domenica, dicembre 20, 2015

LA SVEZIA LANCIA AL MONDO UNA SFIDA AMBIZIOSA: RAGGIUNGERE IL TRAGUARDO DI EMISSIONI ZERO ENTRO IL 2050. LA STRATEGIA VINCENTE.



Oristano 20 Dicembre 2015
Cari amici,
come molti di noi sanno si è appena conclusa a Parigi la Conferenza sul clima (COP21). Dopo affannosi e agguerriti dibattiti, fortunatamente un accordo è stato faticosamente raggiunto: contenere l’aumento della temperatura del pianeta sotto i 2 gradi, possibilmente intorno a 1,5 gradi entro il 2020. Che il problema del riscaldamento della terra sia di grande interesse per tutte le Nazioni non sono certo io il primo a dirlo, se pensiamo alle terribili conseguenze che ne potrebbero derivare: Paesi sviluppati e Paesi in via di sviluppo, continuando di questo passo, si stanno giocando il destino del mondo.
Nessuno, in effetti, risulta immune dai rischi conseguenti, che non sono solo di inondazioni e catastrofi, ma anche di avvelenamento dell’aria che respiriamo. Recentemente anche le nostre città in questo inizio d’inverno stanno manifestando sintomi gravi di avvelenamento cittadino, come i giornali hanno già riportato: a Roma si ipotizza, per migliorare l’aria, che sarà vietato far circolare in certi giorni le auto non elettriche. Insomma, in questo caotico mondo che stiamo vivendo, ogni giorno che passa ci avveleniamo sempre di più! Eppure, a ben guardare, qualche sprazzo di luce comincia a intravedersi: c’è già qualche nazione che ha messo in atto comportamenti particolarmente “virtuosi”: questa nazione, prendiamone atto tutti, è la Svezia.
La Svezia, ubicata nel Nord Europa, pur non essendo molto popolata (conta 10 milioni di abitanti), è una Nazione molto industrializzata, con un livello di benessere dei suoi cittadini fra i più alti al mondo. Recentemente il suo Ministro per l’Ambiente, Asa Romson, prima di partecipare al summit di Parigi sul clima COP21, in un’intervista rilasciata alla vigilia dell’incontro parigino, ha detto: “Saremo il primo Paese industriale avanzato a raggiungere il traguardo delle emissioni zero entro il 2050”. Una sfida ambiziosa quella che il popolo svedese ha lanciato al mondo: raggiungere in pochi lustri il traguardo delle emissioni zero, nonostante loro siano un grande Paese industrializzato. Questo risultato, sicuramente molto positivo, verrebbe raggiunto, secondo le previsioni, senza sacrificare l’economia e il benessere esistente: un dettaglio, certo di non poco conto, se raggiunto senza intaccare la crescita, l’occupazione e la qualità della vita, che in Svezia è eccellente.
Questo traguardo possibile è stato evidenziato “a gran voce” dal Ministro Åsa Romson al summit di Parigi: in questo importantissimo consesso mondiale, è stato chiesto a tutti i Paesi partecipanti di fare scelte drastiche e coraggiose, per arginare i gravi danni creati da un clima sempre più fuori controllo; porre fine a quelle attività umane svolte senza alcun rispetto ambientale, che causano, spesso in modo irreparabile, danni all’armonia naturale esistente, con gravi ripercussioni anche sulla salute umana, oltre che sull’economia. La cosa straordinaria è che questa “lezione” di civiltà ambientale ci viene da un Paese, la Svezia, che abbisogna più di altri di grande energia, considerata la sua ubicazione.
Un Paese notoriamente per molti mesi “sotti zero”, tanto diverso dagli altri, ma che ha acquisito una sensibilità ambientale fuori dal comune! Eppure riesce più di altri a conciliare economia, sviluppo e salvaguardia dell’ambiente. Per realizzare tutto questo ha da tempo messo in atto diversi piani di “investimento”, tutti ecologicamente compatibili.
