mercoledì, dicembre 25, 2019

OGGI È NATALE: NEL RICORDARE IL NOSTRO DIO BAMBINO CHE SI È SACRIFICATO PER LA SALVEZZA DEL MONDO, PENSIAMO A CHI SOFFRE, A CHI HA BISOGNO DI NOI. “IL NATALE È UN'OCCASIONE PER RAFFORZARE LA SPERANZA”.


Natività mistica, di S. Botticcelli

Oristano 25 dicembre 2019

Cari amici,

Oggi è Natale, giorno in cui si ricorda la venuta in questo mondo di Gesù Bambino, figlio di Dio, venuto per salvare l’umanità. Giornata che dovrebbe essere sempre di grande gioia, di unione, di fraterna amicizia, arricchita dal piacere dello stare insieme in sintonia, pace, amore. Non lo è per tutti però. In molte famiglie questa gioia manca, e il Natale viene trascorso in tristezza e solitudine, venendo a mancare anche la speranza di un domani e di una vita migliore.
La frase virgolettata, che in parte dà il titolo a questo post di oggi, non è mia ma è del Cardinale Jorge Urosa Savino, Arcivescovo emerito di Caracas, che, riferendosi alla critica situazione che attraversa il Venezuela, afferma con convinzione che “coloro che soffrono maggiormente sono i più poveri", ribadendo che “Il Natale è la giusta occasione per rafforzare la speranza”. 
Parole sante, cari amici, perché in ogni parte del mondo, in ogni nazione, ricca o povera che sia, a pagare il prezzo più alto sono stati e sono sempre le classi più povere, quelle sulle quali cade sempre la croce più pesante dell’esistenza. Lo possiamo toccare con mano tutti i giorni anche noi in Italia, seppure la nostra nazione sia considerata abbiente, con una capacità industriale notevole, anche se tormentata dalla triste situazione della mancanza di lavoro, che ha ridotto le classi operaie spesso in reale povertà. E a soffrirne di più sono i nostri giovani.
Le percentuali dei giovani che seppure acculturati, validi e capaci, sono senza lavoro ha toccato percentuali da capogiro, costringendo una grande fetta di essi a fare i bagagli ed emigrare, abbandonando il suolo natio per potersi realizzare. 
Eppure c’è da dire che questi giovani in buona parte non appaiono rassegnati, non pensano di lasciarsi andare, e, seppure delusi dalla nostra egoistica generazione, non hanno tirato i remi in barca, ma continuano a dichiararsi disposti a combattere senza arrendersi. Il loro Natale, amici, risulta essere un Natale di "Lotta Controcorrente", come ha potuto documentare il giornale L’AVVENIRE, riportando diverse loro storie abbastanza significative.
Questo quotidiano di ispirazione cattolica una settimana fa, ha riportato degli episodi importanti che hanno coinvolto dei nostri giovani, molti dei quali hanno deciso di portare il loro impegno in sostegno dei meno abbienti, in aiuto di chi soffre.  In particolare, da oggi 25 dicembre a San Silvestro, tanti ragazzi che rappresentano le nuove generazioni hanno scelto di stare con i poveri! Una lezione di stile che dimostra alla nostra generazione che essi hanno voglia di combattere non di lasciarsi andare!
Tra veglie, incontri e gesti di solidarietà, essi hanno dimostrato di volersi spogliare dell’innato egoismo e, dopo essersi rimboccati le maniche, hanno iniziato a volgere lo sguardo verso i meno fortunati, cercando di dare una mano a risolvere, almeno in parte, i loro problemi primari. Ad animarli la bellezza dell’amicizia e il calore della condivisione, fiamme forti, capaci di riscaldare nei giorni delle festività natalizie il cuore: sia di chi dà che di chi riceve. Essi, in diverse parti d’Italia, si sono dichiarati disponibili a partecipare alle iniziative promosse dalle Comunità cristiane durante le prossime festività, animati dallo spirito della grotta di Betlemme.
Lo faranno con entusiasmo, facendosi per qualche giorno, compagni di strada di coloro che sono segnati da fragilità, ferite e sofferenze; che essi siano disabili, poveri, senzatetto, anziani, minori in difficoltà, donne lasciate ai margini, poco importa: essi porteranno loro il sorriso e il calore dell’amicizia, rincuorando e ristorando coloro ai quali la sorte non ha riservato grandi gioie.
Il loro impegno non si esaurirà con il Natale, ma sarà attivo e operativo fino a Capodanno. Nel milanese i francescani di Monza, quest’anno per la prima volta, hanno offerto ad una trentina di ragazzi tra i 18 e i 35 anni la possibilità di indossare il grembiule e servire il cenone di Capodanno alle persone in difficoltà. Il 31 dicembre questi giovani si occuperanno di mettere in tavola pranzo e cena per i tanti che frequentano la mensa del Centro Sant’Antonio di Milano, gestita appunto dai frati francescani. Cenoni di fine anno con i poveri saranno operativi in molte altre città d’Italia, come a Milano, Verona, Torino e Bologna e ovviamente anche in Sardegna, sempre con la collaborazione di uno stuolo di giovani che, la notte tra il 31 e il 1° dell’anno, hanno scelto di rinunciare al tradizionale veglione per prestare il loro servizio in favore di chi ha bisogno.
Cari amici, riprendo in chiusura di questo post la frase riportata all’inizio: “Il Natale è l’occasione per rafforzare la speranza”. Credo che i giovani, che spesso noi sottovalutiamo ritenendoli a torto superficiali e 'bamboccioni', riescano a darci, invece, come in questo caso, lezioni di vita! Si, proprio a noi, esponenti dell’egoistica generazione precedente, che avremmo dovuto dare loro delle lezioni di altruismo! Sui nostri giovani credo che presto o tardi dovremmo ricrederci!
Buon Natale a tutti!!!
A domani.
Mario



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