Oristano
28 Dicembre 2015
Cari amici,
chi, come me, è un figlio
della guerra ha del cibo un concetto molto diverso da quello che solitamente si
ha: ne ha un rispetto quasi sacro. Negli anni ’50 del secolo scorso, quando in
un’Italia distrutta dalla guerra mancava tutto, persino il pane, ogni risorsa
alimentare era considerata un bene prezioso, custodito religiosamente, e solo l’idea
di gettare il cibo nella spazzatura faceva inorridire: era considerato addirittura
un pensiero sacrilego.
Chi mi conosce, in
particolare chi ha letto i miei libri, sa che nella mia infanzia (avevo circa 7
anni) mi fu addirittura negato da parte di una famiglia abbiente un pezzo di
pane che, nell’ingenuità di quell’età, avevo osato richiedere. Quella negazione fu traumatica: incise in me una ferita indelebile che mai si rimarginò, tanto che
contribuì a creare dentro di me un "religioso
rispetto” per il pane, oltre che verso quant’altro il Buon Dio continua a fornirci quotidianamente per il nostro sostentamento.
Il post di oggi non
vuole certo angustiarvi con questi miei ricordi infantili di “fame da guerra”: quell’epoca
a me e ad altri ha solo insegnato la cultura del saggio utilizzo dei beni, in particolare il
concetto di evitare ogni spreco, incentivando la cultura del recupero. Oggi la mia
riflessione ha comunque come oggetto proprio al pane: l’elemento che più di ogni altro
soddisfa le necessità alimentari dell’uomo (anche se non vive di solo pane), cercando di ricordare a tutti come è
possibile evitare di sprecarlo, come invece quotidianamente si fa. Lo spreco è sotto gli occhi di tutti: dai cassonetti stracolmi ai grandi bustoni di “pane del giorno prima”, caricati la mattina nei furgoni per essere destinato, nella migliore
delle ipotesi, agli animali o addirittura gettato nella spazzatura!
Eppure il pane si
presta bene ad essere “riciclato” in mille maniere! Infinite sono le ricette
che ci consentirebbero di continuarlo ad utilizzare con piena soddisfazione sia
del gusto che del nutrimento. Pensate che quand’ero bambino il pane veniva
preparato nel forno di casa una volta la settimana e non se ne perdeva mai
neanche un pezzetto! Per chi non è avvezzo alle “ricette del riciclo”, voglio riportarne qui alcune e posso garantirvi,
se le volete provare, che ne rimarrete non solo soddisfatti ma addirittura
entusiasti. Eccone allora alcune abbastanza semplici da preparare che Vi prego di provare.
Crostini.
Uno dei modi più semplici per utilizzare il pane avanzato è quello di trasformarlo in crostini.
Tagliato prima in fette e successivamente a cubetti, può essere semplicemente
fatto dorare in formo, oppure reso molto più sfizioso se rosolato e dorato in
padella cosparso di olio extravergine d’oliva con aggiunta anche di erbe aromatiche
come prezzemolo o rosmarino e un pizzico di sale.
Pane
grattugiato. E' semplicissimo da preparare: basta
munirsi di una piccola grattugia elettrica e un paio di buste di plastica per
alimenti per riporlo. A parte il risparmio (anziché comprarlo già pronto), siamo anche sicuri
che non contiene additivi indesiderati, aggiunti dai confezionatori.
Addensante
nelle Zuppe. Sia in quelle di verdura che nelle vellutate,
potete renderle più omogenee se, durante la cottura dei normali ingredienti,
aggiungerete delle fette di pane raffermo. Durante la cottura il pane
praticamente si disfa e, una volta frullato insieme agli altri ingredienti, il
composto risulterà ben più denso e corposo. Un altro modo ancora più semplice è quello di mettere la zuppa calda nei piatti precedentemente riempiti con dei piccoli
cubetti di pane raffermo.
