Oristano 4 dicembre 2019
Cari amici,
Che in Italia il lavoro
sia diventato proprio una chimera, è una triste realtà che non si riesce
proprio a cambiare. Le impietose, ultime statistiche Eurostat relative
al 2018, pur evidenziando una percentuale in crescita (di dieci punti in 4 anni,
2014/2018) dimostrano la nostra grande lontananza dalla media europea dei
nostri laureati: il 59,8 per cento contro l’83,5 per cento dell’E.U.
Siamo vergognosamente “penultimi”
in Europa, precedendo di un soffio solo la Grecia. Non parliamo poi del
Meridione! In Calabria il lavoro sembra proprio scomparso: neanche i laureati
trovano lavoro: nella Regione solo il 29,1% dei laureati riesce a trovare un’occupazione
entro tre anni dalla fine degli studi, raggiungendo, in questo modo, il dato
peggiore tra le Regioni dell'Unione Europea; alle donne va ancora peggio: solo
un quinto delle donne calabresi laureate (il 21,6%) riesce a trovare lavoro.
Anche la Sicilia, a ben
guardare, non brilla più di tanto, attestandosi al 30,1 per cento, più o meno
come la regione greca della Sterea Ellada (al 33,7 per cento), dato ben lontano
da quello vantato dalla Bassa Baviera, attestata al 97 per cento.
Certo, amici, che questa
situazione non è un bel titolo di merito per l’Italia, dove quasi la metà dei
suoi laureati, a tre anni dal conseguimento della laurea, non trova occupazione,
costringendo i migliori ad emigrare! Una percentuale, quella attuale del 59,8
per cento che come detto, seppure risulti in crescita negli ultimi 10 anni, è
ancora lontanissima dalla media europea prima evidenziata. Senza parlare, poi, dell’avvenire
dei ragazzi e ragazze in possesso del Diploma.
Per i diplomati le
opportunità di impiego, entro i tre anni dal termine degli studi, scendono ancora
più in basso! Nello stuolo dei diplomati, appena il 48,9 per cento trova lavoro.
Anche qui la percentuale italiana, seppure in crescita di 12 punti rispetto al
2014, resta sempre ben distante dalla media U.E., che ha raggiunto il 76,5 per
cento!
Cari amici, le difficoltà
occupazionali delle Regioni del Sud Italia sono da tempo ben note. Ma gli
ultimi dati U.E., pubblicati e relativi al 2018, confermano una situazione
davvero allarmante. Il divario tra Nord e Sud continua a diventare di giorno in
giorno ancora più ampio, anziché diminuire. I dati Eurostat lo dimostrano senza
il minimo dubbio. Guardando alle percentuali degli occupati a tre anni dalla
laurea nelle diverse Regioni d’Italia, risulta ben evidente: in Veneto si
raggiunge il 75 per cento mentre, come detto, la Calabria si ferma al 29,1 per
cento e la Sicilia al 30,1 per cento, addirittura in calo rispetto al 2017.
Andando poi a spulciare
tra i dati dell’indagine Eurostat, rileviamo che il genere femminile risulta
ulteriormente penalizzato; troviamo che per le ragazze del Sud, a tre anni dal conseguimento
del titolo il lavoro manca proprio! In Sicilia le donne a tre anni dalla laurea
trovano lavoro solo nella percentuale del 29,1 per cento, in calo addirittura sul
2017; sempre in Sicilia, le ragazze diplomate trovano occupazione per il 16,8
per cento, mentre quelle calabresi si attestano al 21,6 per cento. Anche per le
diplomate del Sud Italia, dunque, le percentuali di occupazione sono ben diverse,
sia da quelle del Nord Italia che dell’Europa.
Infatti, sempre leggendo
i dati dell’indagine, le ragazze della Provincia di Bolzano, in possesso del diploma
di scuola superiore, trovano lavoro nella misura dell’85,3 per cento,
percentuale possiamo dire vicina a quella della Germania, la cui media nazionale
è attestata all’88,3 per cento, con picchi regionali superiori al 90 per cento.
È la Germania, infatti, il Paese nel quale è più facile trovare lavoro, vantando
(nella globalità, tra laureati e diplomati), un 93,7 per cento di occupati a
tre anni dal conseguimento del titolo; addirittura, nella Regione di Luneburgo
in Bassa Sassonia, la percentuale sale al 97,7 per cento.
Cari amici, siamo in
tanti quelli che ci continuiamo a chiedere il perché di queste terribili
distorsioni, non solo tra Nord e Sud Italia, ma anche come occupazione in
generale. Che l’Italia continui a muoversi a due velocità, e che questo fatto
poco importa ai nostri governanti, non sono certo io il primo a dirlo. Se il nostro Paese si trova nella difficile
situazione a tutti nota, è perché poco si fa per ridurre le disuguaglianze, per
creare nuovo lavoro e per frenare lo spopolamento. L’assistenzialismo messo in
atto dalle forze di Governo, appare chiaro che non solo non servirà a creare
nuovo lavoro, ma risulta che sta allontanando i giovani dalle poche possibilità
esistenti. È ben più comodo percepire il reddito di cittadinanza che fare i Rider
o altri lavoretti utili, questi ultimi, così, per arrotondare si fanno in nero!
Credo che il futuro dell’Italia
sia davvero denso di angosciose incognite, che potrebbero portare anche a pericolose
soluzioni di ribellione (guardando il panorama internazionale potete capire meglio
cosa voglio dire), che si sa quando iniziano ma non certo come e quando
terminano!
A domani.
Mario
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