sabato, dicembre 14, 2019

ANCHE L’ITALIA, FINALMENTE, INIZIA A RICONOSCERE L’ALTO VALORE DELLE DONNE. MARTA CARTABIA, ELETTA ALL’UNANIMITÀ PRESIDENTE DELLA CORTE COSTITUZIONALE.


Oristano 14 dicembre 2019

Cari amici,

In un’Italia dove il maschilismo è sempre apparso come una roccia difficile da scalfire, le prime crepe iniziano però a manifestarsi con chiarezza e, seppure ancora distanti, le donne conquistano fette di potere sempre più grandi, e non tarderanno ad avere quella parità tanto auspicata ed a cui hanno certamente diritto.
Una chiara dimostrazione di quanto detto, un "tassello" dimostrativo di grande importanza, che equivale ad un pieno riconoscimento delle capacità e delle doti in capo alle donne, è stato collocato nel puzzle pochi giorni fa, quando la Corte Costituzionale, riunita in camera di consiglio, ha eletto Marta Cartabia sua Presidente, con 14 voti a favore e una sola scheda bianca: la sua. Un successo senza precedenti, considerato che quella che viene definita la “5^ carica dello Stato” viene assegnata per la prima volta ad una donna. Anche in Italia, dunque, i tempi cambiano! Ma vediamo meglio “Chi è” questa donna che è riuscita a rompere l’incantesimo, o "il cristallo", come dice Lei.
Marta Cartabia è originaria della Provincia di Milano, ha 56 anni ed è sposata con 3 figli. Allieva di Valerio Onida, si laurea con lui (grande studioso che poi diventerà Presidente della Corte Costituzionale) nel 1987 all'Università degli studi di Milano, discutendo una tesi sul diritto costituzionale europeo; nel 93 consegue il dottorato di ricerca in legge presso l'Istituto universitario europeo di Fiesole. Seguono studi specialistici e di ricerca (specializzazione all'Università di Aix-Marseille sui temi della giustizia costituzionale comparata e ricerche all'estero, in particolare negli Stati Uniti). Dal 93 al 99 fa la ricercatrice di diritto costituzionale presso l'Università degli Studi di Milano e fra il 1993 e il 1995 svolge le funzioni di assistente di studio presso la Corte costituzionale.
Professore ordinario (dal 2004) di Diritto costituzionale all'Università degli Studi di Milano-Bicocca, è stata anche titolare del corso Jean Monnet in Diritto costituzionale europeo (2005 - 2008). Ha insegnato in numerosi atenei, in Italia e all'estero. Alla Corte costituzionale arriva nel 2011: è la terza donna dopo Fernanda Contri e Maria Rita Saulle, ed è una dei giudici costituzionali più giovani della storia della Consulta. 
A volerla, a soli 48 anni, fu il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che ne apprezzava l'attività di autrice e studiosa, particolarmente impegnata sulla tematica dell'integrazione dei sistemi costituzionali europei e nazionali, così come nella materia dei diritti fondamentali nella loro universalità.
Il 12 novembre 2014 viene nominata Vice Presidente della Corte costituzionale dal suo presidente Alessandro Criscuolo, carica riconfermata nel 2016 dal neoeletto presidente Paolo Grossi e, a marzo 2018, dal presidente Giorgio Lattanzi. Cattolica (è considerata vicina a Comunione e Liberazione sin dall'epoca degli studi universitari), Marta Cartabia si è però distinta con le sue pubblicazioni non solo per la difesa della libertà religiosa, ma anche per la laicità positiva dello Stato e per un approccio ai conflitti ispirato alla metodologia della reasonable accommodation di origine nordamericana. 
I suoi studi ed il suo impegno nel lavoro non l’hanno mai allontanata dalle responsabilità familiari, riuscendo sempre a conciliare lavoro e attenzione alla famiglia. "Penso che questo duplice aspetto della mia vita mi aiuti a mantenere un pizzico di equilibrio", ha avuto modo di dire in una recente intervista. Nella sua giornata fatta di grandi impegni riesce anche a trovare spazio per i suoi tanti hobby. Le piacciono tutte le attività all'aperto, jogging e trekking in testa; ha inoltre una grande passione per la musica, non solo quella classica, che l'ha resa un'habitué delle prime della Scala. Ama infatti anche quella rock: quando corre con le cuffie nelle orecchie, la carica gliela danno i Beatles e i Metallica.
Di lei ha grande stima anche l'attuale capo dello Stato Sergio Mattarella; i due, tra l’altro, hanno condiviso l'esperienza di giudici costituzionali per alcuni anni, essendo stati anche vicini di casa nella foresteria della Consulta. Intervenendo di recente a "Rai Radio 1" la Cartabia, relativamente all’impegno femminile nelle Istituzioni, ha precisato che "la magistratura sta beneficiando di tante forze al femminile; le donne magistrato sono oltre il 50%, però sono ancora assenti da organi di rappresentanza come il Csm. Evidentemente il fatto richiede ancora un lungo cammino da fare".
Dopo l’elezione a Presidente della Consulta, parlando della sua elezione che apriva un ‘nuovo corso’ alla Corte Costituzionale, come ha riportato il Corriere della Sera, disse: "Si è rotto un vetro di cristallo. Ho l'onore di essere un'apripista". Poi, parlando con i giornalisti ha così commentato: "La neo Presidente finlandese Sanna Marin, di soli 34 anni, rispondendo alle insidiose domande dei giornalisti che la interrogavano dopo l’elezione, ha affermato che età e sesso, ora, in realtà non contano più; in Italia ancora un po’ contano, ma spero presto di poter dire che non contano più".
Cari amici, Se pensiamo che fino a poco più di 70 anni fa le donne in Italia non potevano neanche votare (il debutto fu nel 1946), non si può dire che anche da noi la rappresentanza in "rosa" non abbia percorso un bel pezzo di strada verso l’uguaglianza, sia nell’impegno privato che in quello pubblico. Forse altri Paesi sono molto più avanti di noi, come la Finlandia (sulla Sanna Marin che a soli 34 anni è diventata Presidente del Consiglio ho scritto un post lo scorso 11 dicembre: chi vuole leggerlo può cliccare sul seguente link: https://amicomario.blogspot.com/2019/12/la-rivincita-delle-donne-in-finlandia.html), ma la strada verso l’uguaglianza si sta caparbiamente percorrendo anche da noi. 
In Italia ora la Corte Costituzionale ha un suo primo Presidente donna, Marta Cartabia, che ha già dimostrato e dimostrerà sempre di più il suo valore nella prestigiosa carica dello Stato, come successe non molto tempo fa alla Presidente del Senato, Elisabetta Alberti Casellati. Un grande augurio di “Buon lavoro” a Lei ed a tutte le donne che oggi si occupano di servizio pubblico o privato, nella speranza che in tempi brevi anche da noi in Italia la parità tra uomini e donne diventi finalmente una concreta realtà.
A domani.
Mario



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