Oristano
20 Dicembre 2016
Cari amici,
Ho sempre sostenuto che
il presente deve affondare le radici nel
passato e che anche il futuro deve necessariamente anch’esso attingere dal
passato, se vorrà avere un sicuro avvenire. Rispettare questa massima
significa onorare chi ci ha preceduto, fare tesoro delle esperienze passate, in modo da poter trasmettere l'antico sapere alle generazioni future.
Non mi fraintenda chi,
con mentalità ristretta, pensa che in questo modo si rifiuta l’innovazione:
tutt’altro! Innovare significa intanto conoscere a fondo i sistemi e le metodiche
precedenti, aggiornandole con le nuove scoperte, ma senza
gettar via alle ortiche l'esistente, perché innovare
significa completare un processo, non distruggere il precedente.
Perché, amici, ritenete che io oggi abbia voluto fare questa premessa, prima di trattare il problema del giorno? Semplicemente perché voglio parlarvi in chiave molto positiva del mio paese d’origine, Bauladu, che, grazie ad un Sindaco giovane e ben disponibile all'innovazione (Davide Corriga), che si muove applicando il giusto e necessario ‘passaggio dal vecchio al nuovo’, senza rompere col passato, continua a migliorare.
Perché, amici, ritenete che io oggi abbia voluto fare questa premessa, prima di trattare il problema del giorno? Semplicemente perché voglio parlarvi in chiave molto positiva del mio paese d’origine, Bauladu, che, grazie ad un Sindaco giovane e ben disponibile all'innovazione (Davide Corriga), che si muove applicando il giusto e necessario ‘passaggio dal vecchio al nuovo’, senza rompere col passato, continua a migliorare.
Bauladu non è un grande
centro abitato, contando solo 680 abitanti, ma è ubicato in una posizione privilegiata:
posto praticamente al centro della Sardegna. Esso si trova infatti in un punto strategico: luogo d’incontro tra
diverse zone storiche dell’Isola; grazie a questo ha potuto vivere e
conoscere le realtà delle zone circostanti, in un continuo scambio culturale che ha consentito una maggiore conoscenza del territorio e delle sue possibilità. Posto alla fine della pianura del
Campidano (anche il nome stesso Bauladu deriva dal sardo Badu ladu, a sua volta derivazione dal latino vadum latum, ovvero
guado largo, per indicare l’abitato posto sullo slargo del rio Cispiri), il
piccolo centro è quasi un crocevia che mette in contatto il Campidano con il
Guilcer a Nord, il Sinis, il Barigadu e il Montiferru a Nord Ovest.
In considerazione di questa felice
posizione, il territorio di Bauladu ha visto la presenza dell’uomo fin dal IV
millennio avanti Cristo, insediamento dimostrato dalle numerose Domus de
Janas presenti. Inoltre, la presenza di tombe di giganti e nuraghi importanti (come Zinnuri, Crabia
e Santa Barbara) confermano questa convinzione, facendola diventare certezza. Anche l’attuale chiesa
parrocchiale fa parte della storia: risale al XIII secolo, come risulta dal Condaghe di Santa Maria di
Bonarcado. A maggior lustro, questo piccolo centro vanta anche il fatto di aver dato vita a uomini importanti,
come Antonio Atza, considerato uno dei grandi pittori sardi del secondo Novecento, e il Prof. Raimondo Zucca, valente studioso e archeologo.
Stante questo, poteva
un centro come Bauladu, seppur piccolo, non tenere fede orgogliosamente alle sue antiche
tradizioni? Certamente no!
Col passare del tempo i cittadini chiamati a governarlo hanno dimostrato capacità e lungimiranza, adeguando le strutture esistenti ai tempi nuovi, ma sempre salvaguardando il sapere antico. Il paese, a chi lo visita per la prima volta, dà l’impressione di un centro operoso, tenuto in ordine, dove una eccellente sintesi tra tradizione e innovazione fa vivere dignitosamente i suoi abitanti, che operano tra la gestione di Bed & Breakfast, produzioni artigianali di tessitura, cestineria, arte dell’intreccio delle canne e lavorazione del basalto, oltre che dedicarsi alle antiche, classiche mansioni come agricoltura e pastorizia.
