Cari amici,
Scegliere
è stato sempre un verbo difficile, in quanto consiste nel decidere di prendere una cosa (o fare comunque una scelta)
lasciandone un’altra. A volte diventa così difficile da coinvolgere il nostro Io,
in modo totale. Certe decisioni difficili risultano talmente sofferte che ci pesano
come cappe di piombo, ma sono necessarie, in quanto, dopo attenta e lucida riflessione,
ci convinciamo che sono state prese perché trai due "beni" in competizione, uno di questi prevale, risulta superiore; la scelta fa sì che il bene prevalente non vada perduto. È proprio il diverso ‘peso’ che diamo alle due
cose, che ci fa optare per una o per l’altra, risultando impossibile mantenerle
entrambe, in quanto si escludono a vicenda.
La premessa che oggi ho voluto fare con Voi l’ho
ritenuta necessaria per affrontare seriamente il tema della “Rinuncia”. Scelta davvero lacerante, perché lasciare qualcosa che
comunque riteniamo importante, che praticamente fa parte del nostro Io, non è davvero facile. Per comprendere meglio cosa intendo per rinuncia, porto oggi alla
Vostra riflessione due casi entrambi chiarificatori e che Vi faranno certamente
riflettere: sono due casi molto diversi tra loro, ma accomunati dalla sofferenza
della rinuncia. Sono quelli di Nico Rosberg, il campione in carica di formula
uno e di John Key, Primo Ministro della Nuova Zelanda: entrambi, per il bene
della famiglia, hanno rinunciato uno alla partecipazione al campionato di formula uno e l’altro
alla brillante carriera politica. Ma andiamo con ordine.
Il pilota tedesco Nico
Rosberg ha detto addio alla F1 subito subito dopo aver conquistato il titolo di campione del mondo 2016. Per ora, però, la causa della sua rinuncia non appare in tutta la sua interezza, non avendone chiaramente rivelato i motivi. "Penso solo a partire per le
vacanze", ha detto a chi lo interrogava sul suo futuro, anche se pare che la decisione fosse da lui covata da tempo. Ora il
campione tedesco cerca un po' di tranquillità, dopo aver corso in F1 per 11
incredibili anni, arrivando alla fine a vincere il titolo mondiale. In molti gli
hanno chiesto dei suoi progetti futuri, ma Nico con un sorriso ha smontato tutti: "Ho
aperto una gelateria a Ibiza, però non è che mi metto lì a vendere gelati. Ma
ce l'ho, è mia", facendo capire che dietro c’era dell’altro.
Si, sono in molti a
pensare che dietro la decisione di Nico ci sia il bisogno di pensare di più
alla sua famiglia. Il suo futuro, almeno nel breve, appare proprio focalizzato
sulla famiglia. "Prima di tutto voglio stare con la mia famiglia che quest'anno
non ho visto molto. Adesso penso solo a partire per le vacanze, a ridare un
marito a mia moglie e un padre a mia figlia", ha detto con
convinzione. Credo che dopo aver sentito queste parole, la motivazione
principe sia senz’altro quella dell’incompatibilità del “circo della formula
uno” con la cura della sua famiglia. E veniamo ora all’altro caso.
Il primo ministro della
Nuova Zelanda John Key, dopo otto anni alla guida del governo neozelandese, ha
annunciato poco tempo fa le sue dimissioni dall’incarico. Anche in questo caso le motivazioni sono da attribuire alla famiglia, si sono chiesti i Media locali che hanno
riportato la notizia?. “Il mio lavoro ha comportato
grandi sacrifici per le persone a me più care", avrebbe detto il
premier dimissionario. “Mia moglie Bronagh - ha
sottolineato - ha fatto un enorme sacrificio durante il mio tempo passato in
politica e ora è il momento giusto per fare un passo indietro nella mia
carriera e trascorrere più tempo a casa".
Credo che
ci sia un unico Leitmotiv che accomuna
Nico e John: la famiglia! La difficile scelta è certamente motivata dall’aver voluto attribuire una maggiore importanza all’armonia
familiare rispetto all’attività svolta, per quanto questa fosse importante e ricca, sia
economicamente che come soddisfazioni personali.
In entrambi i casi la notizia delle rinunce a posizioni di tale prestigio ha colpito tutti come un fulmine a ciel sereno, anche perché entrambi godevano di quel grande favore popolare, frutto non solo della loro grande capacità, ma anche della serietà e della competenza e correttezza.
In entrambi i casi la notizia delle rinunce a posizioni di tale prestigio ha colpito tutti come un fulmine a ciel sereno, anche perché entrambi godevano di quel grande favore popolare, frutto non solo della loro grande capacità, ma anche della serietà e della competenza e correttezza.
Cari amici, a ben pensare credo che
queste due rinunce possano costituire un serio motivo di riflessione anche per noi.
Spesso siamo talmente presi dal nostro lavoro, dai nostri impegni, che
dimentichiamo che in casa moglie e figli aspettano da noi ben altro che quegli scampoli di affetto e attenzione che riusciamo a dare. Non parlo del quantum economico (che spesso non solo è
sufficiente ma anche abbonda), ma della nostra presenza (fisica e morale), che spesso
risulta assente anche per lunghi periodi, creando in loro un senso di abbandono, oltre che sconforto e
preoccupazione.
Nel caso di Nico
Rosberg, poco sappiamo del suo ménage familiare, in quanto possiamo basarci solo
sulla sua sintetica dichiarazione, ma nel caso della moglie di John Key, Bronagh,
pare che da mesi Lei gli avesse posto un ultimatum, soprattutto a causa della
pressione dei Media sulla sua attività pubblica, che si ripercuoteva nella
vita privata sua e dei figli. Un fatto, quest’ultimo, che avrebbe convinto la donna a
chiedergli di scegliere tra la famiglia e la carriera politica. Anche se poi Key ha
elegantemente smentito questo fatto, dichiarando di essere felice della decisione da lui presa in
piena autonomia, credo che l'intervento ci sia stato e che abbia pesato sulla decisione presa.
Amici miei, anche noi dovremmo riflettere non poco dopo aver metabolizzato questi due casi; dare una maggiore importanza alla nostra famiglia, che
spesso anche se inavvertitamente trascuriamo non poco, è cosa sicuramente da fare, senza indugi o scuse più o meno apparenti. La vita è una, e perdere per il successo l'armonia familiare, credo che sia il peggior investimento che possiamo fare!
A domani.
Mario
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