Uno, ad esempio, è stato quello dello sviluppo dei biocarburanti privi di componenti fossili, destinati ad una grande serie di motori, compresi quelli degli aerei sia civili che militari, oltre che per i mezzi su gomma o su ferrovia. Un altro piano “energetico pulito” è stato quello della forestazione: un coordinato reimpianto arboreo, già implementato con molto successo, che garantisce al Paese il ripristino dei polmoni verdi, riducendo i danni causati dal massiccio utilizzo del legname da costruzione, grande risorsa economica delle Nazioni nordiche. Tutto questo “cambiamento” ecologico è avvenuto in modo poco invasivo, senza far soffrire agli svedesi le conseguenze del cambiamento.
Chi abita in grandi città come a Stoccolma, per esempio, in gran parte non si è neppure accorto degli importanti cambiamenti avvenuti nel campo della ottimizzazione energetica: i centri commerciali sono sempre aperti e illuminati giorno e notte, così i locali di ritrovo, i teatri, i bar. Apparentemente non sembra cambiato nulla, perché sostanzialmente non c’è stato nelle città alcun risparmio sull’energia! Una trasformazione silente ed efficace, senza far patire ad alcuno le conseguenze del “cambio di marcia”. Certo perché tutto ciò avvenisse il Governo, ed in particolare il Ministero dell’Ambiente, hanno messo in campo non poche iniziative: come la carbon tax, per esempio, e gli incentivi sulle rinnovabili, per invogliare aziende e cittadini al cambiamento.
“Tutto questo dimostra che ce la possiamo fare – ha affermato il Ministro dell’Ambiente – sono tante le iniziative in atto, Per esempio chi acquista un’auto elettrica riceve l’equivalente di oltre diecimila euro in contanti, parcheggi e pedaggi gratuiti, e altri benefici come quello di non pagare il bollo. Gli autobus e i treni vanno oramai a etanolo in tutto il Paese, e i centri commerciali, come lo storico mercato fin de siècle Ostermalsorg, sono illuminati solo da rinnovabili. Dall’introduzione della carbon tax a oggi, abbiamo ridotto le emissioni del 40%. I nostri ricercatori sono al lavoro per sviluppare ecocarburanti anche per i voli di linea, già in sperimentazione. E per riscaldare le abitazioni e gli edifici pubblici, gli scarti della lavorazione del legname gasificati, si stanno dimostrando efficienti”.  
Certo, cari amici, per raggiungere risultati concreti come quelli ottenuti dalla Svezia, ci vuole efficienza e determinazione. Per esempio, entro il 2030 la Svezia intende aumentare la sua produzione di biofuel fino al punto di riuscire a coprire una gran parte della produzione di carburante per autotrazione con l’opzione “bio”, ottenuta esclusivamente dagli scarti forestali e agricoli. Tra i Paesi del Nord Europa la Svezia è già oggi leader nelle energie rinnovabili: genera circa due terzi della sua energia elettrica attraverso fonti rinnovabili.Nel bilancio autunnale, annunciato a Settembre, il Governo ha garantito investimenti per 4,5 miliardi di corone (484 milioni di euro) da utilizzare per infrastrutture verdi, dai pannelli solari alle turbine, dal trasporto pubblico ecologico a reti energetiche più "intelligenti". Altri 50 milioni di corone saranno spesi in ricerca e sviluppo per lo stoccaggio dell'elettricità e un miliardo sarà investito per migliorare i palazzi residenziali e renderli più efficienti.
Le idee lungimiranti del popolo svedese non si limitano agli investimenti all'interno dei propri confini, ma spaziano anche all'estero: lo scopo è quello di realizzare infrastrutture verdi nei Paesi in via di sviluppo con l'obiettivo di sensibilizzare tutti verso un mondo più ecologico; insomma dare "un segnale importante" sia al mondo occidentale che a quello che tende oggi a svilupparsi, perché il mondo possa recuperare, quanto prima possibile, la sua salute in parte già compromessa.
Un esempio che tutti, ma proprio tutti, dovrebbero imitare!
A domani.
Mario

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