Oristano 5 Aprile 2018
Cari amici,
Il social più famoso al mondo è in piena tempesta.
Facebook, il gioiello fondato da Zuckerberg che oggi conta nel mondo oltre due miliardi di utenti, è scosso da una bufera mai vista. Dopo la scoperta del presunto furto di dati ai danni di oltre 50 milioni di americani, a quanto pare usati poi per fini politici mirati ad influenzare gli elettori, il titolo è crollato in Borsa. Una caduta pesantissima quella che Facebook ha fatto sia in Borsa, oltre che ripercuotersi sulla sua precedente, presunta serietà aziendale. Ora gli Stati Uniti e la Gran Bretagna chiedono risposte precise all’amministratore delegato Mark Zuckerberg sulla presunta vendita dei dati degli utenti alla Cambridge Analytica, la società di dati che negli USA ha aiutato Donald Trump nelle elezioni del 2016 e che in Gran Bretagna ha giocato un ruolo importante nel voto sulla Brexit.
Facebook, il gioiello fondato da Zuckerberg che oggi conta nel mondo oltre due miliardi di utenti, è scosso da una bufera mai vista. Dopo la scoperta del presunto furto di dati ai danni di oltre 50 milioni di americani, a quanto pare usati poi per fini politici mirati ad influenzare gli elettori, il titolo è crollato in Borsa. Una caduta pesantissima quella che Facebook ha fatto sia in Borsa, oltre che ripercuotersi sulla sua precedente, presunta serietà aziendale. Ora gli Stati Uniti e la Gran Bretagna chiedono risposte precise all’amministratore delegato Mark Zuckerberg sulla presunta vendita dei dati degli utenti alla Cambridge Analytica, la società di dati che negli USA ha aiutato Donald Trump nelle elezioni del 2016 e che in Gran Bretagna ha giocato un ruolo importante nel voto sulla Brexit.
Adesso il titolo Facebook
trema e Mark Zuckerberg, dopo aver tergiversato nella prima fase, si è
rassegnato a chiedere pubblicamente scusa, dichiarandosi pronto a rimediare e anche a presentarsi sia al Congresso che alle autorità britanniche. Le
ripercussioni avute in Borsa sono un forte, inequivocabile segnale del terremoto che
sta scuotendo il gigante dei social media: dopo le rivelazioni del Guardian e
del New York Times il titolo è iniziato a precipitare, perdendo in soli otto
giorni quasi un quarto del valore (-22per cento). Per intenderci, una perdita
quantificata in quasi 100 miliardi di dollari, andati in fumo. Ma la Cambridge
Analytica, questa società pietra dello scandalo che ha trascinato Facebook
nella bufera, chi è realmente? Cerchiamo di scoprirlo insieme.
La Cambridge Analytica
è un’importante società di consulenza britannica, fondata nel 2013 da Steve
Bannon e Robert Mercer, avente la sua sede principale a Londra. La società è specializzata
nell’intermediazione di dati, nella loro analisi e nella successiva
combinazione strategica, cosa che risulta particolarmente utile nelle campagne
elettorali. L’accusa rivolta a Facebook è che le informazioni in suo possesso,
in particolare quelle su oltre 50 milioni di persone (le ultime analisi parlano addirittura di 85 milioni), selezionate attraverso
una app da una società di ricerche (la Global Science Research), siano state
vendute alla controversa Cambridge Analytica, senza aver ricevuto nessuna autorizzazione da
parte degli utenti, tenuti all’oscuro del possibile utilizzo esterno dei loro
dati.
Steve Bannon, fondatore
di Cambridge Analytica e personaggio che fu capo stratega del Presidente Donald
Trump durante la sua campagna elettorale, parlando ad un convegno del Financial
Times a New York, ha cercato di gettare acqua sul fuoco sullo scandalo della
Cambridge Analytica di cui era stato Vice Presidente. "Non sapevo nulla
del mining su Facebook", ha dichiarato in merito alla raccolta dei dati
personali. "Non ricordo" di aver comprato dati da Facebook da usare per
influenzare gli elettori. "Io ho contribuito a mettere insieme la
società", ha ammesso Bannon durante la sua prima apparizione pubblica dopo
lo scoppio della bufera, puntando poi il dito contro Facebook ha detto: "I
dati sono tutti lì, loro (Facebook) si prendono la vostra roba gratis", ha
attaccato, "e monetizzano grossi margini, si prendono la vostra
vita".