Col passare del tempo i cittadini chiamati a governarlo hanno dimostrato capacità e lungimiranza, adeguando le strutture esistenti ai tempi nuovi, ma sempre salvaguardando il sapere antico. Il paese, a chi lo visita per la prima volta, dà l’impressione di un centro operoso, tenuto in ordine, dove una eccellente sintesi tra tradizione e innovazione fa vivere dignitosamente i suoi abitanti, che operano tra la gestione di Bed & Breakfast, produzioni artigianali di tessitura, cestineria, arte dell’intreccio delle canne e lavorazione del basalto, oltre che dedicarsi alle antiche, classiche mansioni come agricoltura e pastorizia.
Bauladu oggi vanta una
compagine giovanile di prim’ordine. La capacità di esprimersi dei giovani è
quasi da considerarsi all’avanguardia: la consulta giovanile, la pro loco ed il
Comune, insieme, hanno dato vita ad eventi importanti, diventati ormai di
valenza oltre che locale, addirittura regionale. Significativi, per esempio, sono
il festival letterario diffuso Ananti a sa ziminera (metà Marzo), la Corsa di
Pasquetta (Lunedì di Pasqua), la festa di San Giovanni Battista e la Sagra
della Pecora e del formaggio (24 Giugno), la festa di S. Vittoria (15 Maggio),
il DU – Bauladu Music festival (3° Sabato del mese di Luglio) e altre ancora. Bauladu inoltre,
dal 2015, è entrato a far parte del circuito Dromos Festival.
In quest’ottica di
valorizzazione delle antiche tradizioni si colloca anche la “Sagra de su trigu cottu”, in
calendario quest'anno Domenica 18 Dicembre, manifestazione giunta ormai alla 7^ edizione. Organizzata
dalla Proloco in collaborazione con l'Amministrazione Comunale, quest’anno la
manifestazione si è ulteriormente arricchita, con la presentazione e
l'esposizione dei costumi sardi della "Collezione Murtas", corredata
da una conferenza sulla ricostruzione dell'abbigliamento tradizionale sardo.
Alle 16, Cristiana
Murtas, proprietaria della collezione, Matteo Atzeni, presidente dell'Associazione
"Fedora Putzu" di Selargius, e Andrea Locci, studioso di fonti
storiche e letterarie sul ballo sardo, hanno dato vita ad un incontro di vero
interesse, che ha calamitato l’attenzione dei numerosi presenti (la mostra per
poter essere meglio visionata, resterà aperta dal 18 al 25 Dicembre).
Al termine del bel
Convegno, verso le 17,30 ha avuto inizio la degustazione de "Su
Trigu" e dei dolci tipici bauladesi, confezionati con la sapa di fico
d'india. Per chi volesse conoscere come nasce questo particolare prodotto, la
SAPA, ricavata dai frutti del fico d’india, può andare a leggere il mio post su
questo blog del 22 Dicembre 2013: http://amicomario.blogspot.it/2013/12/lantica-povera-tradizione-dolciaria.html.
Nell’ampio salone, dove il pubblico in amicizia e armonia gustava i prodotti locali, si
svolgeva la lieta serata danzante, in compagnia degli organettisti Davide
Caddeo e Giacomo Longoni e l'esibizione del Gruppo Mini Folk di Bauladu.
Cari amici, nonostante
i miei numerosi impegni, non sono voluto mancare a questo appuntamento che mi
consente, anche se per un attimo, di immergermi nuovamente in mezzo “alla mia
gente”! Certo, sono tanti i volti nuovi che osservo, perchè i protagonisti di oggi sono i figli e i nipoti dei miei
coetanei! Poco importa, però: osservare il gioioso muoversi delle nuove generazioni, ritrovare nei loro volti
giovanili, l’imprinting familiare, è qualcosa che mi crea tanta emozione, qualcosa che mi
dice che non siamo passati invano, che “lasciamo traccia del nostro cammino nel mondo”, che la nostra vita è solo una
frazione di un grande, lungo, percorso che, attraverso di loro continua!
Un grazie di cuore alla
squadra che a Bauladu porta avanti tutto questo, in primis al Sindaco Davide
Corriga, alla Pro Loco ed alla Consulta giovanile, perché continuino nella
strada intrapresa, per dare un futuro più vivibile alle generazioni future!
Grazie amici, a domani.
Mario
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