundesbank nei
confronti della BCE. Credito che, rilevato a Febbraio scorso, ha raggiunto il
picco di 913 miliardi di euro. Cerchiamo di capire meglio questo saldo.
I Saldi Target, lo ha
spiegato per bene l'economista Marcello Minenna su Business Insider, con un
esempio. "Un’azienda italiana che
importa dalla Germania attraverso la propria banca nazionale genera
automaticamente un “debito” Target2 per la Banca d’Italia, perché il bonifico
in partenza dalla banca italiana viene trasferito alla corrispondente banca
tedesca direttamente dalla Bundesbank. Però i fondi in partenza dalla banca
italiana si “fermano” contabilmente in Banca d’Italia, che non paga nulla alla
Bundesbank, ma iscrive semplicemente un debito nel proprio bilancio nei
confronti della banca centrale tedesca. Lo stesso succede se una banca italiana
compra un BTP da una banca tedesca".
Poiché sia Bankitalia
che Bundesbank sono ormai semplici estensioni della BCE, la questione si limita
ad un puro fatto contabile. Crediti e debiti restano solo sulla carta. Questo
almeno fino a quando l’Unione Europea resta intatta, come adesso. Ma se uno Stato abbandona, esce dall'Euro, allora questi crediti/debiti, frutto degli
squilibri commerciali, potrebbero diventare reali, quindi essere messi all'incasso o in pagamento.
E' la stata la stessa BCE a precisare che se un Paese dovesse uscire dall’Unione Monetaria, dovrebbe regolare i saldi Target 2 in pieno, ed in Euro. Il monito della BCE è rivolto probabilmente ai Paesi più deboli, quelli che sono quasi sempre debitori, ma che non è certo sfuggito ai tedeschi. La conclusione logica del chiarimento della BCE è che se la Germania dovesse realmente abbandonare la moneta unica, la Bundesbank potrebbe legittimamente chiedere alla BCE una buonuscita di 913 miliardi di Euro! Robetta di poco conto, non credete?
E' la stata la stessa BCE a precisare che se un Paese dovesse uscire dall’Unione Monetaria, dovrebbe regolare i saldi Target 2 in pieno, ed in Euro. Il monito della BCE è rivolto probabilmente ai Paesi più deboli, quelli che sono quasi sempre debitori, ma che non è certo sfuggito ai tedeschi. La conclusione logica del chiarimento della BCE è che se la Germania dovesse realmente abbandonare la moneta unica, la Bundesbank potrebbe legittimamente chiedere alla BCE una buonuscita di 913 miliardi di Euro! Robetta di poco conto, non credete?
Per uno Stato come l’Italia, invece,
succederebbe tutto il contrario! Purtroppo per noi lo scenario è esattamente
opposto a quello tedesco. I saldi Target 2 di Bankitalia sono negativi: gli ultimi dati rilevano un
importo pari a 442 miliardi di Euro. Toccherebbe dunque alla nostra Banca Centrale
saldare il debito attraverso le proprie riserve auree (86 miliardi circa) e altre
risorse da recuperare non si sa come. Considerando che il nostro debito pubblico attuale
(circa 2.250 miliardi di euro) genera un rapporto debito PIL del 132 per cento,
l’eventuale fardello aggiuntivo di 442 miliardi porterebbe il rapporto al 158 per cento.
Un macigno insopportabile che inevitabilmente ci farebbe colare a picco. Per noi uscire dall'Euro credo proprio che sarebbe un bell'azzardo!
Non vi sembra, a questo
punto, che ogni ulteriore commento risulterebbe inutile? Se questa è l’Europa…
A domani.
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