Oristano
16 Dicembre 2015
Cari amici,
chissà quanti di Voi
hanno letto in questi anni le mie riflessioni su un’Europa ancora ‘entità
virtuale come Stato’, che sembra quel bambino che stenta a nascere e, ora dopo
ora, il parto diventa così difficile da far presumere che nasca morto! La mia
riflessione di oggi non vuole tornare su un argomento così trito e ritrito:
un’Europa incompleta, che, nonostante gli anni passino, non è stata ancora in
grado di diventare una realtà concreta e realmente operativa, uno Stato federale! Però, questo mio post di oggi
risulta certamente attinente al problema.
Le motivazioni della
mancata trasformazione dell’attuale EU in
Europa-Stato certamente non mancano, ma, come la storia ci insegna, spesso
non sono le Nazioni a dominare gli avvenimenti, ma succede proprio il
contrario: sono gli avvenimenti che stravolgono e dominano gli ignavi governi e
governanti, spesso poco accorti e lungimiranti. La Francia, per esempio, ne è
un esempio eclatante. Nessuno dimentica che la Francia di oggi è figlia
legittima di quella Rivoluzione Francese
che sconvolse anche il resto dell’Europa, cambiandone radicalmente le geografia
politica. Ebbene, i fatti di Francia di oggi,
di questo poco felice 2015, sembrano riportare l'Europa indietro nel tempo, anche se in un
contesto molto diverso.
In effetti in questo
difficile anno che si avvia al termine la Francia è stata non poco sotto i
riflettori: nel 2015 la Francia in Europa è stata protagonista di eclatanti
vicende: a partire da quel 7 Gennaio, giorno della strage allo Charlie Hebdo,
fino agli avvenimenti più recenti, quelli del 13 Novembre scorso al Bataclan. Quanto
accaduto in Francia, sommato agli altri episodi avvenuti sia in
Europa che nel resto del mondo, ha creato situazioni psicologiche di grande
paura collettiva, tali da ottenebrare anche le menti più aperte. Quanto detto lo possiamo
rilevare nei fatti: nelle recenti elezioni francesi una grande onda
di paura ha condizionato non pochi elettori, creando panco anche in tutto l'Occidente. Alla base di questa crescente paura, il pericolo islamico, l’inarrestabile
immigrazione ormai fuori controllo, la paura di perdere gran parte di quelle
conquiste che negli ultimi due secoli hanno caratterizzato la civiltà occidentale,
tutti motivi che costituiscono il soggetto ed allo stesso tempo l’oggetto del nostro diffuso
malessere.
Come rimediare all'angoscia creata da
tanta paura diffusa? Sicuramente un primo desiderio è quello di un ‘ritorno al passato’, di un
ripristino degli antichi “muri divisori”: di un "frame" tra noi e loro, tra la civiltà "nostra" e quella degli altri. Mai e poi mai il fragile equilibrio
di un’Europa che non riesce a diventare nazione, avrebbe immaginato un tale
rigurgito di nazionalismo vecchia maniera, di un nuovo rialzare gli steccati, del
ripristino di chiusure, controlli e frontiere. Eppure è già realtà! La
crescita esponenziale alle recenti elezioni francesi del Front National, la
destra francese fondata nel 1972 dal vecchio Jean Marie le Pen, movimento che
ancora oggi incarna il nazionalismo francese di estrema destra e alla cui guida
ora c’è la figlia Marine, ne è la dimostrazione più chiara.
Questa seconda “RIVOLUZIONE FRANCESE”, come qualcuno
l’ha definita, è sicuramente scaturita non solo dalla paura causata dagli
ultimi attentati, ma anche dalla possibile perdita di quelle conquiste di
libertà, oggi vanto dell’Occidente. Il pericolo di uno sconvolgimento dei già
precari equilibri sia sociali che economici, il timore del terrorismo, la
necessità di una maggiore sicurezza, la possibile islamizzazione della nazione,
sono tutti motivi che hanno aumentato la sfiducia nelle forze politiche
tradizionali, ritenute incapaci di fronteggiare la situazione; ecco allora cercare
un rifugio in un modello forte del passato, per quanto obsoleto e sicuramente inadeguato.
