giovedì, dicembre 15, 2016

LEUCEMIA MIELOIDE: UN DNA ALIENO RISULTA PRESENTE NELLE CELLULE! UNA SCOPERTA TUTTA ITALIANA.



Oristano 15 Dicembre 2016
Cari amici,
È di marca italiana la recente scoperta di una particolare sequenza di DNA mai osservata prima nel genoma umano, fatta da ricercatori dell’ospedale Niguarda e dell’Università di Milano. Una scoperta tutta 'made-in-Italy', frutto della collaborazione pluriennale fra i ricercatori dell'Università di Milano coordinati dal genetista Alessandro Beghini e gli ematologi dell'Ospedale Niguarda diretti da Roberto Cairoli. Gli studiosi hanno appurato che in oltre un paziente su due c’era una stretta correlazione tra la malattia del sangue e una porzione di genoma presente nelle cellule leucemiche di provenienza non umana, originato probabilmente da virus o batteri, in quanto non è prefigurabile una trasmissione della leucemia da persona a persona.
L’ipotesi è che l’infezione sia stata portata da un virus o da un batterio (che inserisce un pezzo del suo DNA nelle cellule sane causandone la trasformazione in cellule tumorali), e di conseguenza lo scatenarsi della leucemia mieloide acuta. Questo è quanto pensano i genetisti ed ematologi milanesi, ipotesi da cui è nato uno studio pubblicato di recente sulla rivista Scientific Reports. È uno scenario nuovo, quello che è stato aperto dagli scienziati dopo la scoperta, che apre la via all’accertamento di una possibile genesi virale della malattia.  
Sicuramente una scoperta rivoluzionaria, che potrebbe confermare con certezza la 'pista microbiologica', con virus e batteri coinvolti nel meccanismo patologico della malattia, anche se oggi è ancora presto per prefigurare uno scenario preciso. La scoperta è iniziata quando i ricercatori analizzando i tessuti tumorali di oltre 100 pazienti del Niguarda, hanno isolato una particolare sequenza di DNA che regola la produzione della proteina Wnt10b, presente all’incirca in un paziente su due. Una piccola ma anomala sequenza di DNA che non risultava presente in nessun database! Un mistero che ha aperto le porte ad un’ipotesi completamente nuova: che la malattia potesse avere un’origine virale.
In considerazione che alcune ricerche precedenti (svolte dalle stesse equipe milanesi in uno studio di quattro prima) avevano individuato nelle cellule della leucemia mieloide una produzione anomala della proteina conosciuta con l’acronimo Wnt10b a cui poteva essere attribuita la proliferazione incontrollata di queste cellule tumorali, i ricercatori hanno deciso di indagare sulle cause di questa anomala produzione di Wnt10b, concentrando l’attenzione sulla parte del DNA delle cellule tumorali che ne codifica la sintesi. «E siccome dietro una proteina c’è sempre un gene che la codifica, ci siamo focalizzati sulla corrispondente porzione di DNA - chiariscono Alessandro Beghini e Roberto Cairoli -; siamo andati a ritroso e ci siamo chiesti chi impartisse questo ordine in grado di attivare un loop auto-proliferativo senza interruzione».
Sicuramente un passo importante quello fatto dai ricercatori milanesi, anche se si è ancora nella prima fase della ricerca e saranno i successivi ulteriori passaggi di approfondimento, a far capire esattamente la fonte di provenienza di questo “corpo estraneo” nel genoma dei pazienti e con quali meccanismi agisca. Ci si sta concentrando sulla “pista microbiologica”, con virus e batteri “intrusi” coinvolti nei meccanismi di patologia, ma è ancora presto per avere un responso preciso. Quello che oggi si sa è che l’anomalia è stata riscontrata nel 56% delle leucemie mieloidi acute e il materiale genetico analizzato è stato estratto da una casistica di 125 pazienti trattati per questo tumore presso l’Ematologia del Niguarda nel corso degli ultimi 5 anni. La scoperta apre a più approfondite analisi di ricerca.
I ricercatori, inoltre, hanno trovato un’altra correlazione molto importante: hanno scoperto la stessa alterazione genetica anche in alcune cellule di tumore della mammella. Le evidenze al momento sono meno approfondite, ma anche in questo caso è scattato un input di ricerca che potrebbe delineare novità importanti anche per questa patologia.
Nel frattempo le ricadute sul trattamento della leucemia mieloide acuta sono promettenti. Con questa scoperta, infatti, si è identificato un nuovo target per le terapie a bersaglio molecolare. I prossimi passi della ricerca si concentreranno sullo sviluppo di nuovi farmaci che vadano a stoppare in modo mirato i meccanismi proliferativi mediati dalla proteina WNT10B.
Cari amici, la medicina fa sempre di più passi importanti per la salvaguardia della nostra salute. La cosa che ci conforta ancor più è sapere che scoperte così importanti sono frutto del nostro ingegno italiano, che nonostante mille avversità (a partire da quelle di carattere economico) è sempre sulla cresta dell’onda!
A domani.
Mario

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