Oristano
23 Aprile 2018
Cari amici,
Accettare la scomparsa
di un caro amico è sempre difficile. Non importa l’età, che diventa un fattore
secondario, conta l’amicizia, quella vera, fatta spesso di un semplice sguardo,
di una stretta di mano o di un abbraccio, perché il volersi bene non ha bisogno
di parole, di lunghi dialoghi o di discorsi profondi. Se poi l’amicizia è pregna
di fede cristiana, diventa ancora più forte, solida, praticamente
indistruttibile.
Da cristiano sono
convinto che il dottr Antonio Cadoni ha solo terminato il suo percorso terreno, quello
che il Signore quando è venuto al mondo ha voluto affidargli e che lui ha svolto in
modo straordinariamente efficiente. Un percorso lungo e denso di incognite, durato più di un secolo, costellato
di gioie ma anche di dolori, sofferenze e difficoltà, che però lui ha sempre
superato con la sua fede incrollabile.
Come ha detto Don
Giuseppe nell’omelia funebre ieri 22 Aprile in Cattedrale, accennando al momento dell'unzione con l'Olio Santo degli infermi, il dottor Antonio con il viso sereno si è affidato nelle mani della Vergine del Rimedio, a Lui
particolarmente cara, sussurrando di essere arrivato ormai al termine del suo
percorso terreno; il suo viso appariva fiducioso, sicuro che il Signore,
grazie anche all’intervento di Maria, lo avrebbe accolto all’arrivo in Cielo tra
le sue braccia.
Mi piace immaginarlo prostrato
di fronte a Dio Padre, nell'atto di raccontargli come aveva speso in vita i talenti che
gli erano stati affidati. Gli avrà detto: “Signore
ho cercato di svolgere, da umile Tuo servo, il compito che hai voluto affidarmi.
Non mi sono mai tirato indietro, ho affrontato a viso aperto i numerosi pericoli, in particolare quelli della
guerra, preoccupandomi di dare, da ufficiale medico, sollievo alle ferite del
corpo ma anche dell’anima, a chi poteva magari perdere la fede in Te”. “Signore – avrà poi sicuramente aggiunto – ho sperato in Te sempre, anche quando da prigioniero,
ridotto ad una larva umana, pensavo che non mi avresti mai abbandonato; ho
patito la fame ma non ho mai disperato: fiducioso nella Tua assistenza che Tu, benevolmente,
mi hai sempre dato, insieme alla salvezza”.
Il dottor Cadoni, da
cristiano di grande fede, dopo il suo faticoso rientro dalla prigionia si stabilì
ad Oristano, continuando a svolgere la sua professione di medico dentista. Nella
sua vita familiare e professionale è stato sempre attento ai bisogni degli
altri. Anche in età senile, nei lunghi anni della pensione, ha continuato ad occuparsi
della famiglia che, dopo la scomparsa della moglie, poteva contare solo su di
lui.
Personalmente mi sono
onorato della sua amicizia per molti anni, e i suoi consigli per me sono stati
sempre preziosi. Festeggiato nell’aula consiliare del Comune di Oristano per i
suoi 105 anni, ha tenuto un discorso lucido ed efficace, non certo da uomo
della sua età! Si, il Signore lo ha voluto mantenere forte e lucido di
pensiero, fino alla fine. Nei lunghi anni della pensione, forse per far sì che non
venissero dimenticati gli orrori della guerra, ha voluto scrivere i suoi
ricordi, spesso terribili, nel tentativo di far riflettere i giovani, di scoraggiarli
dal fomentare possibili altre guerre fratricide. I suoi libri sono stati stampati dalla casa editrice EPDO,
dove possono essere reperiti.
Ho parlato spesso di Lui nel mio blog. L’ho fatto anche in data recente, sia per raccontare degli
ultimi suoi anniversari che per parlare della concessione fattagli dall’U.N.U.C.I.,
l’Associazione Nazionale degli Ufficiali in congedo, della tessera di socio
onorario. Ho avuto anche il piacere di avere con Lui un bel colloquio
epistolare; lettere, le sue, nelle quali si può ammirare il suo stile, la sua grande
preparazione, la sua perfetta lucidità e la mai trascurata, incrollabile, fede in Dio. Perché
anche Voi possiate constatarlo allego, riprodotta, una delle sue lettere.
Cari amici, tornando al
colloquio immaginario che ipotizzavo prima tra il dottor Antonio e il Signore,
sono certo che la risposta di Dio Padre, a prescindere dalle parole, è stata questa: “Caro figlio, servo devoto e fedele, hai svolto bene
il compito e hai moltiplicato i talenti che ti avevo affidato; ora puoi godere
del premio riservato ai giusti”.
Ad Agostino ed Elisa l’abbraccio
forte mio, di Giovanna e di Santino, con le nostre più sentite condoglianze.
Vostro padre dal Cielo continuerà a pensare a Voi, a guidarvi e assistervi. Ora la sua vita, dopo la parentesi terrena, continuerà tra i giusti, godendo per sempre della luce del
Signore.
A domani.
Mario
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