Gnocchi
di pane raffermo. Dalla tradizione della cucina povera,
ecco la ricetta degli gnocchi di pane raffermo. Per la preparazione di questi
gnocchi usare, al posto della farina, del pane raffermo. E’ possibile grattugiare
e scottare poi in acqua bollente il pane appena grattugiato, aggiungendolo agli altri
ingredienti come patate, carote e polpa di zucca, già lessate e schiacciate. Una
volta amalgamato per bene il composto risulterà anche più gustoso di quello preparato
con la farina.
Zuppa
gallurese o “suppa cuata”. Piatto tipico della Gallura, la
zona nord-orientale della Sardegna. La ricetta, con diverse varianti a seconda
della tradizione paesana, ha come base il pane raffermo; si prepara mettendo uno dopo l'altro strati di
pane raffermo bagnati con brodo di carne di manzo e di pecora, alternati con
formaggio fresco vaccino e del pecorino stagionato. Una particolare
profumazione alla ricetta può essere data con l'aggiunta di menta, finocchio selvatico o prezzemolo, ben
tritati, che vanno mescolati al formaggio con l'aggiunta di una grattugiata di pepe nero. Dopo aver sistemato
per bene i vari strati su una teglia da forno, si cosparge in superficie di abbondante formaggio
fresco, aggiungendo all'occorrenza ancora del brodo (a piacere si possono aggiungere
anche fettine di pomodoro) e infornando per una ventina di minuti.
Polpette
di pane raffermo ai 4 formaggi. Con questa ricetta si
riciclano sia il pane raffermo che le croste di formaggio. Dopo aver grattugiato il
pane raffermo lo si scotta in acqua bollente per pochi minuti. Si grattugiano le
parti finali dei formaggi (gli ultimi centimetri prima della crosta) sia di pecorino
che di parmigiano e padano, aggiungendo anche alcuni cubetti di formaggio
fresco. L’insieme, il pane grattugiato e la miscela di formaggi, compreso quello
fresco, ben amalgamato a mano con degli spruzzi di latte, diventa una bella pasta
compatta, che può essere aromatizzata a piacere con prezzemolo, aglio, noce
moscata, etc.; una volta pronta (dopo aver verificato la giusta salatura) si
preparano delle polpette di magro che verranno sistemate in una terrina
contenente il resto del pane grattugiato. Dopo aver messo sul fuoco una padella con dell’olio
extravergine, friggere le polpette, dopo averle fatte passare per bene nel pane grattugiato. Il
risultato sarà sicuramente ben apprezzato.
Per chiudere ecco un’ultima ricetta di
una semplicità incredibile! Vi accorgete che nella dispensa non avete la pasta per preparare il
primo? Niente paura. Prendete del pane raffermo e tagliatelo a fettine sottili. Mettete dell’acqua sul fuoco, come per
cuocere la pasta. Al primo bollore immergete le fette di pane e, non appena
notate che si sono ammorbidite, scolatele e poggiatele su una teglia da forno,
preventivamente cosparsa del sugo da Voi preferito; dopo il primo strato di pane cospargetele con abbondante formaggio grattugiato e cucchiai di sugo,
continuando così, strato dopo strato; al termine, coprite bene con sottili fette di
formaggio fresco e mettete in forno per 20 minuti. Mangerete una buonissima…pasta
di pane al forno!
Cari amici, di ricette per riutizzare il pane del giorno prima ne
potrei riportare altre mille, anche se credo che la Vostra fantasia non ha bisogno dei miei
consigli! In questo modo potrete evitare molti sprechi, salvaguardando sia il
portafoglio che, soprattutto, l’ambiente; se tutti ci comportassimo in questo
modo, il mondo risulterebbe meno inquinato. Il recupero, non dimentichiamolo mai, è un modo per non sprecare le risorse che, ricordiamolo sempre, non sono infinite!
Ciao, amici, a domani.
Ciao, amici, a domani.
Mario
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