mercoledì, febbraio 05, 2020

LA MIA RIFLESSIONE SUL CONVEGNO “NON SI TRATTA SOLO DI MIGRANTI. IL RACCONTO DELLA MOBILITÀ UMANA TRA REALTÀ E PERCEZIONE”.


Oristano 5 febbraio 2020

Cari amici,

Lunedì 3 febbraio, ho partecipato al seminario che l’Ordine dei Giornalisti della Sardegna aveva predisposto e che aveva per titolo “Non si tratta solo di migranti. Il racconto della mobilità umana tra realtà e percezione”. Ospitato ad Oristano nei saloni dell’Istituto di Scienze Religiose in via Cagliari (la partecipazione, oltre che essere un Corso di aggiornamento per gli iscritti all’Ordine, assicurava anche dei crediti), affrontava un argomento attualissimo, che interessa anche lo stato dell’emigrazione isolana, soprattutto quella dei nostri giovani laureati, costretti a trovare lavoro lontano da casa.
Il convegno, aperto da Raffale Callia, Delegato regionale Caritas Sardegna, che all’ultimo momento per un impegno improvviso ha sostituito come moderatore Francesco Birocchi, Presidente dell’Ordine dei giornalisti della Sardegna, contava presenze importanti: il nostro Arcivescovo, Mons. Roberto Carboni, quale delegato per Migrantes della Conferenza episcopale sarda, Mons. Giovanni Paolo Zedda, Vescovo della Diocesi di Iglesias, delegato per il servizio della carità della Conferenza episcopale sarda e Andrea Pala, Presidente UCSI Sardegna.
Dopo Raffaele Callia, ha introdotto i lavori Padre Stefano Messina, incaricato regionale di Migrantes, al quale hanno fatto seguito i relatori: Simone Varisco, che ha esposto e dettagliato il “Quadro di riferimento dell’immigrazione di oggi” e Delfina Licata, che ha parato de “L’attualità dell’emigrazione italiana nel mondo”; avrebbe dovuto presenziare anche Nello Scavo, inviato di Avvenire, che avrebbe dovuto presentare una relazione su "Come comunicare la mobilità umana oltre le percezioni”, ma è stata letta solo una sintesi del suo lavoro.
Nell’intervento iniziale Mons. Carboni, dopo aver salutato e ringraziato tutti gli intervenuti, è entrato in argomento, precisando che l’immigrazione è un problema che deve riguardare tutti, e che di conseguenza “Ognuno deve fare la sua parte”; dopo di Lui Raffaele Callia, che, dopo aver chiarito i motivi dell’impossibilità a partecipare di Francesco Birocchi a causa della sua doverosa partecipazione al funerale di un collega giornalista, stimato e apprezzato, scomparso all’improvviso, ha dato il via al convegno. 
In realtà, ha detto Callia, tutti oggi fanno informazione: sia i giornalisti che tanti cittadini comuni, diventati attori dei Social; in questo modo spesso si snaturano le notizie, diventando false o di parte. Il problema è serio, ha continuato, perché l’informazione non può essere mai parziale o addomesticata, ma sempre obiettiva, approfondita e documentata. Insomma, rendiamoci conto che tutti siamo capaci di fare buona teoria, a cui però segue una cattiva pratica.
Mons. Zedda, intervenendo dopo di lui, ha detto che il problema non è semplice, e che domani potrà aggravarsi ancora, con la possibile fuga di milioni di persone dalle loro terre. Proprio per questo, ha detto “la comunicazione, nonostante le diverse visioni, deve essere attenta e reale, senza falsi o impropri commenti”. Anche l’intervento di Andrea Pala ha confermato che il numero dei migranti è in continua crescita e continuerà.
Padre Stefano Messina, dopo aver portato alcuni esempi, ha detto che “si sta manifestando una nuova umanità”; ha poi ripreso la parola Raffaele Callia, che oltre che moderatore, era anche relatore del convegno. A lui spettava il compito di evidenziare i tanti aspetti della mobilità umana. L’emergenza profughi che riguarda il nostro Paese vede in Italia oltre 5 milioni di stranieri, ha detto. Non certo un grande numero, in quanto nel mondo sono milioni le persone che si spostano: circa 257 milioni. Inoltre, ha detto, anche in Italia si emigra alla ricerca di lavoro, in particolare giovani, ma anche anziani, over 65. Ha poi introdotto gli altri 2 relatori: Simone Varisco e Delfina Licata.
