Oristano
3 Dicembre 2015
Cari amici,
L’argomento di oggi
personalmente mi riporta indietro nel tempo: sono nato nel 1945 e posso
garantirvi che in quegli anni il pannolino per bambini usa e getta proprio non c’era! Erano allora in uso delle fasce di
tela grossa (qualche volta di lino) che si usavano per fasciare in un certo
modo il bimbo e che ogni tanto (questo più o meno come adesso) venivano cambiati.
Il pannolino sporco, allora, non finiva neanche in lavatrice ma lavato a mano
con sapone di Marsiglia. La società dei consumi, poi, lentamente ma
inesorabilmente, ha cambiato molte nostre abitudini, tra le quali quella dell’invenzione
del pannolino “usa e getta”. Se è pur vero che le comode abitudini sono
difficili da cambiare, è vero anche che qualche volta…all’orizzonte, vuoi per
ragioni economiche, vuoi per ragioni ecologiche, si affaccia un “ritorno al
passato”. E’ successo così anche per i pannolini. Ma vediamo insieme la storia.
Se i pannolini in tela,
una volta rovinati dopo centinaia di lavaggi, potevano essere smaltiti in modo
semplice, in quanto fatti di cotone o lino, i loro sostituti, i pannolini usa e
getta, essendo costituiti da polpa di legno e plastica, materiali lavorati industrialmente
in modo da garantire il massimo assorbimento, impiegano oltre 500 anni per
degradarsi, rilasciando nell'ambiente anche delle sostanze tossiche, tra cui la
diossina! Se poi ci mettiamo a fare un po’ di conti vediamo che ogni bambino,
nei soli primi 3 anni di vita, utilizza una media di 5.000 pannolini! Da questo
dato ricaviamo che, per produrli, prendendo in considerazione solo la polpa di
legno, è necessario utilizzare (e quindi abbattere) oltre 20 alberi di grandi
dimensioni. Un’enormità, a cui si aggiunge il costo ulteriore dello
smaltimento.
Una recente ricerca effettuata
da Greenplanet ha messo in luce che
nel nostro Paese ogni giorno vengono utilizzati circa sei milioni di pannolini
che, una volta gettati via, diventano una pericolosa fonte di inquinamento: non
solo per il lento processo di decomposizione prima indicato, ma anche perché
essi rappresentano ben il 10% di tutti i rifiuti urbani e il 20% di quelli che
finiscono in discarica. Inoltre, a parte i 500 e più anni necessari alla
trasformazione in materiale organico, vi è pure un’altra problematica legata ai
pannolini usa e getta: la presenza al loro interno di rifiuti organici, spesso
contaminati da tutta un serie di batteri; questi, riproducendosi, possono propagare all’interno dei
cassonetti dei pericolosi focolai infettivi, oltre che, una volta finiti nel
terreno, provocare pericolose contaminazioni sia nel suolo che nelle falde
acquifere.
Basterebbero solo questi pericoli a consigliare il ritorno al pannolino lavabile, tra l'altro di nuova concezione
rispetto a quello del passato. Nuovo pannolino che potremmo definire in questi termini: IGIENICO, RISPARMIOSO E AMICO DELL'AMBIENTE. Più igienico: con l’uso dei lavabili si riducono
nel bimbo irritazioni e allergie, risultando quindi più salutari; più risparmioso: benché la spesa iniziale sia
stimabile sui 300-400 euro, in un anno la famiglia con l'uso risparmierebbe non meno di Mille
euro a bambino; amico dell'ambiente: un bambino,
come detto prima, arriva a consumare nei primi 3 anni di vita circa 5.000 pannolini, che
è necessario smaltire correttamente con non poco costo! Accanto al risparmio delle singole
famiglie, è necessario pensare anche a quello della collettività: ogni bambino produce, con i pannolini usa e getta, circa 1 tonnellata di rifiuti, il cui smaltimento costa alle Amministrazioni
circa 100/150 euro. Fatte le debite moltiplicazioni ci si rende conto che
questo smaltimento contribuisce in modo consistente a fare più salata la nostra
tassa sui rifiuti.
Ciononostante, come ho
anticipato prima, cambiare le abitudini non è facile: c'è chi ha sposato i
nuovi pannolini con grande entusiasmo, e chi invece li rifugge come la peste. Dei
pannolini lavabili si può essere accaniti sostenitori oppure nemici irriducibili: così è
fatto il mondo. Certo, credo che nessuno possa mettere in discussione la
comodità e la praticità dell'usa e getta, ma se mettessimo su degli ipotetici piatti di una bilancia vantaggi e svantaggi, ci accorgeremmo che questo “ritorno al
passato”, anche se in chiave moderna, è in grado di premiarci non
poco! Tornando in particolare al bambino ed ai vantaggi sulla sua salute, non scordiamo che i
pannolini lavabili sono in grado di garantirgli maggiori benefici, rispetto a
quelli usa e getta. Per esempio:
- essi evitano
l'esposizione del bimbo alle sostanze chimiche potenzialmente tossiche presenti
nei pannolini usa e getta, riducendo la possibilità di sviluppare dermatiti e
irritazioni cutanee;
- il loro ‘effetto fagotto'
riesce a garantire il mantenimento della posizione ottimale per il corretto
sviluppo dell'articolazione delle anche;
- anche la sensazione di bagnato che essi danno, garantisce
una maggiore percezione da parte del bambino delle sue funzioni fisiologiche e il successivo passaggio
dal pannolino alla mutandina risulterà più rapido;
- essi permettono anche
una migliore traspirazione delle zone genitali del bimbo, contribuendo al
mantenimento della corretta temperatura (studi recenti indagano sulla relazione tra
l'aumento della temperatura delle aree genitali, dovuta all'uso dei pannolini
usa e getta, e il rischio di infertilità maschile).
Cari amici, come ho
detto prima, cambiare certe ‘comode abitudini’ non è facile per nessuno:
immaginiamoci, poi, per le mamme di oggi, sempre più indaffarate! Tuttavia, quando è
necessario, è certamente più consono fare di necessità virtù. Io credo che tutti
noi siamo tenuti ad adottare sempre i comportamenti più adeguati, non solo nel
contesto familiare ma anche in quello sociale. Nel caso che ho voluto trattare
oggi, parlando del pannolino, entrare in un certo ordine di idee, relativamente al risparmio
sia economico che salutare e ambientale, credo sia un dovere al quale nessuno
di noi dovrebbe sottrarsi.
Grazie, amici, della
Vostra attenzione, a domani.
Mario
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