Mediterraneo del periodo nuragico solcato dai sardi
Oristano 31 dicembre 2019
Cari amici,
Oggi è l’ultimo giorno di
questo 2019, che a mezzanotte darà le consegne al prossimo anno: il 2020. Ho
deciso di dedicare l’ultimo post del 2019 ad un caro e illustre amico: il
professor Momo Zucca, al quale mi lega una solida amicizia, cementata anche
dalla condivisione delle comuni radici che trovano linfa nel piccolo centro di
Bauladu. Momo ha per questo piccolo paese lo stesso amore che nutro io, amore,
tra l’altro, ricambiato dagli operosi bauladesi, a partire dal suo giovane e
valido sindaco Davide Corriga. Il post di oggi parla di uno degli ultimi
impegni archeologici di Momo, che lo porterà a breve ad operare nell’isola di
Creta, alla scoperta delle grandi capacità di navigazione dei sardi nuragici.
Che il popolo sardo
nuragico fosse anche un popolo di navigatori ormai non ci sono più dubbi.
Le scoperte, in particolare le più recenti, lo confermano con sicurezza, avendo
accertato che i nuragici erano degli esperti marinai, capaci di percorrere con
le loro imbarcazioni tutto il Mediterraneo, non solo per motivazioni
commerciali ma anche, in quanto esperti nell’arte della guerra, per combattere
come mercenari, come risulta dagli studi sulla Civiltà Egizia. Inoltre i
numerosi reperti rinvenuti, a partire dai bronzetti, dimostrano che essi erano sia
abili costruttori di imbarcazioni che ottimi navigatori, in quanto in possesso
di molte nozioni di astronomia.
Recenti scavi effettuati
nell’isola di Cipro, in un ampio sito archeologico fortificato risalente
all’incirca al periodo tra il XIII e il XII secolo a.C., quello di Pyla –
Kokkionokremos, hanno accertato la presenza di “piombo sardo” in alcuni
vasi rinvenuti negli scavi; questo piombo rinvenuto a Cipro era sicuramente stato
portato lì dai navigatori sardi nuragici, che solcavano il mare in lungo e in
largo in tutto il mediterraneo. (Nella foto un phitos completo trovato negli scavi)
Stante questa concreta
ipotesi, grazie anche al forte interessamento del nostro archeologo oristanese
Professor Raimondo Zucca, l’Università di Sassari, dove il Direttore del nostro
Museo cittadino “Antiquarium Arborense” è docente, ha deciso, nell’intento di
approfondire la scoperta, di far partire una spedizione archeologica nel sito summenzionato, posto nell’isola di Cipro, nella prossima primavera.
A partire saranno gli
studenti del corso Nesiotikà, la scuola di specializzazione in beni
archeologici dell’Università di Sassari con sede al Consorzio Uno di Oristano
diretti
dal Prof. Zucca, che raggiungeranno in primavera il sito archeologico di Pyla –
Kokkionokremos, dove opereranno per oltre un mese. Partirà dunque da Oristano
diretta a Cipro la spedizione archeologica che intende fare piena luce sulle
tracce già riscontrate relative al navigare nel Mediterraneo del popolo
nuragico.
La missione primaverile
degli studenti-ricercatori del corso Nesiotikà, sarà ovviamente capeggiata dal
loro esperto professore e archeologo Prof. Zucca (Momo per gli amici); la
partenza è prevista nel periodo tra aprile e maggio del 2020, ed avrà una
durata di 35 giorni. Il loro impegno di ricerca sarà espletato come detto nel
sito fortificato di Pyla – Kokkionokremos, che orami appare quasi certo che fu
abitato, tra gli altri, anche dal popolo sardo nuragico. A confermarlo, secondo
il professor Zucca, sarebbe proprio la presenza del piombo sardo, portato lì a
Cipro dai nostri antichi navigatori.