Simone Varisco, parlando dell’immigrazione di oggi, ha chiarito che la percentuale di stranieri in Italia regolarmente censiti (dai dati 2017 sono 5.255.502) non rappresentano percentuali forti, sono circa 8,7 per cento della popolazione. In Sardegna, ha precisato, gli immigrati sono circa 60 mila. Quelli presenti ufficialmente soffrono comunque di notevoli disuguaglianze rispetto ai cittadini italiani: paghe inferiori, scarsa assistenza sanitaria e per alcuni anche uno stato di povertà che li porta a chiedere assistenza.
Delfina Licata, affrontando il tema de “L’attualità dell’emigrazione italiana nel mondo”, dopo aver presentato un interessante filmato, ha confermato che gli italiani residenti all’estero sono 5.300mila circa. Ha poi esposto in dettaglio i dati, affermando che gli italiani in realtà non hanno mai smesso di migrare. Tornando poi nel campo della comunicazione, ha detto che quella vera, reale, è contenuta in 3 parole chiave: Multidisciplinarietà, transnazionalità e complessività. Riferendosi poi alla Sardegna ha detto che nell’ultimo anno 128.000 sardi sono emigrati, considerati dei “cervelli in fuga”, anche se il termine è improprio e anche parziale, perché non è il cervello che emigra, quindi solo i sapienti, ma l’individuo nella sua interezza, con tutte le sue capacità, alte o basse che siano!
Ha poi chiuso il convegno Raffaele Callia, che ha affermato che sia l’immigrazione che l’emigrazione sono entrambe situazioni da affrontare seriamente, anche nel mondo della comunicazione, perché i migranti vengono visti solo come invasori: invece la realtà è che sono soggetti deboli, colpiti da razzismo, sfruttamento, in preda sempre a una grande tristezza nel corso della loro vita.
Ebbene amici, dopo aver ascoltato tutti con grande attenzione, credo di poter esprimere la mia opinione con questa riflessione. 
Chi fa comunicazione lo deve fare in modo coerente, senza lasciarsi influenzare dalle proprie opinioni. Dobbiamo riflettere molto sul fenomeno della mobilità umana, anche se in noi c’è sempre la paura del diverso, pensando ai rischi, e ai loro difetti e non ai pregi. Come ha sostenuto il delegato regionale Caritas Sardegna, Raffaele Callia: “...persone che vengono nel nostro Paese per ragioni diverse (migrazioni forzate, fuga dalla miseria, ricerca di libertà, etc.) e persone che continuano ad andar via dalle nostre comunità, fra cui gli stessi sardi, soprattutto per mancanza di alternative. Oggi più che mai occorre un’informazione obiettiva che presenti il tema nella sua complessità, rigorosa dal punto di vista scientifico e rispettosa della dignità di ogni persona”.
Se facciamo comunicazione nel modo giusto, quando parliamo di migranti dobbiamo raccontare la verità: sempre! Dobbiamo parlare non solo di paure, del timore che ci crea il diverso, ma anche mettere in risalto la ricchezza umana e culturale di cui i migranti sono portatori. Noi dobbiamo far sì che si possa arrivare ad una reale integrazione, e dopo, uniti, fare strada insieme. Costruiamo un percorso nuovo, dove prevalga l’uguaglianza, il pieno riconoscimento dei diritti di ognuno, mettendo in piedi una società diversa, più leale e solidale, basata sulla pacifica convivenza civile, culturale e religiosa.  Non è utopia, se tutti remiamo nella stessa direzione!
Spesso, però, sulle pagine dei giornali le notizie vengono riportate parziali e viziate, e soprattutto non si dà spazio all’approfondimento dei problemi legati alle migrazioni, che invece avrebbero dovuto avere la giusta attenzione; se noi ci impegniamo a raccontare sempre la verità, senza parzialità e nascondimenti, consentiremo a tutti di conoscere meglio e più a fondo il problema.
Grazie, amici! A domani.
Mario

Nessun commento: