Oristano
7 Dicembre 2015
Cari amici,
ho il piacere di
contare diverse, sincere, amicizie che hanno dedicato la loro vita all’arte: sono
persone, credetemi, straordinariamente uniche, impossibili da catalogare nel modo ordinario, forse perché già il
termine artista presuppone il possesso di un particolare DNA, che avvalora il
fatto che chi lo possiede è persona “fuori dal comune”, in tutti i sensi. Non
me ne vogliano questi amici, del mio considerarli un po’ marziani: essi conoscono
la mia sincera e ironica maniera di dire quello che penso, senza peli sulla
lingua! Infatti, nonostante tutto, mi vogliono sempre un gran bene!
Il post di oggi è nato
quasi per caso: un caro amico, Franco, gallerista di vaglia (anch’esso sotto
certi aspetti “schiavo” dell’arte), mi ha telefonato dicendomi che Norma Trogu aveva allestito un’interessante
mostra nello spazio LIBRID di Piazza
Eleonora ad Oristano e mi pregava di visitarla. Lui non aveva potuto
ospitarla nel Suo locale in quanto aveva concesso, per “amore paterno”, quell’interessante
spazio al suo figliolo. Conoscendo già bene Norma Trogu lo ringraziai dell’informazione,
riservandomi di “farci un salto”, cosa che ho fatto Domenica mattina.
Allestita nello splendido
palazzo Carta (capolavoro del Cima) di Piazza Eleonora, la mostra porta come
titolo “Leggerezza”, pitture di
Norma Trogu e Gino Di Costanzo. La pittura di Norma, come molti di Voi sanno, è
di quelle che già evocano leggerezza al primo sguardo: chi la
sa osservare coglie subito certe sfumature che sanno di gioiosa voglia di
vivere (spesso inappagata), di sorrisi di bimbi incantati, di sogni che non muoiono, nonostante le grandi
difficoltà della vita. Diversa, invece, la pittura di Gino Di Costanzo:
geometrica, razionale, quasi da architetto delle forme. Un connubio
interessante: Sogni e concretezza, insieme!
Appena entrato ho
iniziato ad osservare, lentamente e in silenzio, sia le sue opere che il movimento
delle persone in sala. Norma col Suo sorriso accattivante accoglieva i
frequentatori, invitandoli a bere qualcosa; lo ha fatto anche con me, osservandomi
con attenzione, come chiedendosi se fossi una persona già da Lei conosciuta. Abbiamo
conversato, come se cercassimo di conoscerci meglio: con quella curiosità di chi vuole
approfondire la conoscenza; alla mia domanda chi fosse l’autore delle
altre opere presenti, mi ha risposto con un sorriso, indicandomi e presentandomi il
suo compagno: Gino di Costanzo. Nel mio lento osservare le opere ho capito subito
che in Norma e in Gino albergavano due mondi diversi: due universi dove il
razionale ha imparato a convivere con l’irrazionale, la fantasia con la
perfezione geometrica. Chissà, ho pensato, forse perché gli opposti si
attraggono!
Per comprendere appieno
la pittura di Norma è necessario conoscere, almeno a larghe tinte, la sua
crescita: sia quella di vita che quella artistica. Figlia di una madre troppo “razionale”,
Lei, nata e cresciuta in Argentina, (lo afferma nel Suo CV) si è “allevata
quasi da sola”. Iperattiva trascurata, ha iniziato a disegnare già
prima dei 5 anni, sfogando col disegno quella frustrazione che attanaglia chi
si sente incompreso. Interiormente ribelle anche a scuola, si è acculturata in
modo stranamente personale, arrivando alla conclusione di aver smarrito per
strada “tutti i colori dell’esistenza”.
Nel suo CV possiamo leggere: “Mi sentivo tanto oppressa e repressa che mi
sono quasi costretta a dipingere per recuperare un po’ i sogni: era la fine del
’70 in una Argentina dominata dalla cultura della paura”.
Sposatasi poco
felicemente nel ’90, si dedica anima e corpo alla pittura. Nel 2002 approda in
Sardegna per una mostra, ma, attratta da un fascino irresistibile che è
difficile da spiegare, decide di restare. E’ lei stessa a dire pubblicamente: “Dovevano
essere solo 90 giorni…sono passati 5 anni, un sacco di mostre e centinaia di
bambini e insegnanti”. Ora vive ad Oristano in una casa piena sia di
disegni suoi, che dei bimbi piccoli e grandi a cui insegna a dipingere (ha
messo su una scuola-laboratorio di pittura).
Mentre osservavo e
fotografavo senza fretta le sue opere, guardavo anche la gente che si fermava
incuriosita ad ammirare i quadri: questi, quasi misteriosamente, sembravano
attrarre il visitatore, regalandogli un dolce soffio di leggerezza. Si, dalle
opere di Norma si sprigiona un fascino particolare, ricco di pace interiore
che viene trasmessa a chi le osserva. Credo che in tanti, grandi e bambini,
desiderassero portare a casa un quadretto, che certamente avrebbe continuato a
trasmettere quel senso di pace, e di leggerezza!
Che dire, amici miei,
rientrando a casa ho pensato che era proprio vero: l’artista non è una persona
comune ma un folletto, un genio (qualche volta incompreso) che vive con noi ma
non è uno di noi! Ogni artista vive una sua vita parallela, segreta, a cui noi
non abbiamo accesso: la vive attraverso un suo alter-ego, un “Avatar”, che incarna
i suoi sogni. Da questa sua seconda vita escono solo dei piccoli lampi di luce
che, se sappiamo leggerli e utilizzarli, sono in grado di dare maggiore “LEGGEREZZA” anche
alla nostra vita. Grazie Norma, perché riesci con un sorriso a farci sognare!
Come
è scritto sul manifesto la mostra, inaugurata il 5 Dicembre resterà aperta
tutti i giorni da oggi sino a Domenica.
Grazie amici della
Vostra attenzione, a domani.
Mario
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