lunedì, dicembre 30, 2019

COMPUTER E CELLULARI: FACCIAMO ATTENZIONE QUANDO LI RICARICHIAMO IN PRESE USB POSTE IN LUOGHI PUBBLICI (AEREOPORTI, TRENI, STAZIONI, ETC.), EVITEREMO BRUTTE SORPRESE.


Oristano 30 dicembre 2019
Cari amici,
Soprattutto chi viaggia ha spesso bisogno di ricaricare il proprio smartphone o il tablet in luoghi pubblici, come aeroporti, stazioni ferroviarie, treni, navi e così via. Tutti noi sappiamo bene che la durata della batteria dei nostri cellulari e dei nostri apparecchi elettronici è abbastanza scarsa, per cui non appena individuiamo una presa USB a cui collegarci, la salvezza ci sembra a portata di mano. Quello che sottovalutiamo, però, è che quella prosa, a noi così necessaria, può nascondere insidie molto pericolose.
Il mondo di Internet, con la sua super tecnologia, sappiamo bene che è pieno di mille insidie, ma crediamo anche di poterle dominare e tenere a bada. Abbiamo imparato a riconoscere le email trappola (phishing), apparentemente provenienti dalla nostra banca, da Poste o da Enti con cui siamo in costante contatto, e che con artifizi chiedono i nostri dati personali e le password, per cui le cestiniamo ogni giorno, ma queste mail sono un’inezia rispetto alle mille insidie che popolano il Web e che sono sempre in agguato, mettendo a rischio i nostri dati e la nostra sicurezza. Ecco perché oggi, con questo post, voglio mettere in evidenza il pericolo derivante dalla ricarica dei nostri strumenti elettronici fatta in luoghi pubblici.
Come detto in premessa, chi viaggia ha estremo bisogno di ricaricare spesso il suo smartphone e il suo computer portatile. Lo fa affidandosi ai numerosi punti USB presenti in porti e aeroporti, ma sottovalutando i rischi, che non sono di poco conto.  Usare una presa USB pubblica può sembrarci un gesto semplice e sicuro, ma può nascondere anche pericolose insidie, trappole create da malintenzionati che intendono accedere alla memoria dei dispositivi collegati, sottraendo dati sensibili, password e quant’altro.
Proprio per interrompere questi crescenti, malevoli tentativi di furto, concepiti ad arte da menti particolarmente truffaldine, gli esperti sono è arrivati a costruire un particolare congegno in grado di evitare questo “furto di dati”, consentendo a chi utilizza la presa USB di poter effettuare solo la ricarica, senza possibilità alcuna di far fuoruscire i dati dalla memoria. Questo curioso marchingegno, che si sta diffondendo velocemente, è già curiosamente noto come “Il Condom USB”.
Questo moderno modo di rubare i dati è stato definito “juice jacking”, e di fatto funziona senza che il derubato se ne accorga, per questo è ritenuto un modo tanto efficiente quanto pericoloso. Il nostro telefono o il nostro portatile, una volta collegati, si ricaricheranno infatti normalmente, senza dare segnali che facciano sospettare l'infezione. Diverse fonti d'informazione internazionali stanno portando alla luce il problema del Juice Jacking, considerato un pericoloso tipo di attacco informatico utilizzato dai malintenzionati per entrare in possesso dei dati delle ignare vittime che vogliono semplicemente caricare il proprio smartphone tramite una presa "pubblica".
Stando a quanto riportato sia dal New York Times che da Repubblica, le prime segnalazioni in merito a questo metodo risalgono al 2013, ma sembra che nell'ultimo periodo gli utilizzi fraudolenti si siano moltiplicati. Che fare, dunque, per evitare di essere “derubati” dei propri dati personali? Indubbiamente cercando le possibili protezioni, tra le quali due, in modo particolare, risultano fondamentali: la prima è che, se possiamo scegliere, è meglio non connettersi con un cavo USB, ma portandosi appresso il cavo con la spina che prende corrente da una presa a muro, la seconda è quella di usare un condom USB, ovvero una chiavetta particolare in cui inserire la nostra USB e che una volta collegata permette di far passare la corrente elettrica ricaricando il dispositivo, ma non permette, invece, ai dati in memoria di defluire in uscita.
Cari amici, un antico proverbio ammoniva dicendo che “Chi si difende si salva”, e credo che anche per il caso portato alla ribalta oggi, il detto sia ancora valido. Oggi sono molte le tipologie di USB condom in commercio, e solitamente costano qualche decina di euro. Proteggere i nostri dati sensibili è una necessità, e l’utilizzo del nuovo strumento, che funziona come un vero e proprio profilattico, eviterà di far uscire i dati presenti nel nostro dispositivo, evitando guai che possono essere anche molto seri.  I nostri dati sensibili, infatti, trasferiti all'esterno potrebbero essere utilizzati in mille modi: inseriti in banche dati, o peggio usati per accedere ai nostri account social e bancari.
Proteggiamoci, dunque, perché sta a noi in primo luogo garantire la nostra sicurezza!
A domani.
Mario

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