giovedì, settembre 28, 2017

I GIOVANI E L’UTILIZZO DELLA MODERNA TECNOLOGIA. HAI UNO SMARTPHONE? IL SUO USO SMODATO PRODUCE GLI EFFETTI DELETERI DI UN GRAMMO DI COCAINA.



Oristano 28 Settembre 2017
Cari amici,
La psicologa Mandy Saligari, intervistata di recente dal giornale The Independent circa il pericolo delle nuove tecnologie nel campo della comunicazione come gli smartphone, ha spiegato che i rischi (in particolare per i più giovani) derivanti dall’uso e “dalla conseguente dipendenza”, dello smartphone, sono elevati; oltre un certo limite, infatti, il suo uso esagerato comporta “gli stessi effetti prodotti dall’assunzione di un grammo di cocaina"
Affermazione drastica e pesante, quella fatta dall'illustre psicologa, una diagnosi preoccupante che mette in luce il fatto che lo smartphone sta "creando dipendenza", come una droga, sopratutto sui più giovani. Una recente ricerca americana, che ha stabilito che essendo il nostro cervello un organo plastico, l’uso intensivo di questo computer-telefono qual'è lo smartphone, ha un forte impatto sulle connessioni neurali delle persone, in particolare su quelle dei più giovani. Le conseguenze sono talmente rilevanti che la psicologa americana Jean Twenge ha affermato che ormai ci troviamo di fronte ad una nuova generazione: la iGeneration.
Per la psicologa Jean Twenge, docente alla San Diego State University, i nuovi dispositivi elettronici hanno creato la iGeneration, una generazione altamente tecno-dipendente, che prima si è sovrapposta e poi ha scavalcato le precedenti generazioni ed i loro cambiamenti. Se quella del dopoguerra è stata la geneerazione dei Baby Boomers, la successiva (i nati tra il 1946 e il 1964) è stata quella che ha beneficiato della grande crescita economica della maggior parte dei Paesi occidentali; a seguire è venuta la Generazione X (quella dei nati tra il 1965 e il 1979), cresciuta nel benessere (grazie al successo ottenuto in precedenza dai Baby Boomers) e che per questo motivo ha sviluppato grande cinismo e mancanza di profondi valori.
A partire dai nati del 1980 (per arrivare a quelli degli anni ’90), i protagonisti sono diventati i Millennials, ovvero i primi a crescere familiarizzando da subito con le nuove tecnologie digitali di comunicazione come Internet. Impatto forte, ma che tuttavia risulta limitato, se confrontato con quello a cui sono stati sottoposti i giovani nati dal 1995 in poi. Per Jean Twenge a fare la differenza è stata l’arrivo e l’uso massiccio dello smartphone. 
Ma in che modo questo dispositivo apparentemente innocuo sta riuscendo ad influenzare un’intera generazione? L’effetto più rilevante è quello di aver sottratto tempo alla frequentazione fisica degli amici, con conseguenze rilevanti sui comportamenti sociali. I più giovani ad esempio hanno forti difficoltà ad interpretare e capire gli stati emotivi delle altre persone, vivendo sempre di più una vita virtuale e allontanandosi in questo modo dalla vita reale.
La frequentazione virtuale, sostitutiva di quella fisica, dal punto di vista del benessere mentale risulta fortemente negativa, anzi addirittura devastante. Il risultato è che la iGeneration soffre di maggiore depressione, ansia e solitudine rispetto alle generazioni precedenti. Il tasso di suicidi è aumentato di oltre il 50%, così come il numero di adolescenti con depressione a livelli patologici. Ad aumentare il disagio stanno contribuendo anche i social network. Numerosi studi scientifici dimostrano inequivocabilmente che l’uso intensivo dei social riduce la felicità e l’autostima delle persone. E c’è anche dell’altro.
Gli effetti collaterali derivanti dall’uso dello smartphone si manifestano nella diminuita efficienza delle competenze intellettuali. 
Le statistiche affermano che i giovani della iGeneration leggono meno giornali, riviste e libri. Se la frequentazione via computer è cresciuta a dismisura, quella reale continua a calare. Secondo una rilevazione condotta negli Stati Uniti i numeri sono devastanti: l’acculturamento è crollato dal 60% del 1980 al 16% del 2015. Gli studenti, anche quelli universitari, mostrano difficoltà a leggere i periodi lunghi.
Insomma, cari amici, se lo smartphone è accusato di distrugge le competenze sociali, di creare un forte aumento della depressione e di far lievitare l’ansia e solitudine, creando pericolosi effetti negativi sulle competenze intellettuali, allora l’uso quotidiano dello smartphone, da parte dei più giovani in particolare, andrebbe fortemente limitato, a partire dall’intervento e dall'imposizione da parte dei genitori. 
Inutile sostenere che esso apporta alle nuove generazioni anche aspetti positivi (rispetto alle generazioni precedenti), perché questi vantaggi alla fine sono ben poca cosa rispetto ai danni che lo smartphone è capace di fare. Per la Twenge, per non avere ripercussioni sul benessere psicologico, l’uso dello smartphone dovrebbe essere drasticamente limitato e non superare un’ora al giorno.
Pensate Voi che interventi così drastici possano essere messi in atto? Io ritengo proprio di no, per tutta un serie di ragioni che qui sarebbe difficile elencare! Cari amici, credo proprio che si sia superata la “soglia del non ritorno”, per cui, ormai, qualsiasi intervento (dei genitori, della scuola o altro) risulterebbe più che tardivo.
A domani.
Mario




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