Oristano
4 Dicembre 2016
Cari amici,
Ho vissuto a Fonni per
circa 3 anni: dal 1979 al 1981, ho diretto la filiale del Banco di Sardegna. In quel periodo per me, campidanese mai stato
prima in Barbagia, ho avuto modo di conoscere usi e costumi che prima mi erano realmente poco noti, conosciuti solo “per
sentito dire”, tra i quali il grande attaccamento alla terra e al bestiame;
pecore in particolare, patrimonio importante per ogni fonnese, chiamato più
comunemente “Sa Roba”, ovvero il
capitale, che consente ad ogni pastore, seppur con grandi sacrifici, di sostenere
la famiglia e di farla crescere, di generazione in generazione. Ho conosciuto
in quel periodo anche la famiglia Serusi (di cui oggi voglio parlarvi, quando Daniele era
ancora un ragazzo), quando l'azienda di famiglia era saggiamente amministrata dal padre.
Daniele, man mano che
cresceva, seguiva in campagna l’attività del padre, ma in Lui, grande lavoratore, covava una certa
insoddisfazione, perchè avrebbe voluto un altro tipo di azienda; ormai uomo cresciuto, pensava che quel territorio poteva essere
valorizzato meglio, anche uscendo dai soliti antichi riti pastorali
consolidatisi nel tempo, ovvero con il semplice e ripetitivo allevamento della
pecora. Il mondo cambiava, pensava Daniele, e l’ordinario ricavato di latte, formaggi e carne, poteva
essere integrato con iniziative nuove, maggiormente utili all'azienda ed al territorio, come
la creazione di un parco naturale dove, per esempio, allevare mufloni, cervi e
daini, sicuramente presenti in quelle terre in passato. In questo modo
si sarebbe potuta migliorare l'attrazione turistica di quei luoghi, ricavando nel contempo un maggiore reddito aziendale dal flusso turistico portato dai visitatori del parco. Ormai superati i 50 anni, Daniele intende non indugiare oltre e cerca di
realizzare il suo sogno: quello di un grande parco naturale dove avrebbero
scorrazzato animali selvatici, come daini, cervi e mufle.
La sua innovativa idea,
però, viene inizialmente osteggiata dai familiari: perché cambiare, quando l’attività
agro pastorale finora svolta viaggia senza intoppi, e crea alla famiglia un relativo benessere? “Pensi
forse di poter mungere i mufloni?”, lo rimproverava il padre, ormai
avanti negli anni, quando Daniele gli proponeva l’idea di trasformare quelle antiche
terre in un parco popolato di cervidi! L’anziano pastore continuava a ragionare
secondo l’antico e immutabile codice della sua cultura millenaria. Daniele,
però, caparbio come i barbaricini sanno essere, non molla, nonostante anche altri
pastori del suo paese continuino a pensarla esattamente come suo padre.
Oggi, dopo il successo
può, finalmente rilassato, ricordare con un sorriso quel periodo: “Mi schernivano, mi prendevano in
giro: pensate che all’improvviso ero diventato un
sovversivo, un matto, uno pericoloso”, racconta a chi gli chiede come
ha fatto a creare una struttura così bella e funzionale. Oggi l’agriturismo “Donnortei”
è un’azienda modello, un’oasi naturalistica alle falde del Monte Spada che
ospita animali selvatici e piante straordinarie. Qui arrivano 20 mila
visitatori all’anno e seimila scolari. Una scommessa che Daniele ha vinto, grazie anche all’appoggio
della moglie Annamaria Pirellas.
Chi la visita si rende
conto che l’oasi naturalistica parco di Donnortei è una realtà straordinaria; nata
alla fine degli anni novanta, in collaborazione con l’oasi del WWF di Monte
Arcosu, si estende dalle falde del Monte Spada, a quota 1200 metri s.l.m., fino
alla gigantesca valle di Aratu posta a quota 700m. Con i suoi paesaggi
rocciosi, la sua vegetazione straordinaria, le rare specie di animali, il Parco
Donnortei è riuscito a creare un importante polo turistico polivalente: ben adatto
in modo didattico alle scuole, utile alle persone che amano l’aria aperta, ma
anche ai tanti che amano trascorrere una bella giornata immersi nella natura e
ristorati dalla buona cucina barbaricina.
Oggi il Parco di Donnortei
è un importante Sito di Interesse Comunitario (SIC) per il monitoraggio e la salvaguardia di alcune specie uniche
al mondo. Camminando nei sentieri tracciati dagli antichi carbonai, si
incontrano famiglie di mufloni che si godono il sole delle belle giornate; se
si è fortunati in primavera si può ammirare anche l’aquila reale. Anche la
flora presente nel parco è di rara bellezza: tantissimi gli endemismi che si
possono ammirare e che colorano il bosco con effetti straordinari; una guida aiuta
i visitatori, che possono chiedere informazioni per la conoscenza delle piante.
L’attività principale,
però, rimane quella di “azienda agricolo-turistica”, che si occupa di
allevamento biologico con l’obbiettivo di offrire ai clienti i prodotti
lavorati in azienda: i formaggi di vario tipo, carni di suino, di cinghiale, di
daino e di cervo. Nell’azienda, oltre cerbiatti, daini, mufloni e cinghiali non
mancano certo le pecore, le mucche e i cavalli; per i visitatori si organizzano
anche percorsi di trekking. La notorietà di questa struttura ha varcato già i
confini regionali: l’anno scorso ha partecipato a EXPO 2015, rappresentando la nostra isola nel convegno: “Percorsi e modelli di successo
dell’agriturismo italiano: l’eccellenza del settore raccontata attraverso la
storia degli operatori”.
Cari amici l’agriturismo-parco
di Donnortei, sapientemente condotto da Daniele Serusi e Annamaria Pirellas è una
struttura d’eccellenza, capace di offrire non solo un meraviglioso tuffo nella
natura, ma anche i comfort di un moderno hotel di qualità, con un servizio di
primordine, piscine all’aperto con vista sulla campagna e, adeguata ai tempi moderni,
anche la connessione Wi-Fi.
Un posto, credetemi,
certamente da visitare! Ecco per la Vostra curiosità i dati per il contatto:
Parco di DONNORTEI, località
Donnortei – Fonni.
Contatto:
@parco.donnorteifonni – Telefoni: 0784.58575 cell. 338.4030714 – 330.253842 – 347.5332138
A
domani.
Mario
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