Cari amici, noi tutti
siamo felici di questa ricerca che servirà ulteriormente a rivalutare le
capacità di "andare per mare" dei nostri antenati nuragici, e che vede, come sempre, in prima linea
il professor Momo Zucca, che intervistato ha così dichiarato: “In questo
sito fortificato era già stata accertata la presenza di micenei, egiziani,
ittiti, ciprioti ma anche dei sardi, testimonianze chiare della passata
presenza di questi popoli, ed è proprio per questo che è importante tornare lì
per appurarlo con concreta certezza”.
L’interesse del
professore, la cui passione per l’archeologia è presente in Lui fin da ragazzo,
è totale e c’è da dire che non vede l’ora di partire per la nuova missione-scoperta
a Cipro. “La nostra spedizione nasce dalla collaborazione tra l’archeologa
Anastasia Tzigounaki, venuta a Oristano per la nascita dell’insegnamento di
Civiltà egee con il professore Massimo Perna”, spiega ancora il professor Zucca,
che non nasconde le grandi aspettative che Egli ripone sulla prossima missione
di ricerca e studio.
Ora, per far partire la
spedizione, sono necessari i giusti finanziamenti ed il Consorzio Uno, gestore
del corso universitario sassarese, è già impegnato nella ricerca del quantum
finanziario necessario per lo svolgimento della missione che partirà in
primavera per Cipro. C’è la certezza, comunque, che la spedizione prenderà il
via.
Il sito oggetto di scavo e ritrovamenti
Cari amici, mi onoro da
anni dell’amicizia del professor Momo Zucca, con il quale condividiamo le
stesse radici, essendo entrambi originari di Bauladu. Ed è proprio in questo
piccolo paese della Provincia di Oristano che il professore maturò fin da
ragazzo la sua passione per l’archeologia! Ebbe modo di raccontarlo in
occasione della recente attribuzione della “Cittadinanza Onoraria” che
Bauladu ha voluto tributargli, perché oggi Lui è un “Bauladese Illustre”,
che fa onore alla sua Comunità d’origine. Ecco, come Egli raccontò il suo
desiderio di diventare archeologo, nel suo libro “Da Vadum Latum a Bauladu”,
un volume edito nel 2016 sulla storia di Bauladu.
«A Bauladu nacque mio
padre Antonio, nel 1910, mio nonno Raimondo nel 1873, mio bisnonno Giovanni
Daniele Francesco nel 1829, mio trisnonno Diego nel 1796, figlio di Anna
Vittoria Zucca e discendente da Diego Zucca, che trovo sposato a Bauladu con
Maria Corrias prima del 1778.
A Bauladu rivedo gli anni
incantati della mia infanzia, delle domeniche trascorse nella grande casa di
mio nonno e mia nonna Filomena Mura, maestra delle scuole di Bauladu dal primo
decennio del secolo scorso, con i cortili, l’orto fino all’immenso (ai miei
occhi di bambino) campo di Su Muntronarzu, che confinava con la Carlo Felice.
Quella casa era il mio nido, con i miei genitori, mio fratello Gianfranco, gli
zii e le zie Maria, Bimbina e Silvia, Vincenzo e Margherita con le figlie Maria
Rosaria, Giuseppina, Filomena.
Ma a Bauladu avrei
trovato la vocazione all’archeologia: avevo 10 anni a quel tempo, quando
iniziai le esplorazioni archeologiche del territorio di Bauladu. Santa Barbara
de Turre innanzitutto, con il suo nuraghe complesso, la muraglia esterna, e la
domus de janas neolitica. E poi ancora il nuraghe Crabia, che svetta sugli
olivastri, e l’arcaico protonuraghe Santa Vittoria. Allora, oltre cinquant’anni
fa, scoprii che, da grande, avrei fatto l’archeologo».
Grazie Momo della Tua
passione per il nostro passato! È un grande orgoglio per me averti come amico e
compaesano! Ad maiora, con i miei migliori AUGURI!
A domani.
Mario
1 commento:
4 vasi nuragici (olle a colletto) da Pyla Kokkinokremos, 5 scodelle nuragiche da Hala Sultan Tekke.
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