Oristano
19 Dicembre 2015
Cari amici,
il CENSIS (Centro Studi Investimenti Sociali), l’istituto italiano di ricerca
socio-economica fondato nel 1964 e diretto da Giuseppe De Rita, nel suo
rapporto 2015 - il 49° - evidenzia un’Italia
“in letargo”, che, se da un lato cerca di ripartire, lo fa lentamente, senza
fretta, muovendosi a piccoli passi. Dall'indagine il nostro ceto produttivo, motore della nostra economia, risultata a bassa
autopropulsione, incapace di ritrovare lo stimolo dell’iniziativa, il gusto del rischio.
Nell'«Italia dello zero virgola»,
mille timori continuano a tenere il risparmio inoperoso, fermo nei forzieri finanziari, cautela questa che tiene ferma l'iniziativa, spegnendo la
voglia di rischiare. Certo, non tutto e lassismo in assoluto: c’è anche qualche 'mosca bianca' che cerca in qualche modo di dare una ripartenza al Paese; una piccola pattuglia di innovatori,
sicuramente controcorrente, che cerca di puntare sull'innovazione: una specie di gioco di ibridazione (innesto di
nuovo DNA) in settori e attività così dette tradizionali, provando a far nascere degli OGM. Peccato che siano ancora pochi, perché il futuro, cari amici, passa sicuramente attraverso il Web.
Nel rapporto CENSIS
2015, che analizza come cambia la vita degli italiani, sembra prevalere il “day-by-day”,
il vivere giorno per giorno in attesa di un serio rilancio socio economico da parte della politica. Nel frattempo si vive alla giornata, senza certezze o programmazione, vivendo
tra il “take away”, prendi e porta via, e la necessità economica della condivisione di tutto, a partire
dal “car sharing”. Ma quali le peculiarità principali rilevate nella lettura del rapporto? Vediamole
insieme.
Investimenti:
sembra tornare in auge il mattone, che quest’anno ha ricominciato ad attrarre risorse,
come si può rilevare dal boom delle richieste di mutui (+94,3% nel periodo
gennaio-ottobre 2015 rispetto allo stesso periodo del 2014) e dall’andamento delle
transazioni immobiliari (+6,6% di compravendite di abitazioni nel secondo
trimestre del 2015 rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente). Per gli italiani il mattone è sempre stato "la pietra miliare" dell'investimento familiare.
Acquisto
e Consumi: il Web è sempre più un grande emporio virtuale: si compra sempre di più su Internet, mentre l'auto di proprietà è sempre meno uno 'status symbol' e la condivisione del mezzo di trasporto è sempre più in auge. Questi i nuovi stili di consumo individuati. Sono 15
milioni gli italiani che fanno acquisti sul web (2,7 milioni nell'ultimo anno
hanno comprato prodotti alimentari in rete e l'home banking è praticato dal 46%
degli utenti del web). Per muoversi – invece - sono sempre di più coloro che
optano per il car sharing: il 4% degli italiani (circa 2 milioni) e la
percentuale sale all'8,4% tra i giovani.
Ubicazioni
commerciali: continua a modificarsi il look delle
città ai "piano terra", ovvero l'offerta commerciale dei negozi.
Stando al rapporto Censis, infatti, tra il 2009 e il 2015 sono crollati di
oltre il 10% i ferramenta, le boutique, le librerie, le macellerie, mentre si è
registrato un vero e proprio boom di take
away (+37%), ma anche di ristoranti (15,5%), bar (+10%) e
gelaterie-pasticcerie (+8%). Tre le ragioni: ridotto capitale necessario
all'avvio di queste attività in positivo, maggior gradimento del “cibo pronto” nel nostro
quotidiano, curiosità per la cucina innovativa portata avanti dai molti stranieri presenti.
Capacità
di spesa: se è riapparsa nelle famiglie una certa maggiorata
capacità di spesa, questo è un dato discontinuo, in quante rilevata a ritmo altalenante: buona in alcune fasce, ridotta in altre; c’è, infatti, un 20% circa di famiglie che non riescono a coprire tutte le spese
con il proprio reddito.
Fenomeni
di attrazione mediatica: "Il fenomeno mediatico
dell'anno è Papa Francesco". Il Censis cita anche la rilevazione del Pew
Research Center, secondo la quale "Papa Francesco precede in graduatoria,
per numero di citazioni nelle news digitali statunitensi, la candidata alla
presidenza Usa Hillary Clinton e leader di fama mondiale come Putin o Angela
Merkel".
