Oristano
27 Dicembre 2016
Cari amici,
Oristano in questo
festoso periodo natalizio, rivive i fasti del suo antico passato, ri-diventando,
agli occhi dei visitatori, la capitale sarda della ceramica. Lo fa non solo
esponendo le sue migliori produzioni, ma ospitando il “Grand Tour”, una mostra itinerante che rappresenta il dovuto omaggio alla
stupenda ed invidiata arte della ceramica italiana. La bella iniziativa,
organizzata e portata avanti dall'Associazione Italiana Città della Ceramica (AICC), mostra agli attenti visitatori
i numerosi manufatti che nel tempo sono stati elaborati e realizzati per una
migliore consumazione di cibi e bevande; è un tripudio di forme e colori, abbinamenti
di decori che spaziano dalla fantasia degli antichi all'estro dei ceramisti moderni; quelle esposte sono opere
provenienti dalle 37 città italiane che vantano un’antica tradizione ceramica,
tra cui ovviamente anche Oristano, città scelta per una delle tappe del Tour.
La mostra è stata
inaugurata il 15 Dicembre nei locali del Palazzo della Provincia in Corso Umberto, unitamente al Tornio di via Figoli, nel suggestivo
scenario di Palazzo Arcais. Il Tornio di via Figoli è
un'esposizione e vendita di ceramiche tipiche dei maestri figoli oristanesi. La
mostra reterà aperta al pubblico fino al 5 Gennaio,
e sarà fruibile dalle 9 alle 13 e dalle 16 alle 20. L'ingresso è libero. Anche quest'anno si rinnova,
dunque, il tradizionale appuntamento natalizio, già presente negli anni scorsi, che mette in mostra la migliore produzione
artigianale della nostra città.
Sul triste declino della
ceramica ad Oristano e sulla sua sofferenza ho già avuto modo di esprimermi
(chi è curioso può andare a leggere il post del 24 Novembre del 2011 cliccando
il seguente link http://amicomario.blogspot.it/2011/11/oristano-la-lenta-agonia-della-capitale.html).
Ora la manifestazione di quest’anno appare un segno decisamente positivo dopo
anni di abbandono, nei quali praticamente si è lentamente persa la grande
importanza che nel passato ebbero i figoli oristanesi, facendo passare
nell’oblio la loro grande maestria. Di recente, però, qualcosa sembra essere
cambiata: si intravede l’impegno del Comune nel cercare di rilanciare l’antica
tradizione ceramica oristanese, quella che ha consentito alla città di
fregiarsi del titolo ministeriale di “Città
di antica tradizione ceramica”, come possiamo vedere scritto anche nei cartelli che
i visitatori trovano entrando in città. Ma vediamo, intanto cos’è esattamente
questo “Grand Tour” che Oristano
ospita.
Come spiega l’Assessore
all’Artigianato Emilio Naitza, “Si tratta di una mostra che intende
omaggiare il meglio della ceramica italiana da tavola di foggia classica”.
“Saranno esposti una serie di manufatti dedicati alla consumazione di cibi e
bevande, dalle forme e le decorazioni che vanno dall’antichità all’età
moderna”. “I manufatti”, continua Naitza, “provengono dalle 37 città
italiane di antica tradizione ceramica, tra cui anche Oristano, rappresentate
dall’Associazione Italiana Città della Ceramica (AiCC), che ha organizzato il
Grand Tour”.
Ho visitato l’altro
ieri la mostra, e possi dirvi che vale davvero la pena di recarvisi. Poter
mettere a confronto il nostro ‘sapere ceramico’ con quello dei validi e
abili artigiani delle altre Regioni, è importante: dà la vera dimensione delle
nostre e delle altrui capacità, messe a confronto. Quello che è difficile da
accettare è il perché Oristano, che in passato ha rivestito un ruolo di primo
piano nella lavorazione ceramica sarda, oggi abbia perso smalto e splendore.
Nel passato recente con l’iniziativa “Il tornio di via Figoli”, si cercò di
rivitalizzare il settore; il motto operativo di rilancio era: “Una città, uno
strumento di lavoro, un gruppo di artigiani”; con questi tre elementi, fusi
tra loro, si cercava di ricreare l’antica e luminosa storia, una volta asse portante dell’economia
della città.
Oristano è una città
che non ha dimenticato quest’antica arte, ma continua a viverla intimamente, perché
è davvero ingiusto che le antiche e gloriose tradizioni, l’antica conoscenza e
l'orgoglio di un grande passato culturale ed economico, vadano dispersi. I
figoli e le loro produzioni appartengono alla memoria collettiva dell’intera Comunità.
Il tornio di via Figoli, quale simbolo di una ritrovata vivacità artistica e produttiva
che già nel 2004 attraverso una fortunata mostra durata tre settimane riuscì
a rianimare il centro storico della città, deve continuare a dire la sua: per non dimenticare. I giovani debbono sapere che la Via Figoli
era il luogo di produzione per eccellenza: cottura e vendita di brocche, vasi,
"stangiadas", piatti e stoviglie d'uso quotidiano, oggetti semplici
il cui rilievo artistico è stato sempre unanimemente riconosciuto. Gli anziani lo sanno bene.
Cari amici, la
partecipazione di Oristano quest’anno al Grand Tour della ceramica, questa
esposizione-confronto con le altre realtà italiane, è quasi un omaggio ai
vecchi e nuovi "congiolargios", quei bravi e qualificati vasai che
sin dall’ottocento con le loro opere hanno portato anche oltre l'isola il nome
della città, attraverso la partecipazione a rassegne e fiere nazionali.
Confrontarsi con gli altri è sempre positivo: c’è sempre da imparare e da
insegnare agli altri, in un continuo dare e avere che porta solo miglioramento
e innovazione.
In quest’ottica
Oristano potrà, senza dubbio, dare ancora molto con i suoi bravi figoli del
Terzo Millennio!
A domani.
Mario
Nessun commento:
Posta un commento