lunedì, dicembre 05, 2016

CASA, TASSE E CATTIVE INTENZIONI: GLI IMMOBILI, UN SALVADANAIO DA SEMPRE SACCHEGGIATO DALLO STATO.



Oristano 5 Dicembre 2016
Cari amici,
è una giornata speciale quella di oggi. Dopo il Referendum Costituzionale di ieri 4 Dicembre, che ha sancito la netta e indiscutibile vittoria del NO ad una riforma costituzionale che 'faceva acqua da tutte le parti' e sembrava portare (andando subdolamente a braccetto con la nuova legge elettorale), ad un pericoloso accentramento di poteri senza i giusti contrappesi, si apre una fase nuova, sicuramente densa di non poche incognite. Le immediate dichiarate dimissioni del Premier Renzi avranno bisogno di attenta riflessione da parte del Presidente della Repubblica Mattarella, anche perchè in un momento come questo l'Italia non può fermarsi: tanti i problemi sul tappeto, compresa la nuova finanziaria in corso di approvazione. Personalmente spero che la ragione prevalga sull'istinto e che, ora, l'Italia possa ritrovare quella giusta capacità e disponibilità di dialogo tra le diverse forze politiche.
Il post, la mia riflessione, che avevo in preparazione per Voi oggi, voleva radiografare il problema "CASA", per gli italiani uno dei beni più preziosi, da sempre. La dimora di proprietà per gli italiani, è stata sempre considerata uno straordinario bene rifugio, se pensiamo che ben l’80 % è proprietario dell’abitazione in cui vive. Lo sa bene anche lo Stato, che considera questo patrimonio immobiliare il “refugium peccatorum” delle sue finanze, al quale continua a fare ricorso in modo sempre più vorace e spudorato, come se si trattasse di un vero e proprio Bancomat.
Perché, direte Voi, oggi voglio nuovamente parlare di questo argomento che ho già trattato più volte? Perché, a quanto pare, nella nuova Finanziaria 2017 si parlerà ancora di modifiche a questa tassazione. Subdolamente, nell’apparente intento di semplificare al cittadino gli adempimenti relativi ai pagamenti (oggi frazionati in IMU, TASI e TARI), si starebbe pensando a far pagare un’unica imposta. Personalmente a me appare strano che lo Stato, con il cambiamento ipotizzato, voglia SOLO cambiare sistema, semplificando così la vita al cittadino! Ho pertanto i miei buoni dubbi.
Ragionandoci sopra mi viene da pensare che IMU e TASI sono tasse recenti: non hanno mica decenni di vita, anzi sono già sostituitive di gabelle precedenti; in caso di cambiamento con una nuova imposta potrebbero essere addirittura definite le tasse più brevi della storia! Anche accorpando IMU e TASI (la TARI rimarrebbe separata, in quanto per sua natura è considerata il costo di un servizio, e continuerebbe quindi ad essere pagata con un bollettino ad hoc inviato dal Comune di competenza), che vantaggi potrebbero derivarne? Ma, andiamo con ordine, e cerchiamo di capire dove il Governo, con la tentata modifica, vuole andare a parare.
Secondo quanto si legge in un emendamento inserito nella manovra finanziaria in corso, IMU e TASI andrebbero sostituite con una nuova tassa chiamata IMI, lanciata dal Partito Democratico per semplificare al cittadino gli adempimenti di pagamento gravanti sullo stesso bene. La nuova tassa dovrebbe applicarsi a tutti gli immobili diversi dall'abitazione principale e dai fabbricati rurali, con un'aliquota variabile tra l'8,6 e l'11,4 per mille, mentre per le abitazioni principali (accorpando la TASI) si avrebbe un’aliquota base del 2,5 per mille. Da notare che per le abitazioni principali considerate ville e/o case di lusso, che già in precedenza erano soggette a IMU e TASI, l’aliquota è prevista tra il 5 e il 7 per mille.
Confedilizia, che ha da subito subodorato che la proposta altro non era che uno stratagemma per un aumento mascherato delle imposte in essere, ha contestato la proposta avanzata dal PD, in quanto la normativa attuale prevede che le aliquote di IMU e TASI, sommate, non possano superare il 10,6 per mille (anche se ai Comuni, era concesso un incremento di un ulteriore 0,8 %°, ma solo per finanziare detrazioni sulla prima casa). La proposta della nuova IMI, in dettaglio, ricomprenderebbe quindi anche le abitazioni principali con un’aliquota standard del 2,5 per mille, con i Comuni che potranno incrementarla fino al 5 per mille; l'aumento concesso ai Comuni è affiancato però da una detrazione fissa di 100 euro (non 200 come circolato nelle prime bozze), con la possibilità anche di poter introdurre sconti ulteriori per i figli.
Lo sconto fisso di 100 euro della nuova IMI consentirebbe di reintrodurre quel criterio di progressività perso con la TASI: esso infatti, azzererebbe l'imposta TASI a circa 3,5 milioni di abitazioni principali di basso valore catastale, precedentemente esenti da IMU ma ora soggette alla TASI, mentre farebbe nuovamente pagare il 2,5 per mille alle abitazioni principali (prima esentate) con i valori catastali più elevati. Diverso e più pesante, invece, quanto si prospetta per le “altre abitazioni”: per questi immobili l’imposta potrebbe lievitare all’11,4 per mille.
La presa di posizione di Confedilizia, circa il limite massimo ordinario della somma delle precedenti aliquote, il cui massimale era stabilito nel 10,6 per mille e che con la nuova tassa salterebbe, è stata forte e chiara e ha scosso la compagine di Governo. In pratica, il possibile aumento sembrerebbe assecondare il suggerimento dell’Associazione dei Comuni, propenso a portare il tetto all’11,4 per mille. Il Governo, visto il particolare momento di difficoltà attraversato (uno dei nodi cruciali che poteva sconvolgere i “lavori in corso” era proprio l’imminente referendum costituzionale, il cui 'esito negativo', come detto in premessa, ha scompaginato alla grande i progetti dell'attuale Governo), dopo la presa di posizione di Confedilizia, decise, comunque, di ritirare l’emendamento inserito nella finanziaria.
Cari amici, io resto della convinzione che la “nuova tassa”, che si chiami IMI o qualcos’altro poco importa, ci sarà. Nonostante la più volte promessa “Riforma del Catasto”, il Governo ha sempre procrastinato la revisione dell'ordinamento fiscale sulle proprietà, che continua a basarsi su parametri più che obsoleti.
Purtroppo, è inutile far finta di negarlo: la casa, bene rifugio degli italiani, è il Bancomat a cui le varie Amministrazioni centrali o periferiche dello Stato, si aggrappano per tappare i sempre più numerosi buchi di bilancio. Altro che tassa sui servizi che la Pubblica Amministrazione offre, la tassa sulla casa è certamente da considerarsi una vera e propria “PATRIMONIALE” mascherata !
Lo schiaffo pesante che Renzi ha ricevuto al Referendum appena concluso, credo che derivi anche dalla pesante stanchezza degli italiani nel sentirsi sempre meno CITTADINI e sempre più SUDDITI.
A domani.
Mario

Nessun commento: