giovedì, marzo 25, 2021

CELEBRATA ANCHE A ORISTANO LA “GIORNATA DELLA MEMORIA E DELL'IMPEGNO IN RICORDO DELLE VITTIME INNOCENTI DELLE MAFIE”. SE PRIMAVERA SIGNIFICA “USCIRE DAL BUIO E RIVEDER LE STELLE”.




Oristano 25 marzo 2021

Cari amici,

“Chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una volta sola”. Queste le indimenticabili parole di Paolo Borsellino, uno degli oltre mille caduti di mafia. La mafia, questo cancro così difficile da estirpare, ha bisogno di essere combattuto ogni giorno da ciascuno di noi, seppure con timore e grande difficoltà. Oggi a combattere con forza questa triste realtà c’è l’associazione “LIBERA” che lotta costantemente contro le mafie e che ha stimolato lo Stato ad emanare una legge istitutiva della Giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie”, in calendario il 21 marzo di ogni anno, primo giorno di primavera. 

Combattere la mafia oggi significa coinvolgere significativamente i giovani, instillare in loro i principi culturali della legalità e del rispetto, condannando ogni forma di violenza e prevaricazione. È la cultura l’arma più forte per combattere la mafia! Anche ad Oristano il problema è sentito, e, presso il Liceo Classico “De Castro”, è presente il Presidio “Barbara Rizzo, Giuseppe e Salvatore Asta”, i cui referenti (Lucrezia Lacasella e Giada Oppo) hanno organizzato, grazie al deciso e forte supporto del Preside Pino Tilocca, la partecipazione alla Giornata Nazionale dell’impegno contro le mafie.

All’incontro, organizzato nell’ampio cortile interno dell’Istituto De Castro, ha partecipato un folto pubblico, con la presenza di tanti giovani, comuni cittadini e, in prima fila, le maggiori autorità religiose e civili del territorio, dall’Arcivescovo Mons. Carboni al Prefetto Dr. Capo, dal Questore Dr. Giardina, dal Sindaco di Oristano Ing. Lutzu, oltre a diversi Sindaci del circondario, sindacalisti e rappresentanti delle associazioni. Era presente come testimonial Claudia Loi, sorella di Emanuela Loi, vittima della mafia.

Giada Oppo nell’aprire l’incontro ha espresso un sincero apprezzamento per la massiccia presenza dei partecipanti, nonostante il periodo poco felice che si sta attraversando per la pandemia. “È dal 1996 che l’associazione LIBERA onora questa giornata – ha detto Giada – in quanto le vittime non vanno ricordate con le lapidi, ma commemorate con l’impegno di tutti, nessuno escluso”.  Poi, rivolgendosi ai tanti genitori presenti, ha continuato dicendo: “Il vostro compito è quello di educare con determinazione e costanza, stimolando i vostri figli ad agire, a non restare in silenzio a subire, convincendoli a non piegare la testa! Il silenzio agevola l’illegalità!”   

Hanno preso poi la parola il Prefetto, che ha ringraziato in particolare il Preside Tilocca per l’organizzazione, il Questore, che ha ricordato che 40 anni prima fu alunno proprio del De Castro, e che ha colto l’occasione per ribadire che la formazione scolastica è basilare per acquisire la cultura del rispetto e la consapevolezza della necessità della lotta alle prepotenze mafiose; poi Mons. Carboni, che ha con un sorriso affermato che pure lui era stato alunno del De Castro, e che con piacere rivedeva alcuni suoi ex compagni di scuola oggi docenti dell’Istituto. “È proprio qui – ha dichiarato Mons. Carboni - che ho ricevuto gli strumenti critici per affrontare la vita, in quanto la LEGALITÀ la si apprende a scuola; la differenza tra giusto e ingiusto risulta basilare, per cui la scuola risulta essere la vera maestra di vita”.

Sul podio è poi salito il Sindaco di Oristano, che ha esordito dicendo: “Siamo qui per ricordare le stelle”, riferendosi a quelle “cadute per mano mafiosa e da ricordare” per il loro sacrificio; parole prese dal canto dell’inferno di Dante; poi ha continuato dicendo: “Combattere l’illegalità è una scelta di vita, le mafie si combattono non voltandosi dall’altra parte ma lottando ogni giorno e rispettandosi a vicenda, e soprattutto agendo sempre nella legalità”.

Ha preso poi la parola Claudia Loi, sorella di Emanuela, morta per mano mafiosa nell’adempimento del proprio dovere di servitore della patria. Claudia, con grande forza e coraggio, nonostante la tristezza interiore, ha ricordato le giornate trascorse con Emanuela, la gioia dello stare insieme, l’affetto che le legava in modo profondo; un connubio forte, stroncato da mano assassina, quella della mafia. “Il mio dolore, non passa, non è mai passato - ha detto Claudia – ma ho cercato di trasformarlo in missione educativa. Paolo Borsellino, Emanuela Loi, Antonino Capponnetto e tanti altri hanno lottato per sconfiggere la mafia, ora tocca a noi! La mafia teme più la scuola della giustizia e la scuola deve formare giovani capaci di lottare. Madre Teresa di Calcutta diceva che bisogna credere in sé stessi, sempre!”.

Il pubblico ha applaudito a lungo tutti gli interventi, poi la cerimonia ha avuto termine con la lettura (fatta a gruppi da 69 lettori, tra ragazzi, autorità e semplici cittadini) che, nel silenzio generale e con un lieve accompagnamento musicale hanno ricordato i nomi dei 1031 caduti per mano della mafia, perché “Conservare la loro memoria significa non farli dimenticare mai”. Il Preside prof. Tilocca, dopo aver ringraziato tutti, ha chiuso la manifestazione.

Amici, chiudo questa mia riflessione utilizzando ancora le parole di Paolo Borsellino: “Se la gioventù le negherà il consenso, anche l’onnipotente e misteriosa mafia svanirà, come un incubo”.

A domani.

Mario

 

 

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