Oristano
30 Dicembre 2015
Cari amici,
il Governo, proprio alle
soglie del fine anno, cerca di fare gli auguri agli italiani strombazzando
misure per incentivare il lavoro dei giovani: con il ritornello “largo ai giovani”, ha inserito nella
Legge di Stabilità il provvedimento che consente agli over 60 di usufruire del “part
time” agevolato a chi è vicino alla pensione (da maturare entro i 3
anni), in modo da favorire il ricambio generazionale in azienda.
La misura inclusa nella
Legge di Stabilità stabilisce: orario dimezzato, 65% dello stipendio e 100%
della pensione dopo tre anni, con contributi figurativi garantiti dallo Stato. "Per
adesso ci abbiamo messo risorse limitate, ma se servirà le rafforzeremo",
spiega il Ministro del Lavoro, Giuliano
Poletti in un'intervista pubblicata in prima pagina nel quotidiano
nazionale La Stampa.
Quest’ennesima puntata
della lunga telenovela, che ebbe il suo culmine durante il Governo Monti con la
Fornero al Ministero del lavoro, cerca di mettere “delle toppe” a tentati rimedi
che fecero più danno che guadagno, quando cercando di rinnovare la durata della
vita lavorativa e il conseguente pensionamento, si mise mano alla riforma con passo da elefante in un prato di margherite.
Certo, una soluzione
legata all’allungamento della vita media ed alla necessità di un graduale
aumento anche dell’età lavorativa era necessario trovarla, ma con operazioni
ragionate che tenessero conto sia della necessità di inserire nel ciclo
lavorativo i giovani, che delle esigenze delle persone al lavoro che avevano
iniziato un percorso con altre regole (i danni causati ai così detti esodati,
sono ancora parzialmente in un limbo che mai sarebbe dovuto esistere).
Tornando alle “pezze” ricucite
ora dal Governo e inserite nella attuale legge di stabilità, pur non venendo rinnegato
il principio dell’invecchiamento della popolazione, viene sostenuto che non si
può nemmeno ritenere che una persona possa fare bene un certo lavoro a trent’anni
come a sessanta!
Per questa ragione, dice
Poletti "è anche l'azienda che ha interesse che i lavoratori più anziani
possano gradualmente essere sostituiti". All'obiezione che
potrebbe essere costoso per l'azienda, il Ministro replica che essa "deve
paragonare il costo di un lavoratore alla fine della propria carriera, e quello
del suo sostituto, giovane, senza i costi dell'anzianità e con competenze più
aggiornate".
Nell’intervista il
Ministro Poletti azzarda anche un “bilancio” sul Jobs Act: "Sono contento del
risultato, coerente con gli andamenti dell'economia del nostro paese".
"Nel 2013 - afferma - avevamo perso oltre 200mila occupati. Nel
2014 ci siamo fermati, nel 2015 abbiamo messo la marcia avanti. E soprattutto
la quota dei contratti a tempo indeterminato è cresciuta notevolmente, dal 18
al 27% del totale delle assunzioni". Il Fmi dice che ci vorranno
venti anni per tornare ai livelli di occupazione pre-crisi, " i numeri di
quest'anno dicono che ce ne vorranno molti meno", conclude.
Come ho accennato in
premessa, però, non è tutto rose e fiori, ci sono anche le spine: se da un lato
il Governo prova a “dare”, dall’altra
continua a togliere. Dal 1 Gennaio
2016 entra in vigore l’ulteriore stangata pensionistica per le donne: quella
tagliente e tranciante stabilita dalla legge Fornero. In particolare le donne
dovranno andare in pensione a 65 anni e 7 mesi, mentre 4 mesi in più sono
previsti per tutti. Nel 2018 è previsto un altro scalino: sempre le donne
raggiungeranno gli uomini: tutti a riposo a 66 anni e sette mesi.
Pur comprendendo che
nel breve è necessario trovare dei “marchingegni” per non far fermare la
macchina, il problema vero rimane quello della reale e concreta ripresa
economica, che possa consentire non solo il “ricambio” generazionale a bocce
ferme, cioè con gli stessi numeri, ma soprattutto l’aumento non minimale dell’occupazione:
non con lo zero virgola, ma con
percentuali ad cifra intera. Tutto questo potrà avvenire solo con una sana
politica di incentivi alle aziende che producono, tagliando gli sprechi e, soprattutto,
combattendo l’evasione, che erode cifre importanti di reddito e di imposte.
Cari amici, se l’Italia
vuole davvero uscire dal guado dovrà usare i medicinali forti, perché con la
semplice aspirina, forse, il mal di testa passa per qualche mezzora ma poi
ritorna e la malattia, quella seria, poi, porta alla morte.
Grazie, amici, a
domani.
Mario
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