venerdì, aprile 06, 2018

I GIOVANI E IL LAVORO. IN ITALIA OLTRE IL 40 PER CENTO DEI GIOVANI CHE LAVORANO RISULTA IMPEGNATO NEI FINE SETTIMANA. SEI GIOVANE? ALLORA NIENTE WEEK-END.


Oristano 6 Aprile 2018
Cari amici,
Il lavoro è diventato una chimera. I giovani under 25 senza lavoro in Europa sono 3,5 milioni, con situazioni variegate, ma tutte assai problematiche. In Grecia il 45 per cento dei giovani risulta disoccupato, in Spagna la percentuale è del 35,5, mentre in Italia è del 32,8 per cento. Nel nostro Paese, inoltre, i giovani che lavorano risultano in gran parte occupati in lavori flessibili, che, spesso, li costringono a lavorare nel fine settimana; secondo i dati appena pubblicati da Eurostat il 40,5 per cento dei giovani tra i 15 e i 34 anni occupati nel nostro Paese, lavora “regolarmente” il fine settimana, percentuale appena più bassa di quella della Grecia, con oltre dieci punti in più, però, rispetto alla media dell'UE, dove la percentuale risulta essere del 29,6 per cento.
Nell’UE, infatti, tre persone su dieci di età compresa tra i 15 e i 34 anni lavorano nel fine settimana, ma questa percentuale è ben più alta in Grecia (dove è pari al 47,5 per cento) e in Italia, dove come detto supera il 40 per cento. La Grecia e l’Italia sono dunque le nazioni pilota, dove la percentuale delle aperture di negozi e punti commerciali il Sabato e la Domenica è più alta che altrove, grazie all’impiego di forza lavoro ‘più fresca’, costituita appunto dai giovani.
A rilevarlo è EUROSTAT, l’Istituto di Statistica Europeo (responsabile del coordinamento e rafforzamento della Governance del sistema statistico europeo, SSE), che di recente ha pubblicato i dati relativi al 2016. Se per alcuni Stati membri – Ungheria, Portogallo e Polonia – il fine settimana è considerato ancora come ‘sacro’ (con la quota di giovani al lavoro nei fine settimana che oscilla dall’11% al 13%), per altri Paesi come il nostro, invece, le cose sono molto cambiate, rispetto al passato.
Si, amici, i dati Eurostat hanno certificato che tenere aperti i negozi di Sabato e Domenica è stato possibile solo grazie all’elevato impiego degli under 35, avvenuto anche utilizzando un certo marchingegno!  Si, amici, utilizzando una specie di ‘cavallo di Troia’: quello dell’apprendistato e del tirocinio obbligatorio. In questo modo, sempre secondo Eurostat, sia in Grecia che in Italia, tramite l’ingegnoso sistema della ‘formazione professionale’, si è imposto ai lavoratori più giovani di rinunciare al week-end. Infatti, le percentuali riferibili all’apprendistato e alla formazione sono state in Grecia del 43,7 per cento e in Italia del 40,0 per cento, dati praticamente quasi identici a quelli prima rilevati come globalità.
L’Eurostat nelle sue statistiche ha evidenziato anche molto altro. Per esempio in Italia i giovani tra i 18 e i 34 anni che vivono ancora in casa con i genitori sono ben due su tre (oltre il 66 per cento), mentre nell’UE il dato è pari al 42,6 per cento. Ammonta inoltre a meno del 30% la percentuale dei giovani che ha completato la formazione professionale effettuando un’esperienza lavorativa mentre studiava (forse anche perché chi fa un’esperienza lavorativa durante il percorso di studi da noi spesso non riceve compenso, come affermano oltre un terzo di coloro che dichiarano di aver lavorato). Nell’UE, invece, lavorare mentre si studia è molto più frequente, con quasi la metà dei giovani (il 46%), che durante il corso di studi riescono a fare un'esperienza lavorativa venendo regolarmente retribuiti.
Cari amici, credo che nell’anno appena trascorso (2017) i dati siano cambiati di poco, mentre il parco giovani continua a restare senza lavoro (che appare sempre più un miraggio), e, soprattutto, a subire quel poco di lavoro, in gran parte precario, che li costringe a sottostare a pesanti condizioni che non appaiono certo di grande soddisfazione. 
Personalmente penso che anche questa situazione abbia influito non poco sull’esito delle elezioni appena trascorse, mettendo all’angolo senza riserve un Partito Democratico che in passato era stato per i giovani il portabandiera delle loro aspirazioni. Il malcontento generale, sempre più diffuso, ha irrobustito il voto di protesta, privilegiando, quasi a valanga, il Movimento 5 stelle, dove sicuramente sono confluiti non pochi voti di contestazione nei confronti di una politica che ha abbandonato i giovani.
Che succederà ora? Difficile dirlo. Con un’Italia spaccata in due, dove le due anime degli italiani appaiono antitetiche, quindi incapaci di mettere insieme le poche cose che in realtà potrebbero accomunarle, trovare la soluzione non sarà facile. In questi giorni si svolgono le consultazioni del Capo dello Stato Mattarella; il Presidente cercherà di capire se dal Cilindro potrà uscire un’ipotetica maggioranza, in grado di esprimere un Governo in grado di affrontare le emergenze che bussano alla porta. I problemi non mancano, e sono di grande delicatezza! Trai primi quello dell’immigrazione fuori controllo, a cui si aggiungono i problemi di sicurezza, delle necessarie correzioni di bilancio richieste dall’Europa, della riduzione delle tasse ai cittadini e alle imprese, della creazione di posti di lavoro per i giovani, e, per finire, last but non list, trovare la quadra sull'attuale sistema pensionistico.
Personalmente non sono molto fiducioso, soprattutto perché certe soluzioni appaiono quasi impossibili, anche per carenza finanziaria, se non si applica un freno agli sprechi. Anche tornare subito alle urne (in caso di impossibilità a governare), credo che poco o nulla cambierebbe, se non si provvederà, prima, a modificare l'attuale legge elettorale, trovando la soluzione per consentire allo schieramento che vincerà le elezioni di governare, bene o male che sia, assumendosene la piena responsabilità. 
Solo così potremmo, davvero, uscire dalla pericolosa palude in cui l’Italia si trova.
A domani.
Mario

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