Utilizzo
dei Media: tutti guardano ancora la TV, Internet e ben utilizzato, la carta stampata è sempre più in declino (-1,6% per i quotidiani, -11,4% per
la free press, stabili i settimanali e i mensili). Nel 2015 la televisione è
vista dalla quasi totalità della popolazione (il 96,7%), con aumento dell’utilizzo
dei nuovi strumenti informatici. Anche la radio si conferma un mezzo di buon utilizzo (l'utenza
complessiva corrisponde all'83,9% degli italiani); gli utenti di internet
continuano ad aumentare (+7,4%), raggiungendo una penetrazione del 70,9% della
popolazione italiana.
Telefonia
mobile: le connessioni mobili mostrano una grande
vitalità, gli smartphone sono forti di una crescita a doppia cifra (+12,9%) che
li porta oggi a essere impiegati regolarmente da oltre la metà degli italiani
(il 52,8%); anche i tablet praticamente hanno raddoppiato la loro diffusione e sono diventati di uso comune per un italiano su quattro (26,6%).
Utilizzo
dei Social Network: aumenta ancora la presenza degli
italiani sui social network, che vedono primeggiare Facebook, frequentato dal
50,3% dell'intera popolazione e addirittura dal 77,4% dei giovani under 30; a seguire Youtube raggiunge il 42% di utenti (il 72,5% tra i giovani), mentre il 10,1%
degli italiani usa Twitter.
Assistenza
sanitaria: più di quattro italiani su dieci pensano che
la sanità stia peggiorando, quota che arriva al 64% al Sud. Inoltre, più del 50% considera inadeguato il Servizio sanitario regionale, con una percentuale di
insoddisfatti che si avvicina all'83% nel Mezzogiorno. la colpa maggiore è da attribuire ai costi che crescono e
tempi di attesa che non calano; di contro il privato è in grado di offrire una
concorrenza che spinge i cittadini, spesso, a pagare di tasca propria. Ad
esempio, per una risonanza magnetica nel privato si spendono 142 euro e si
attendono 5 giorni, mentre con il ticket si pagano 63 euro ma si aspetta ben 74 lunghi
giorni.
Condizione
degli Stranieri in Italia: l’inserimento dei migranti migliora
costantemente, e molti continuano a trasformarsi in ceto medio. La condizione degli
stranieri regolarmente residenti in Italia è molto diversa da quella che
caratterizza le periferie francesi o le innercities londinesi: da noi gli
immigrati inseguono una traiettoria verso la condizione di ceto medio,
differenziandosi così dalle situazioni di concentrazione etnica e disagio
sociale che caratterizzano quelle realtà all'estero.
Insomma, cari amici, la risultante dell'indagine è un
Paese, il nostro, che non sa più progettare il futuro e che ha perso del tutto il
“gusto del rischio”. Un’Italia prigioniera della cronaca tra scandali e
corruzione, dove crescono le disuguaglianze e gli egoismi e dove le riforme
realizzate dal Governo faticano a suscitare consenso. Un’Italia piena di
contraddizioni, dove il potente Ministro Padoan dice "Abbiamo riacceso
motori, l'Italia è piena di energia" e l’Istat invece dice: “Migliora la situazione
economica, ma l'Italia resta spaccata tra Nord e Sud e tra ricchi e poveri”; in sintesi un'Italia dove “i ricchi sono più ricchi di prima e i poveri sempre più numerosi, dove la diffidenza cresce e la fiducia negli altri, al contrario, diminuisce sempre di più”.
Cari amici, per ora, purtroppo, il
nostro Paese è "l'Italia dello zero
virgola", annota il Censis, in cui "le variazioni congiunturali degli
indicatori economici sono ancora minime e continua a gonfiarsi la bolla del
cash cautelativo". Gli italiani, insomma, preferiscono tenere fermi i risparmi,
perché' temono il futuro. D'altro canto il risparmio è ancora la scialuppa di
salvataggio nel quotidiano, visto che nell'anno appena trascorso 3,1 milioni di
famiglie hanno dovuto mettere mano ai risparmi per fronteggiare gap di reddito
rispetto alle spese mensili.
A mio avviso quella fatta dal CENSIS non è una bella fotografia del nostro Paese, anche se appaiono lontane piccole
luci che potrebbero diventare grandi. Io lo spero fortemente: non tanto per me,
ma per la generazione che segue la mia, quella che oggi, pur chiamata “GENERAZIONE MILLE-EURO”, potrebbe essere meglio definita una "generazione perduta", se non riusciamo a recuperarla
in tempo! ma se non ci diamo da fare il salvataggio sarà sempre più difficile.
Ciao, amici miei, a domani.
Mario
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