Ora ai social media
viene chiesto "di cambiare", oltre che fare luce su fatti così importanti per la privacy, per evitare
che fughe e utilizzi impropri possano essere ripetute in futuro. Intanto sia il
Congresso americano che la Commissione parlamentare britannica sulla Cultura, hanno
chiesto a Mark Zuckerberg di comparire per un’audizione sullo scandalo relativo
all’abuso e all’utilizzo improprio dei dati di milioni di utenti.
Anche il Parlamento dell’UE, per bocca di Tajani, ha invitato Zuckerberg a presentarsi al Parlamento dell'Unione, per chiarire la posizione del colosso Facebook sui motivi della mancata riservatezza. Si, anche l’UE vuole vederci chiaro, e, in un tweet, il Presidente dell’Europarlamento Antonio Tajani ha dichiarato: «Abbiamo invitato Mark Zuckerberg al Parlamento europeo. Facebook chiarisca davanti ai rappresentanti di 500 milioni di europei che i dati personali non vengono utilizzati per manipolare la democrazia».
Anche il Parlamento dell’UE, per bocca di Tajani, ha invitato Zuckerberg a presentarsi al Parlamento dell'Unione, per chiarire la posizione del colosso Facebook sui motivi della mancata riservatezza. Si, anche l’UE vuole vederci chiaro, e, in un tweet, il Presidente dell’Europarlamento Antonio Tajani ha dichiarato: «Abbiamo invitato Mark Zuckerberg al Parlamento europeo. Facebook chiarisca davanti ai rappresentanti di 500 milioni di europei che i dati personali non vengono utilizzati per manipolare la democrazia».
Su questo immane
scandalo c’è una nota curiosa che riguarda anche l’Italia. Dal sito della Cambridge
Analytica si è appreso che nel 2012 la società ha portato avanti «un progetto di
ricerca» anche per conto di un partito italiano. Non viene esternato il nome
della formazione politica, limitandosi a definirla un partito che nel 2012 era
«in via di rinascita» e che «ebbe i suoi ultimi successi negli anni '80». Per
questo partito non meglio identificato, Cambridge Analytica «ha fatto una
ricerca su membri e potenziali simpatizzanti, per sviluppare una strategia di
riorganizzazione». Qualcuno ha pensato che questa formazione politica fosse la Lega,
ma è difficile appurarlo con certezza.
Cari amici, ora Zuckerberg
e i vertici di Facebook cercano di varare nuovi strumenti di controllo.
L’intento è quello di renderli più visibili, chiari, concentrandoli anche in un unico
“luogo”. Inoltre, il social network darà la possibilità agli utenti di
cancellare i post passati dalla piattaforma e renderà anche più selettivo il processo
di “download” della propria storia su Facebook, permettendo di richiedere solo
quello di post, foto e like.
Per gli utenti ci sarà
una semplificazione: un menu unico dal nome “Privacy Shortcut” che includerà
tutte le impostazioni sulla privacy che attualmente sono distribuite su 20
schermate differenti. L’altra grande novità è un nuovo strumento che prende il
nome di “Access your information”, che permetterà di gestire in modo semplice e
sicuro le proprie informazioni: post, commenti, mi piace e ricerche.
Sicuramente Mark
Zuckerberg supererà anche questa difficile prova e Facebook continuerà ad
attirare milioni di utenti, anche se, comunque, nulla sarà più come prima.
Nessuno vuole che i social diventino davvero un pericoloso “Grande fratello”, capace di manipolare e guidare i nostri pensieri e la nostra volontà!
Grazie, amici, a
domani.
Mario
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