venerdì, dicembre 27, 2019

DA MARIO DRAGHI A CHRISTINE LAGARDE: COSA CAMBIERÀ ALLA BCE? SARÀ CONTINUITÀ O DISCONTINUITÀ?


Lagarde e Draghi: sorrisi di circostanza?
Oristano 27 dicembre 2019

Cari amici,

Chi immaginava che nulla sarebbe cambiato alla Banca Centrale Europea, con l’avvicendamento tra Mario Draghi e la Christine Lagarde, credo che rimarrà abbastanza sorpreso. Dopo i sorrisi e le rassicurazioni che nulla sarebbe cambiato nelle strategie intraprese dalla BCE per tenere al riparo l’Euro da ogni attacco da parte esterna, e al sicuro i sistemi finanziari e monetari dei Paesi aderenti all’UE, incominciano, invece, a manifestarsi i primi segnali di cambiamento.
Nella conferenza stampa rilasciata al termine del suo primo Consiglio Direttivo Monetario, Christine Lagarde, usando una frase che aveva già avuto occasione di usare in precedenza in altri dialoghi con i Media, parlando di se ha detto: “Non sono né un falco, né una colomba, ho l'ambizione, invece, di essere un gufo", facendo riferimento alla saggezza del rapace notturno, e non certo per altre caratteristiche meno positive riportate da altre leggende e simbologie, ben note anche in casa nostra.
La convinzione del nuovo Presidente della BCE di considerarsi saggia come un Gufo, fa somma con l’altra frase chiarificatrice pronunciata sempre parlando di se, seppure con un sorriso: «Io sono io», a significare (senza avere niente a che fare con la famosa citazione fatta dal marchese del Grillo di Alberto Sordi), che lei avrebbe agito secondo le proprie convinzioni, e non pedissequamente sul solco tracciato dal suo predecessore Mario Draghi. 
Nella Conferenza stampa di debutto, la Christine Lagarde ha annunciato subito un primo cambio di strategia nella politica della Banca Centrale Europea: in agenda da subito gli interventi inerenti i cambiamenti climatici, nuovi target per la stabilità dei prezzi e incentivazione dei pagamenti digitali. Una svolta, quella annunciata, mica di poco conto, che non si vedeva da 16 anni. La Lagarde ha anche annunciato la creazione di una task force che entro metà 2020 dovrà portare a termine i lavori per la definizione di una digital currency sotto l’egida della BCE stessa, ovvero un sistema innovativo di pagamenti digitali.
Discontinuità, quella che è subito apparsa, azzerando le convinzioni su un suo ipotizzato “proseguimento di routine” in continuità con la politica precedentemente messa in campo da Draghi. Certo, molte cose rimarranno e continueranno come prima, ma con l’occhio attento e vigile, pronto ai necessari cambiamenti. Una strategic review quella annunciata dalla Lagarde che ha sparato alto, annunciando che la BCE ripenserà sé stessa, il suo ruolo e le modalità con cui perseguire il suo mandato. Lo farà dal gennaio 2020 per arrivare a una conclusione entro la fine dell’anno. I punti salienti di questa revisione di strategia sono, come detto, l’inclusione di tematiche inerenti al cambiamento climatico e la ridefinizione del target per la stabilità dei prezzi e dell’inflazione.
Oltre ad un contesto tollerante sull’inflazione, la BCE valuterà anche se considerare anche il comparto immobiliare nella definizione dei prezzi e si premunirà di considerare anche le aspettative di inflazione dei consumatori oltre che quelle di mercato. A tutto questo la Lagarde ha aggiunto che l’Istituto da lei guidato mostrerà una crescente sensibilità verso le problematiche ambientali; le allusioni fatte nei confronti del surriscaldamento globale lasciano immaginare che la spinta fiscale auspicata potrà avvenire in presenza di una crescente sensibilità ambientale: verrà infatti cercato un accordo con la Commissione Europea sulla cosiddetta tassonomia, ossia di un sistema di regole, atte a stabilire dei criteri di valutazione per definire cosa debba intendersi per attività sostenibile.
Dalle sue parole traspare un “gioco dialettico a tutto campo”, nel senso che La BCE sarà disposta a dialogare con le altre Istituzioni, seppure senza rinunciare orgogliosamente alla sua indipendenza; insomma, l’Istituto da Lei guidato è pronto a scendere dalla “torre d’avorio” per instaurare un dialogo con le altre Istituzioni perché «non c’è niente di sbagliato nel concordare le azioni per i rispettivi obiettivi».
Le armi che la Bce continuerà a usare saranno in gran parte quelle già note: Tassi d’interesse, per la parte più breve della curva, Forward guidance (è l'insieme delle indicazioni che la BCE fornisce sulle sue prossime mosse: non un impegno o una promessa, ma un'aspettativa), per dettare un calendario chiaro e “correggere” l’orizzonte di medio termine, e il Quantitative easing (ovvero le note forti iniezioni di moneta per stimolare la crescita economica) e acquisti di asset, per condizionare la parte più lunga della curva dei rendimenti.
Inoltre, considerato che nonostante le politiche monetarie ultra-accomodanti di questi anni i consumi non crescono e i salari nemmeno, la Lagarde sostiene che sarà necessario usare una diversa e più espansiva politica fiscale; “sarebbe la benvenuta”, ha detto, seppure da applicare selettivamente. I Paesi che hanno spazio di manovra dovrebbero introdurre politiche fiscali più accomodanti, mentre i Paesi ad alto debito dovrebbero preoccuparsi di tornare su un sentiero più virtuoso. Un messaggio esplicito ai governi, che non mancherà di mostrare i suoi effetti. Inflazione e crescita (stimate rispettivamente a +1,6% e +1,4% nel 2022) sono ancora troppo modeste, anche se il segno positivo va visto come un buon segnale.
Cari amici, credo che il segnale di discontinuità lanciato dalla Lagarde sia forte e chiaro e bisognerà prenderne atto: tutti dovranno farlo, dai Paesi più forti a quelli più deboli e indebitati come il nostro. La Lagarde è stata chiara anche su un altro punto fondamentale: la politica monetaria della BCE non può fare – da sola – il miracolo economico che tutti si aspettano! Se l’economia langue, e con essa l’inflazione, dipende da ragioni che nessuna manovra monetaria da sola può risolvere perché al suo intervento debbono sommarsi le decisioni politiche. La guerra commerciale fra Usa e Cina o le elezioni britanniche che hanno deciso l’uscita della Gran Bretagna dall’UE con la Brexit, sono variabili che la BCE può solo osservare e subire.
Il futuro, cari amici, è sempre gonfio di incognite….
A domani.
Mario

Nessun commento: