Oristano 7 Aprile 2018
Cari amici,
La situazione di “Diversità fiscale”, che continua a
permanere tra i vari Paesi facenti parte dell’Unione Europea, è un handicap
sotto certi aspetti gravissimo, che non solo ha creato finora non pochi
problemi, ma che in futuro potrebbe addirittura minare la stessa sopravvivenza
di un’Unione Europea che da troppo tempo non riesce a fare passi avanti nella coesione
e nello sviluppo comune, che dovrebbe portare alla creazione di un unico Stato
federale. Nel mio recente post su questo blog (è del 7 Marzo e lo si può andare
a leggere cliccando sul seguente link http://amicomario.blogspot.it/2018/03/lunione-europea-e-la-conflittuale.html)
ho fatto confronti tra il nostro Paese e il Portogallo, Stati entrambi facenti parte
dell’UE, rilevando che proprio in Portogallo stanno andando a confluire anche i nostri pensionati, che trovano
un trattamento fiscale nettamente migliore di quello italiano.
Diversità fiscale che crea anomale competizioni, guerre di accaparramento. Ora anche l'Italia ha deciso di scendere in guerra.
Il nostro fisco, da sempre lupo soprattutto con i residenti, cerca di farsi agnello almeno fuori
dai nostri confini, cercando di farsi "amico" di ricercatori, manager
e ricchi imprenditori, invitandoli a trasferire la loro residenza fiscale in Italia.
Lo fa proponendo loro imponibili ridotti della metà o addirittura fino a un
decimo del totale, nonché tasse forfettarie (flat tax) per chi si trasferisce nel nostro Paese. La fa per controbattere le misure agevolative poste in atto da diversi
altri Stati europei, e per questo ha studiato una serie di strumenti ad hoc, che però hanno anche
sollevato non poche critiche. Una circolare dell'Ufficio delle Entrate ha fatto il punto sui
meccanismi offerti a chi risulta in possesso di particolari requisiti: veri e propri pacchetti di
agevolazioni, al fine di attirare in Italia “nuovo capitale umano".
Agevolazioni “pesanti”,
se vogliamo, perché ai cosiddetti "impatriati", siano essi lavoratori
dipendenti o autonomi, manager, lavoratori ad alta specializzazione e laureati,
il reddito prodotto in Italia viene tassato limitatamente al 50 per cento del
totale. Insomma, la metà dello stipendio risulta esentasse per un quinquennio, purché
abbiano acquisito la residenza fiscale italiana. E non è finita.
Agli eventuali “Paperoni”,
ovvero quelli con alti patrimoni, se disponibili a venire in Italia, viene proposta
una tassa forfettaria sul reddito estero pari a 100 mila euro (25mila euro per gli
altri componenti il nucleo familiare), qualora decidano di spostare la loro
residenza in Italia, (agevolazione garantita per 15 anni). Una norma pensata non
tanto per attrarre gli 'investimenti'
dei cosiddetti Paperoni in Italia, ma i loro consumi. In sostanza, mentre le
attività italiane e i redditi prodotti da noi continueranno ad essere trattati
in modo ordinario, i soloni del fisco hanno ipotizzato che i ricchi stranieri,
una volta trasferiti in Italia, manterranno lo stesso tenore di vita precedente,
spendendo di conseguenza in modo ampio in Italia le loro disponibilità. Insomma, continuare a torchiare quelli di casa e fare ponti d'oro agli ospiti.
Amici, sono
personalmente convinto che questa politica differenziata alla lunga non paghi. Non
è con la politica dei “forni doppi o multipli” che risolveremo il futuro dei
nostri giovani, facenti parte di una generazione sfortunata che, ne sono certo,
al momento giusto ce la faranno pagare! Basta solo l’esempio della tassa
forfettaria sul reddito dei paperoni in arrivo in Italia a far riflettere tutti.
Un Paperone che ha un patrimonio di 100 milioni all’estero che gli frutta 3
milioni l’anno potrà risiedere in Italia con una aliquota fiscale pari al 3 per cento
l’anno (100.000 su 3 milioni), quando ogni nostro cittadino paga sugli stessi
redditi da capitale un’aliquota del 26 per cento! Credete che il nostro tartassato cittadino sarà felice di tutto
questo?
Amici, se è pur vero
che l’Italia con questi provvedimenti ha inteso rispondere a tono agli altri
Stati, in particolare quelli facenti parte di un’Europa più finzione che realtà, è anche vero che queste “Flat
tax”, concepite per ricchi e pasciuti paperoni, confermano il menefreghismo del
fisco del nostro Paese nei confronti delle schiere di giovani senza lavoro che
continuano ad essere sostenuti dai loro genitori. Un’Europa così differenziata,
dove la costante guerra fra Stati per coltivare al meglio il proprio orticello,
non potrà portare certamente molto lontano!
“A mali estremi,
estremi rimedi”, dice il proverbio, ma i rimedi sbagliati spesso portano verso
un abisso senza confini. Costruire un mondo migliore, più equo, dove i giovani
possano lavorare, esprimersi, dimostrare le loro capacità di innovazione (siamo un Pese
che continua ad invecchiare perché mettere su famiglia, allevare dei figli, è diventato praticamente impossibile), non lo si ottiene dando il contentino ai pasciuti Paperoni che continuano ad aumentare le
loro ricchezze a scapito dei più deboli. Lo si fa predicando equità,
distribuendo in modo più razionale le risorse, non certo agevolando, per
convenienza, chi ha già tanto di più.
Il discorso è lungo e
complesso, ma da qualche parte qualcuno dovrà pur iniziare a predicare maggiore
uguaglianza, non certo proponendo di aumentare ancora di più le inique disuguaglianze esistenti.
A domani.
Mario
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