domenica, settembre 10, 2017

GREEN ECONOMY: IN ITALIA I BREVETTI PER L’INNOVAZIONE TECNOLOGICA IN DIECI ANNI SONO AUMENTATI DEL 22 PER CENTO.



Oristano 10 Settembre 2017
Cari amici,
Che il futuro risieda nella “Green Economy” credo sia un’affermazione che non può più essere messa in dubbio da nessuno. I terrificanti mali che l’economia basata sui combustibili fossili ha creato e continua a creare, sono purtroppo ogni giorno più sentiti, e l’aumento delle immissioni nell’atmosfera, l’aumento della temperatura del pianeta (responsabile sicuramente anche della tremenda calura di quest’estate), sono sintomi di una terra malata, che se non curata in tempo sarà sempre più difficile da vivere.
Proprio per questo è da tempo che si studiano sistemi per “convertire” l’economia, ancora dipendente dall’utilizzo dell’energia fossile, a passare ad un'economia rinveniente dalle energie rinnovabili, portando quindi il mondo a vivere di un'economia di tipo green
Per chiarire meglio il concetto preciso che per Economia green si intende l’introduzione nei processi produttivi di tutte quelle innovazioni con un basso impatto ambientale, evitando quindi immissioni pericolose e inquinanti nell’atmosfera e di conseguenza evitando il surriscaldamento del pianeta. L’Italia in questo processo di trasformazione appare in prima linea, risultando abbastanza interessata in questo campo, tanto che (come pubblica © Italia Oggi) l'analisi effettuata da UNIONCAMERE, sulla base dei brevetti pubblicati dall'European Patent Office (EPO), ha evidenziato che negli ultimi 10 anni, il numero dei brevetti green made in Italy, è aumentato complessivamente del 22%, andando così a rappresentare il 10% delle 3.645 domande di brevetto registrate in Europa nel 2015.
In sostanza queste 3.500 invenzioni, registrate tra il 2006 e il 2015, hanno messo in luce che i settori in cui viene maggiormente esercitata la capacità innovativa di imprese, enti e singoli inventori del nostro Paese, sono due: il medicale e gli imballaggi, restringendo di conseguenza l’immensa quantità di plastica che quotidianamente si riversa nelle discariche. Questi due settori continuano infatti a occupare i primi posti della graduatoria per classi tecnologiche delle invenzioni italiane in Europa. Appaiono in crescita, nel periodo di riferimento, anche le ‘innovazioni’ relative agli elettrodomestici/casalinghi e arredo, che recuperano ben tre posizioni rispetto al 2006, rubando il podio ai veicoli stradali. In calo del 60%, invece, i brevetti legati a una parte delle tecnologie che compongono la Digital economy e comunication, che passano dal sesto posto occupato nel 2006 al diciottesimo del 2015.
L'analisi effettuata da UNIONCAMERE ha evidenziato, anche se con forti oscillazioni nel corso del decennio, che si mantiene pressoché costante e sull'ordine dei mille brevetti l'anno il trend delle innovazioni legate alle cosiddette KET (Key Enabling Technology), le tecnologie abilitanti a più alta intensità di conoscenza associate alla ricerca applicata e allo sviluppo sperimentale, che richiedono investimenti elevati e lavori altamente specializzati. Le KET (che contemplano biotech, fotonica, manifattura avanzata, materiali avanzati, nano/micro-elettronica e nanotech) rappresentano il 29% circa del totale dei brevetti italiani pubblicati dall'EPO nel 2015.
La "svolta" green messa in atto dalle imprese nazionali è tanto più interessante se si considera che nel decennio in esame la capacità brevettuale del nostro Paese ha subito un calo del 10%. Un trend - peraltro in deciso miglioramento nel 2016 - che comunque non modifica la posizione nella graduatoria europea dell'Italia, quarta dopo la Germania (che brevetta 5 volte di più), la Francia (il doppio), e l'Olanda. Alle nostre spalle, ma sempre più vicine, la Svezia e la Spagna che nello stesso periodo hanno registrato performance davvero positive.
Le differenze tra i sei Paesi si mettono meglio a fuoco se si prendendono in considerazione i dati relativi dei brevetti per milioni di abitanti. In questo caso emerge l'alto tasso di innovazione dell'Olanda con 418 brevetti per milione di abitanti nel 2015, seguita dalla Svezia con 391, dalla Germania con 307, dalla Francia con 162, dall'Italia con 64 e infine dalla Spagna con 32.
In Italia, in vetta alla classifica delle Province più innovative si posiziona Treviso (41 brevetti in più del 2006), seguita da Firenze (+37) e Parma (+30). Sul fronte opposto, a risentire di più della congiuntura negativa del decennio, sono state Monza Brianza (i cui brevetti pubblicati all'EPO nel 2015 sono stati 53, contro i 247 del 2006), Milano (-126) e Torino (-88).
Cari amici, l’Italia è sempre stata considerata in passato terra di inventori. Anche oggi le menti pensanti e innovative non mancano, anche se personalmente credo che la ricerca andrebbe supportata in modo ben più concreto dalla mano pubblica. Nelle università, ormai, è difficile assumere del personale per la ricerca, a causa della cronica carenza di fondi. Però, sarebbe necessario, invertire la rotta. Si, perché un futuro senza innovazione non è certamente un futuro capace di dare lavoro, ai giovani in particolare.
A domani.
Mario

Nessun commento: