Oristano
19 Aprile 2018
Cari amici,
Che nel nostro Paese la
dispersione scolastica sia diventata un male sempre più pericoloso e altrettanto difficile
da combattere è una realtà. Anche di recente ho riportato su questo Blog i dati
che evidenziano per l'Italia una collocazione in classifica abbastanza in basso, rispetto alla media
europea. Il 29 Marzo ho pubblicato il pezzo di cui vi allego il link http://amicomario.blogspot.it/2018/03/i-ragazzi-sardi-e-la-scuola-perche-in.html.
Ebbene, una delle misure ipotizzate dal Ministero per convincere i ragazzi che la scuola è
cambiata, è quella di tenerli occupati anche d’estate, non proprio studiando come nel resto dell'anno, ma
occupandosi di fare libera formazione, come musica, sport, e dedicarsi ad altri interessi
prettamente giovanili.
Per realizzare questo
progetto sono stati stanziati e risultano già a disposizione del Ministero dell’Istruzione ben
280 milioni di euro, cifra che consentirà non solo di tenere aperte le Scuole anche
d’estate, ma, volendo, anche nel pomeriggio del periodo scolastico vero e proprio.
La Ministra
della Pubblica Istruzione Valeria Fedeli, dopo la sperimentazione effettuata nell’estate
del 2016 in quattro città (Napoli, Roma, Palermo e Milano), nelle quali la formazione
dei ragazzi è continuata nel periodo estivo, ha ora allargato l’esperimento,
coinvolgendo le scuole statali di tutto il territorio nazionale.
Già l’estate scorsa il
MIUR stanziò in via sperimentale, in tutto il territorio nazionale una cifra importante: ben 240 milioni
di euro, a valere sui fondi PON, per finanziare 4.633 progetti, che consentivano di
effettuare un milione di ore aggiuntive di formazione. Sport, musica, laboratori di lingue,
teatro, innovazione digitale, questi i corsi realizzati, dando in questo modo una nuova chance a quelle
scuole intenzionate a lavorare per
ridurre il fallimento formativo e la dispersione scolastica, rafforzando in
questo modo anche gli apprendimenti linguistici, espressivi, relazionali e
creativi, nonché lo sviluppo delle competenze nella lingua madre, in lingue
straniere, matematica e scienze.
Quello che partirà la prossima estate, sarà dunque un completamento,
degli obiettivi posti dal PON “Per la scuola, competenze e ambienti per
l'apprendimento 2014-2020”, finanziato con la messa a disposizione della consistente cifra di 280 milioni di euro complessivi.
Il primo dei progetti finanziati (con 130 milioni di euro) sarà dedicato all’ inclusione sociale e all’apertura delle scuole oltre l'orario scolastico, estate compresa. Scuole aperte dunque anche in estate, secondo il Ministero. In realtà, però, sono in molti a storcere il naso, in particolare gli insegnanti. "Ma, cosa cambierebbe, affermano con forza! Secondo la Ministra Fedeli, invece, è un segno di cambiamento, una concreta risposta alle esigenze di tante famiglie che ritengono eccessivi i tre mesi di stop scolastico della pausa estiva. Allora, ci chiediamo, perché in molti si oppongono in maniera anche forte?
Il primo dei progetti finanziati (con 130 milioni di euro) sarà dedicato all’ inclusione sociale e all’apertura delle scuole oltre l'orario scolastico, estate compresa. Scuole aperte dunque anche in estate, secondo il Ministero. In realtà, però, sono in molti a storcere il naso, in particolare gli insegnanti. "Ma, cosa cambierebbe, affermano con forza! Secondo la Ministra Fedeli, invece, è un segno di cambiamento, una concreta risposta alle esigenze di tante famiglie che ritengono eccessivi i tre mesi di stop scolastico della pausa estiva. Allora, ci chiediamo, perché in molti si oppongono in maniera anche forte?
In realtà il dibattito
sull'eccessiva durata della chiusura scolastica estiva è un problema dibattuto
già in tempi passati ma che risulta sempre attuale. Ogni anno, alla fine della scuola, sono
molte le famiglie che si chiedono se sia davvero corretto uno stop di tre mesi
o se, invece, non sarebbe più giusto che i bambini continuassero a frequentare
le lezioni anche a Giugno e a Luglio eventualmente impegnati in qualcosa di
diverso rispetto ai programmi formativi standard. I contrari all’allungo
estivo, invece, sostengono che la scuola non può essere un parcheggio estivo e
che i piccoli hanno bisogno di riposo.
La verità, come sempre,
sta nel mezzo. In realtà l'onere che grava sulle famiglie, costrette a sborsare
diverse centinaia di euro per campus estivi e settimane vacanze non è di poco
conto; anche per i bambini restare tre mesi in vacanza senza ripassi, fa sì che
non ricordano nemmeno l'alfabeto; quindi un certo allungo estivo organizzato
dalla scuola non sarebbe poi così da scartare.
La Fedeli ha dichiarato
di recente che lei sarebbe favorevole all'apertura estiva della scuola, ma con
una proposta formativa affidata non agli insegnanti, che quindi non verrebbero
coinvolti nel progetto, ma alle associazioni. L'idea, perciò, non è quella di
cambiare i programmi ministeriali e aumentare la didattica, ma offrire alle
famiglie e agli studenti un'alternativa culturale all’interno di una vera e
propria vacanza.
Indubbiamente le
difficoltà, per concretizzare questo “tempo pieno” non mancano: da una parte
insegnanti e sindacati che si oppongono fermamente alla trasformazione,
dall’altra un'oggettiva problematica legata alle strutture scolastiche, ora non
adatte ad accogliere i bambini nei caldi mesi estivi (le nostre strutture
scolastiche sono ben diverse dai “campus” esistenti in altre nazioni).
Oggi solo una certa quota
di famiglie, quelle più abbienti, possono permettersi di sborsare miglia di
euro per le vacanze dei loro figli, collocati in campus o in altri luoghi di
vacanze dove praticare sport, apprendere un’altra lingua, e così via; per le
tante altre, invece, arrivati a Giugno è un problema far riposare i propri
figli, dove piazzarli, con chi lasciarli. Le differenze economiche tra famiglie,
purtroppo, aumentano costantemente e sono sempre di più quelle che appartengono
alla seconda categoria. L’applicazione, dunque, dell’allungo scolastico al
periodo estivo, pur partendo dal presupposto che la scuola non è un parcheggio, consentirebbe
di rendere più uguali tanti bambini,
offrendo loro opportunità che ora non esistono.
Cari amici,
personalmente comprendo le perplessità del corpo insegnante, categoria oggi più
bistrattata che mai, e sono perfettamente d’accordo che la “parte di frequentazione estiva” sia riservata ad attività
ludiche, portata avanti da altro personale qualificato; attività, quelle estive, che, comunque, sono da
considerarsi sempre altamente formative, nonostante non ricadano nella stretta
logica del programma scolastico. Quanto avviene in America e in Inghilterra,
con i Campus perfettamente operativi e dove allo sport e alla musica viene dato un risalto
davvero importante, dovrebbe servirci come termine di paragone.
Credo che una scuola
più aperta alle esigenze dei giovani, possa anche riuscire a farla trovare più
gradita e, in questo modo, contribuire anche a ridurre la dispersione
scolastica. Credo sia questa la strada per arrivare ad avere anche in Italia un "Buona Scuola"!
Grazie, amici, a
domani.
Mario
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