Oristano 9 Dicembre 2016
Cari amici,
Nei primi decenni del
Novecento, precisamente il 23 Dicembre del 1918, presso lo studio del notaio
Dr. Federico Guasti a Milano fu costituita la Società Anonima Bonifiche Sarde,
con un capitale iniziale di lire un milione; scopo della Società, secondo
l’articolo primo dello statuto, era principalmente la bonifica idraulica ed
agraria di terreni in Sardegna. Una parte ragguardevole dei terreni da
bonificare era costituita da quelli del Campidano di Terralba, che successivamente
contribuirono in modo determinante al sorgere del nuovo insediamento abitativo
di Arborea (nata inizialmente come Mussolinia), oggi vero polo di sviluppo agro
industriale dell’Isola. In effetti la Società Bonifiche Sarde è da considerarsi
la vera protagonista dello sviluppo prima agricolo e poi agro-industriale della
Sardegna, contribuendo in modo determinante alla necessaria modernizzazione
dell’Isola, togliendola dalla precedente condizione di arretratezza.
Col passare degli anni
Arborea ha vissuto una grande varietà di cambiamenti, che, mentre da una parte
facevano sviluppare percorsi nuovi, dall’altra hanno inaridito i precedenti, giocando
così a sfavore della S.B.S., che negli ultimi anni, fortemente ridimensionata
ha faticosamente gestito solamente la sua sopravvivenza. La Società Bonifiche
Sarde, da tempo proprietà regionale, negli ultimi decenni ha gestito, con un
organico di circa cento addetti, l’allevamento di un migliaio di capi vaccini
per la produzione di latte all’interno di un corpo aziendale composto da
stalle, magazzini, uffici e terreni (572 ettari tra Arborea e Terralba e altri
429 ettari (di provenienza Laore), in due corpi fondiari tra Santa Giusta,
Marrubiu, Terralba e Arborea).
Mentre la SBS respirava
a fatica, la cooperativa lattiero casearia 3A cresceva, diventando il polo
industriale lattiero caseario più grande della Sardegna, in grado di competere
con partner a livello europeo, ampliando costantemente la sua presenza sui
mercati non solo italiani ma anche esteri. Proprio la 3A sembrava decisa ad acquisire
dalla Regione Sardegna la Società Bonifiche Sarde, ma, considerati i tempi e
viste le resistenze manifestate da una importante parte dei suoi soci, è
arrivata alla decisione di rinunciare all’acquisizione.
Il commissario
liquidatore della SBS ora controllata dall’Agenzia LAORE, Antonello Melis, visti
inutili i numerosi tentativi di cessione dell’azienda agraria (ben 5 i tentativi
d’asta andati a vuoto) ha fatto pubblicare un nuovo bando per l’avvio di una
trattativa privata, dato il fallimento dei bandi precedenti che, purtroppo, non
hanno consentito di trovare un acquirente. L’impegno finanziario, richiesto ora
all’acquirente dal liquidatore, parte da una base di 9 milioni e 676 mila euro,
praticamente identico a quanto richiesto in precedenza. Inoltre l’acquirente si
dovrà impegnare ad assumere almeno 8 dei 26 dipendenti della società con
contratto a tempo indeterminato.
Col nuovo sistema della
“trattativa privata” è ora spuntata all’orizzonte un’azienda continentale,
interessata ai beni della SBS: trattasi del colosso Bonifiche Ferraresi Spa, società disposta a prendere in mano un’azienda
con un grande bisogno di liquidità per il suo rilancio. La Bonifiche Ferraresi pare
abbia chiuso un accordo intorno ai nove milioni di euro, dichiarandosi
disponibile anche ad assumere i 26 lavoratori della SBS; inoltre il colosso
ferrarese pare abbia anche messo le basi per una ulteriore trattativa, sempre
con la Regione sarda, finalizzata all’acquisizione delle aziende di Surigheddu
e Mamuntanas ad Alghero, i cui terreni più che a scopi agro alimentari risulta
siano più che idonei ad un futuro sviluppo turistico di prim’ordine.
Certo la Bonifiche
Ferraresi, non c’è dubbio, ha forze e capitali per impegnarsi nel rilancio della
storica azienda, anche se il successivo passo per l’acquisizione delle altre
aziende (Surigheddu e Mamuntanas), fa presumere importanti obiettivi più di
investimento immobiliare e turistico, che agro alimentare.
Cari amici, il fatto
che il colosso della 3 A abbia rinunciato alla possibile acquisizione senza che
la Regione muovesse un dito per cercare di sostenere
e convincere il colosso lattiero caseario isolano, non solo mi dispiace non
poco, ma mi fa presumere che agli attuali vertici regionali poco importi del
futuro dell’isola e del suo sviluppo locale. Se per fare cassa quanto prima,
non badiamo a chi compra, vuol dire che della Sardegna ci importa poco o
niente, questo quello io penso, anche se credo di non essere il solo a farlo.
Con grande
preoccupazione guardano, con atteggiamento attendista, anche l’Unione dei
Comuni del Terralbese, nei cui centri, Arborea, Terralba, Marrubiu, San Nicolò
Arcidano e Uras ricadono gran parte dei terreni della SBS. «Avevamo auspicato che il
compendio rimanesse nelle mani di imprenditori locali. Aspettiamo l’evolversi
della situazione. Già dal 2013 avevamo chiesto alla Regione di interagire su
questa partita sulla quale invece, attraverso questi anni, non siamo mai stati
informati. Ci auspichiamo il rispetto degli accordi per i lavoratori»,
sono le parole di Manuela Pintus, presidente dell’Unione e sindaco di Arborea.
Cari amici, la nostra
Sardegna continua ad essere sempre più in “svendita”: si, praticamente come è
sempre avvenuto, e, se nulla cambia, come sarà certamente ancora in futuro. Passi
per la prima colonizzazione di Arborea nel Ventennio, con l’innesto di una
colonia veneta, che si è poi rivelata particolarmente utile e che si è
immediatamente ben integrata, ma ai nostri giorni una nuova “colonizzazione”
appare oltremodo fuori luogo.
La società Bonifiche
ferraresi credo che entro l’anno concluderà l’operazione d’acquisto (anche se pare che ora, seppur con rtardo, spunti qualche altro acquirente sardo) e porrà le
basi per il successivo accaparramento anche dei terreni turistici del Nord
Sardegna; la potente lobby presente all’interno dell’azienda ferrarese (che
comprende come soci nomi di spicco come De Benedetti, Gavio, Cremonini e
Farchioni), non dimentichiamolo, è guidata dall’amministratore delegato
Federico Vecchioni, ex presidente nazionale di Confagricoltura, uomo potente
anche in campo politico.
Che dire di più, cari
amici, se non augurare all’acquirente, ironicamente alla sarda: “Bonu
proe li fattat…” (Buon pro gli faccia)!
Ciao, a domani.
Mario
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