Si, cari amici,
personalmente penso che dietro il successo della destra xenofoba in Francia non
ci sia solo il pericolo e la paura dell’Isis, ma ben altro. Il bisogno di maggiore sicurezza ha aumentato a dismisura la
sfiducia nelle forze politiche tradizionali al governo: i nuovi elettori, come
ha scritto Massimo Nava sul Corriere della Sera, “…sono operai, ceti medi
decaduti, immigrati di prima generazione, giovani disoccupati e pensionati, che
chiedono più sicurezza, frontiere meno permeabili, meno tasse e più crescita”.
Se, in teoria, la
minaccia terroristica si esaurisse anche in tempi brevi (e non è questa
purtroppo l’ipotesi più probabile), gli altri mali rimarrebbero, e questo non
farebbe altro che aumentare il malessere, causa prima della crescita dei
movimenti populisti che vedono un’Europa nemica della Nazione, aumentando di conseguenza
il rischio che la stessa idea dell’Europa-Stato venga irrimediabilmente
travolta. L’effetto tsunami creato dalla vittoria di Marine Le Pen al primo
turno delle elezioni regionali, è stato capace di alimentare preoccupazioni
anche fuori dai confini nazionali. La paura, come ben sappiamo innesca subito
l’effetto contagio!
Tutta l’Europa, è vero,
ha tremato per questo gelido vento xenofobo che ha fortemente soffiato in
Francia. La preoccupazione, la paura delle stragi di Parigi, ha fatto un tutt’uno
con gli altri problemi già presenti e pressanti: dall’applicazione sfrenata
della globalizzazione al liberismo oltre misura, che ha arricchito i già ricchi e continuato ad impoverire chi già povero lo era. Paure forti e contagiose,
sentite non solo dai cittadini francesi, ma, anche se con gradazioni diverse,
dai cittadini di tutto il Vecchio Continente.
Fortunatamente un
rigurgito di lucidità da parte dei francesi è riuscito a tamponare gli effetti
di un voto, quello espresso al primo turno, che, se ripetuto, avrebbe
portato fuori dall’Europa una Francia che possiamo ancora considerare
promotrice della nascita dell'attuale Europa economica. Lucidità, quella ritrovata dal
popolo francese, che ha portato alle urne molti degli elettori che da tempo le
evitavano, proprio perché poco credenti nella insulsa politica corrente che non viene
ne approvata ne condivisa. Il disastro, oggi, fortunatamente non si è verificato,
anche se il pericolo xenofobo rimane ed è necessario tenerne davvero conto.
Se è pur vero che in
Francia il Front National è stato sconfitto al secondo turno (in Corsica, tra l’altro,
hanno vinto gli indipendentisti), il partito di Marine Le Pen, che al primo
turno era in vantaggio in 6 Regioni su 13, pur non avendo conquistato nessuna
Regione ha raccolto oltre 6,8 milioni di voti, diventando il primo partito di
Francia con quasi il 28 % dei voti a livello nazionale. Questo significa che il
FN ha perso una battaglia ma non la guerra! La stessa Marine Le Pen ha detto
che il grande risultato ottenuto dal suo Front National è un grande messaggio ai
francesi per il 2017. Una data davvero importante quella del 2017: non solo per
le elezioni presidenziali francesi, ma anche perché è l’anno in cui si terranno
il referendum britannico sull’Unione Europea, le elezioni politiche in Germania
e, chissà, forse anche in Italia.
Cari amici, quanto è
avvenuto in Francia, siamone certi, per l’effetto contagio, si farà sentire
anche in Italia. Il 2017 non è così lontano nel tempo, ma è dietro l’angolo! L’Europa nonostante
il tempo passi pare sempre di più la “bella addormentata”, nella grande, inutile,
attesa di “non si sa che cosa”. In questo limbo che non porta da nessuna parte
(non certo al Paradiso ma più facilmente all’Inferno), il futuro dell’Unione
Europea appare sempre più incerto. Di errori ne sono stati fatti tanti e, anche
di recente, anziché correggerli si continua a sbagliare (forse perché nessuno
degli Stati vuole cedere quelle sovranità ritenute nazionali). Una cosa più delle
altre personalmente mi rammarica: che Robert Schuman, padre riconosciuto dell’UE, fosse proprio
francese…Chissà, osservando gli avvenimenti di oggi, come si rivolta nella tomba!
Ciao, amici, a domani.
Mario
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