sabato, settembre 09, 2017

SARDI E “CONTINENTALI”. CERTO, SIAMO UN POPOLO DIVERSO: MA NOI SARDI SAPPIAMO CHE COSA PENSANO DI NOI I “CONTINENTALI”?



Oristano 9 Settembre 2017
Cari amici,
Pochi giorni fa ho parlato su questo blog dei continui furti di sabbia che ogni anno impoveriscono le nostre spiagge dei preziosi “chicchi di riso” variamente colorati formatisi nei millenni e che costituiscono una meravigliosa realtà da conservare e tramandare ai posteri. Per i sardi, popolo particolarmente ‘chiuso’ e molto diffidente, l’amicizia ha un valore altissimo, molto più ampio di quello normalmente attribuito a questo sentimento, esternato con intensità alquanto elevata. La conseguenza immediata è che per un sardo l’amicizia è qualcosa di tremendamente serio, non una semplice banale conoscenza con conseguente frequentazione.
La premessa che ho voluto fare l’ho ritenuta necessaria per affrontare con Voi un argomento che può estrinsecarsi con una semplice domanda: Noi sardi, abbiamo mai pensato come siamo visti dai continentali, come noi chiamiamo i forestieri, quelli che sardi non sono? 
Sinceramente non credo che in tanti si siano posti questa domanda, per il semplice fatto che a noi sardi poco importa: così siamo fatti e così ci piace essere! Risposta semplice, ma non del tutto veritiera, perché certamente, con la nostra innata curiosità, la domanda (almeno dentro di noi) in realtà ce la poniamo, eccome!
La nostra terra, in linea di massima, è vista dagli abitanti “del continente” come una terra circondata da un mare bellissimo, con spiagge mozzafiato, un interno ancora molto agro-pastorale, popolato da molte pecore e maiali, allevati spesso allo stato brado, ricca di una storia antichissima testimoniata dai nuraghi. La Sardegna, dunque, terra che piace molto, anche per la sua diversità rispetto al resto dell’Italia; tutti sono attratti dalle nostre tradizioni che si perdono nella notte dei tempi, dalla nostra religiosità particolare, dal meraviglioso folclore fatto di maschere macabre e riti millenari, dai tornei medioevali, così come della nostra cucina e da quella particolare ospitalità che solo chi l’ha provata può tentare di descrivere. 
Ma se la nostra terra piace, noi sardi come siamo visti dai Continentali?
Si, amici, noi, gli abitanti di quest'isola meravigliosa, come siamo visti dall’ospite non sardo, da “s’istranzu”? A questa domanda dare la risposta non è semplice. Il sardo è visto subito come un uomo molto diffidente, di poche parole, che spesso dicono solo il necessario, anche se quello che il sardo dice non è mai banale, ma sempre ricco di significato; il sardo è poco incline alla chiacchiera pura e semplice, senza costrutto, fatta solo per passare il tempo. 
La prima impressione che si ricava, appena giunti in Sardegna, è che il sardo sia soprattutto uno orgoglioso, poco incline a ‘concedere’ la sua amicizia senza aver prima vagliato la persona a cui darla. È anche considerato cocciuto e ostinato, molto legato alla sua terra, che Egli ama senza condizioni: chi non ha mai visto una bandiera dei 4 mori sventolare con gioia, nelle partite di calcio o a qualche concerto?
Da alcuni il sardo è considerato anche un soggetto intriso di ‘cattiveria’; chi lo vede estrarre con orgoglio la sua ‘leppa’ lucida e affilata, lo immagina capace di chissà quali malvagità, anche di uccidere. Convinzione davvero errata!
No, i sardi non sono cattivi, almeno non più di altre persone. Certo, sono testardi e permalosi, capaci, se toccate argomenti a loro molto cari (primo tra tutti l'onore della propria famiglia o la Sardegna stessa), di andare su tutte le furie, ma di certo non sono di indole violenta. La credenza sulla presunta inclinazione dei sardi alla cattiveria o alla vendetta potrebbe risalire, tornando molto indietro nel tempo, all’epoca dei regolamenti di conti tra tribù rivali, spesso risolti a colpi di ‘leppa’, il celebre coltello artigianale sardo.
La Sardegna è vista anche la patria del matriarcato: quel dominio millenario esercitato nella società dalla donna sarda, in particolare nel contesto familiare: a lei e delegata la crescita e l’educazione dei figli, la gestione delle risorse economiche e finanziarie (procurate dal lavoro del marito) e la gestione degli investimenti. Insomma, la donna sarda una vera "ape regina" a tutti gli effetti. Di indiscuttibile rilievo anche il fascino 'particolare' posseduto dalle donne sarde: la cui bellezza è ritenuta superiore a quella delle donne delle altre regioni (nonostante l’altezza degli abitanti, gentil sesso compreso, in Sardegna non sia eccellente); bellezza, tra l’altro, accompagnata da un’intelligenza femminile particolarmente acuta.
Cari amici, “Sardegna quasi un Continente”, scriveva il nostro Marcello Serra, ribadendo, se mai ce ne fosse bisogno, che l’Isola è una terra unica, abitata da un popolo particolare: i sardi, anch’esso assolutamente unico, molto differente dagli altri popoli. 
Il sardo, per molti ‘continentali’, è quasi un alieno: è balente orgoglioso, straordinariamente diffidente (poco incline ad associarsi, se pensiamo che il detto comune è che il miglior sodalizio (anche tra sardi) è quello formato da un numero dispari di persone inferiore a tre), molto facile all’ira (se si toccano certi argomenti), ma anche discretamente timido, silenzioso e introverso, ma, soprattutto, veramente ospitale, ponendo sempre a disposizione de “s’istranzu” tutto quello che può offrirgli: dal cibo all'accoglienza in casa; sempre leale, riservato e generoso (spesso anche fuori misura), ma che chiede "sempre", in cambio, lo stesso rispetto che dà, senza eccezione alcuna.
Tutto questo, credetemi, fa della Sardegna una specie di Isola "speciale": quasi un'isola che non c’è (forse siamo l’ultimo lembo di Atlantide), o l'Isola del tesoro di stevensoniana memoria, che è presente e non presente nella cartina geografica. Per questo i suoi abitanti sono così particolari! 
Ecco perché, ormai, è detto comune (l’autore è Charlie Arturaola) che “SE NON HAI UN AMICO SARDO, ALLORA NON HAI MAI CONOSCIUTO L’AMICIZIA”.
A domani.
Mario






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